Sardegna, studenti in sciopero: “Andare a scuola è troppo pericoloso”

In Sardegna gli studenti sono in sciopero. Il motivo? La situazione del Coronavirus è critica e gli assembramenti troppo pericolosi.

sardegna studenti in sciopero
l’affollamento sui mezzi pubblici, un problema per tutti (fonte: Pexels)

La situazione diventa seria quando sono gli studenti a lamentare l’impossibilità di andare a scuola.

Per quanto paradossale possa sembrare, però, è proprio quello che sta accadendo in questi giorni in Sardegna.

Gli studenti delle scuole, infatti, sono in sciopero e si rifiutano di andare a scuola: per loro è diventato troppo pericoloso.

Sardegna, studenti in sciopero: “La politica ci ha abbandonati”


La situazione in Sardegna si fa bollente per le scuole: lo riporta FanPage che ha deciso di dar voce alla protesta degli studenti in sciopero da mercoledì.

I ragazzi, a ragione, domandano misure di sicurezza che siano attuabili ed applicabili senza aggirare le norme del DPCM (come fa, invece, qualche buontempone) e del buon senso comune.
Come raccontano alcune testimonianze, infatti, gli ingressi nelle scuole sono opportunatamente contingentati e la campanella d’uscita suona in orari diversi per tutti loro.
Una misura, questa, ottima per evitare che gli studenti si mischino troppo tra di loro; se non fosse per un piccolo particolare.

Tutti i ragazzi, poi, si trovano nella condizione di prendere i medesimi mezzi pubblici o bus appositi per raggiungere gli istituti dell’isola.
Su questi autobus, spesso, ci si affolla anche senza volerlo: ne passano pochi e tutti hanno necessità di usarli.
Numerose fotografie e testimonianze riportano anche la situazione, scandalosa, che si crea quando si attende il mezzo alla banchina.
Assembramenti ben più pericolosi di quelli che potrebbero crearsi all’interno del cortile di una scuola e che spaventano, giustamente, gli alunni.

Le loro preoccupazioni non sono per niente infondate: solo ieri sera, un ragazzo di 15 anni, è stato ricoverato dopo aver contratto il Coronavirus nel suo istituto.
Il giovane, di Avellino, è in condizioni estremamente gravi.
Nonostante le critiche delle mamme, dunque, la decisione di chiudere le scuole presa da Vincenzo De Luca, se arrivata prima, avrebbe potuto salvarlo dal ricovero.

Anche i giovani sardi, poi, hanno una chiara idea di quale sia il pericolo per loro: dopotutto la loro isola è passata da zero contagi ad essere uno dei più grandi focolai d’Italia questa estate.
Colpa del turismo e degli assembramenti; e le vittime non sono mancate.
La storia di Fabio è un monito per tutti: il giovane aveva solo 33 anni ed era originario di Isili.

Questa città è una di quelle dove gli studenti sono in “rivolta”: infatti ad essere colpiti dalla situazione sono soprattutto i giovani che vengono dai paesi più lontani dai centri abitati.

In tredici, per ora, gli istituti dove lo sciopero è stato ben recepito e che stanno cercando, con tutti i mezzi, di farsi sentire dall’Assessorato ai Trasporti.

Per ora, però, la politica fa orecchie da mercante ed i ragazzi sono rimasti senza una soluzione.

Sardegna studenti in sciopero
la situazione nelle classi potrebbe far aumentare i contagi (fonte: Adobe Stock)

Gli studenti hanno rilasciato numerose dichiarazioni nelle quali si legge la paura per la loro incolumità e quella dei loro cari, oltre che il desiderio di tornare a scuola il prima possibile.
In sicurezza, però.

L’idea di perdere giornate fondamentali di scuola a causa di un disservizio della società intristisce questi giovani che, a sorpresa, vorrebbero trovare una soluzione alternativa.

Il nuovo DPCM favorisce, con le sue disposizioni speciali per la scuola, lo svolgimento della didattica in modalità online (la famosa DAD: Didattica A Distanza).
Ma in Sardegna non se ne parla ancora: e un’altra spada di Damocle pende sulle teste dei giovani studenti.

Probabilmente i ragazzi dovranno interrompere la protesta, al fine di non perdere troppe ore di lezione.

Come ha dichiarato oggi la Fondazione Gimbe, poi, il nuovo DPCM è troppo debole: nei prossimi giorni vedremo se la situazione, evolvendosi, migliorerà o peggiorerà per questi coraggiosi studenti.

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