Fine Quarantena | Paura del 4 Maggio? È normale ma bisogna superarla

La fine della quarantena (o meglio della prima fase) arriverà il 4 Maggio 2020, con l’inizio della Fase 2. È certamente un momento positivo per il Paese ma in molte persone questa data genera ansia e paura perché la quarantena è diventata una dimensione rassicurante. Si tratta di un problema che si può superare? Certamente, con la giusta consapevolezza.

fine quarantena 4 maggio
(Fonte: Pixabay)

Secondo una solida convinzione degli psicologi, per prendere un’abitudine (sana o tossica che sia) bastano solo 21 giorni, ovvero 3 settimane.

Considerando che la Fase 1 della quarantena è durata quasi 60 giorni, cioè tre volte tre settimane, è chiaro che gran parte dei cittadini del mondo ha acquisito certe abitudini nell’arco della quarantena e che si è affezionato a molte di esse.

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Nel corso della quarantena, infatti, la casa si è trasformata in un nido sicuro, all’esterno del quale si verificano contagi e morti completamente fuori dal nostro controllo. L’idea di essere al sicuro in casa in pericolo fuori di casa potrebbe trasformarsi in una trappola psicologica che renderà estremamente difficile il graduale ritorno alla normalità auspicato dal governo e necessario alla nostra società.

Ovviamente il 4 di Maggio è per molti una data di confine che segnerà il ritorno obbligato al mondo reale, generando una sorta di trauma che potrebbe risultare estremamente dannoso per il benessere psicologico dei cittadini “costretti” a uscire dalle rassicuranti mura di casa.

Capire che la paura è normale e che tutte le ansie che si manifesteranno nei prossimi giorni sono perfettamente comprensibili è il primo passo da compiere per individuare le strategie necessarie a superare la fine della quarantena.

4 Maggio: con la fine della quarantena si romperà un incantesimo?

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Foto Adobe Stock

Obbligate a rimanere a casa per un periodo di tempo molto più lungo di quello a cui normalmente erano abituate, molte persone si sono ritrovate a fare i conti con se stesse e soprattutto con le proprie buone e cattive abitudini.

Mentre alcuni hanno faticato moltissimo ad abituarsi alla dimensione casalinga, molti altri sono riusciti ad adattarsi molto bene alle nuove condizioni di vita e di lavoro.

Le famiglie si sono ritrovate con tanto tempo a disposizione da condividere in attività piacevoli e significative, i genitori hanno potuto godersi ogni minuto della vita dei propri figli, le persone obbligate a una stressante routine di lavoro hanno scoperto la comodità del lavoro da casa. 

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Proprio coloro che hanno creato un ambiente positivo nel proprio nucleo abitativo e familiare sono quelli che faticheranno più di altri a tornare allo scoperto e che probabilmente più di altri saranno preda delle ansie da fine quarantena.

Quali saranno le paure più diffuse?

Ansia da contagio

Dopo aver passato mesi ad ascoltare notizie allarmistiche in merito alla diffusione del contagio negli ambienti pubblici e frequentati da molte persone, è normale che una delle paure più diffuse sarà quella di contrarre il virus a causa del contatto sociale.

Ansia da relazione

Avere a che fare soltanto con le persone della propria famiglia o con la propria ristretta cerchia di amici ci ha disabituato alla relazione con gli estranei. Le persone normalmente timide e introverse hanno trovato un gran sollievo nel rinchiudersi in casa per avere a che fare solo con le persone che amano. Tornare a relazionarsi con persone esterne alla loro cerchia di affetti potrà essere molto stressante.

Ansia da confronto

Insieme all’ansia da relazione si presenta necessariamente anche l’ansia da confronto. Persone che abitano insieme o che si conoscono da anni hanno generalmente lo stesso modo di pensare e tendono a non litigare oppure, se litigano, hanno imparato anche alcune strategie per fare pace.

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Lo scambio di opinioni o la mediazione con persone che si conoscono meno è più difficile e più stressante. Le persone che non amano mettersi in discussione e che per due mesi sono state “coccolate” da una dimensione assolutamente sicura, potrebbero provare molta ansia nel tornare a confrontarsi con persone (colleghi, capi, clienti) che la pensano diversamente da loro o che hanno necessità differenti.

Ansia da cambiamento

Infine, un’ansia più generale, che abbraccia moltissimi aspetti della vita durante e dopo la quarantena, è quella relativa al cambiamento.

Come accennato, molte persone si sono affezionate alla nuova routine casalinga, perché sono riuscite a trovare un nuovo equilibrio personale e familiare.

“Riuscirò a non farmi sopraffare dallo stress lavorativo?”, “Riuscirò a proteggere i miei figli dal contagio?”, “Riuscirò a portare a termine i progetti che ho dovuto bloccare a causa della quarantena?” sono tutte domande estremamente diffuse ma assolutamente normali in questo particolare momento storico.

La trappola della bolla e gli hikikomori

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(Fonte: Pixabay)

La mancanza di confronto continuo con il resto del mondo, il “rinchiudersi in se stessi” e nel proprio nucleo familiare e l’ansia da relazione che si genera nel momento in cui si sarà costretti a lasciare la propria abitazione, in Giappone ha acquisito un vero e proprio nome: Hikikomori.

Questa parola indica quelle persone, generalmente giovani maschi tra i 15 e i 30 anni, che preferiscono chiudersi in casa, avere relazioni digitali con il resto del mondo e rifiutare ogni altro tipo di contatto.

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La società moderna fornisce moltissimi mezzi agli hikikomori per mantenere senza problemi il proprio stile di vita: lavorare on line, ordinare cibo, vestiti e beni di prima necessità on line, chiacchierare on line, intrattenersi on line sono attività normali anche per chi non è un hikikomori.

Durante la quarantena, moltissime persone hanno scoperto la comodità di questo stile di vita e si sono ritrovate a pensare che, tutto sommato, non si sta poi così male.

Il problema, senza prendere in considerazione gli eccessi di un hikikomori, che sfociano nella patologia, è che c’è il rischio che persone normali si “rifugino” il più possibile in questo genere di vita anche dopo la fine della quarantena, perché sopraffatte dall’ansia.

Come si fa a evitare questo rischio?

Trovare l’equilibrio tra “dentro e fuori” dopo la fine della quarantena: pronti il 4 Maggio

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(Fonte: Pixabay)

Durante la quarantena abbiamo avuto il tempo di riscoprire i nostri hobby e la nostra spiritualità, abbiamo avuto modo il tempo di costruire buone abitudini e di smantellare cattive abitudini.

Se il percorso è stato positivo, ci ritroviamo a essere (nei limiti del possibile) persone migliori rispetto a quando la quarantena è cominciata, anche se abbiamo attraversato momenti difficili.

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La sfida del 4 Maggio, con la fine della quarantena per come l’abbiamo conosciuta finora, sarà traghettare le buone abitudini nella vita quasi normale che saremo chiamati a riprendere.

Utilizzare le armi dell’equilibrio, della nuova consapevolezza di sé e della riscoperta di sé per affrontare la vita che comincerà il 4 Maggio è l’unico mezzo per non lasciarsi sopraffare dall’ansia e dalla paura.

Va anche detto però che il primo passo da compiere, se si cade davvero preda dell’ansia di uscire di casa, è accettare la propria paura e comprenderne le cause. 

Inoltre è fondamentale non condannarsi perché si prova dell’ansia: si tratta di una reazione perfettamente normale. Bisogna solo capire come mettere in campo delle soluzioni funzionali alla propria situazione.

Se è possibile, si potrebbero riprendere i contatti sociali gradualmente e non tutti insieme. Se si è tra le persone che torneranno al lavoro, si potrebbe decidere di limitare le relazioni sociali solo all’ambiente lavorativo, almeno per un primo periodo, e poi riprendere lentamente anche le altre. Oltre che essere un comportamento molto responsabile dal punto di vista sanitario è anche molto produttivo dal punto di vista del benessere psicologico.

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Dopo aver compreso quali sono le origini e le cause scatenanti delle ansie che si sperimentano, però bisogna sempre e comunque affrontarle: tornare a uscire e avere relazioni sociali sarà difficile e faticoso al principio, ma le cose miglioreranno con il tempo.

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(Fonte: Pixabay)

Del resto, per formare un’abitudine occorrono solo 21 giorni. Tra 21 giorni a partire dal 4 di Maggio le cose saranno già cambiate (sicuramente in meglio).

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