App Immuni | Sarà presto disponibile negli store: ecco come funzionerà

La App Immuni potrà essere scaricata a partire dalla prossima settimana. Ecco come funzionerà e quali saranno le conseguenze sulla privacy degli italiani.

App Immuni coronavirus
(Fonte: Pixabay)

L’applicazione per il tracciamento degli infetti che il governo italiano ha ricevuto in dono dalla società Bending Spoons sarà disponibile a partire dalla prima settimana di Giugno 2020.

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Bending Spoons è una società di sviluppo software specializzata nella creazione di App. Fondata nel 2015, la società ha sede a Milano e quattro dei cinque soci fondatori sono italiani (uno è tedesco).

Nelle scorse settimane si sono susseguiti una serie di interrogativi a cui sono state date risposte che molti hanno ritenuto insoddisfacenti. La maggior preoccupazione degli italiani sembrava essere quella relativa alla privacy e alla necessità di trasmettere al governo informazioni sui propri spostamenti “minuto per minuto”.

L’ironia dei social su questo argomento era stata estremamente tagliente: perché molti utenti del web non sono disposti a “cedere” parte della propria privacy per un fine così utile e importante, eppure non hanno alcun problema nel condividere costantemente via social informazioni anche molto personali sulle loro attività, sulle loro compagnie e sui loro spostamenti?

Nonostante polemiche e incertezze la App sembra ormai pronta per il lancio: ecco tutto quello che sappiamo in merito al suo funzionamento e soprattutto sulle condizioni della sua efficacia.

A cosa serve la App Immuni?

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La App di Bending Spoons consentirà di segnalare un contatto pericoloso: siamo stati molto vicini a un positivo o a un ex positivo? La app ci invierà una notifica, in maniera da metterci in allarme e darci modo di richiedere un tampone e di metterci in isolamento volontario.

Questo permetterà di eseguire interventi mirati solo sui soggetti a rischio, impedendo il dilagare del contagio e scongiurando quindi la possibilità di un nuovo lockdown nazionale, che sarebbe più disastroso del primo sia a livello economico sia a livello psicologico per milioni e milioni di cittadini.

I miei dati sono in pericolo?

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Contrariamente a quanto molti pensavano inizialmente, la App Immuni non userà il GPS per localizzare i device su cui è stata istallata. Utilizzerà invece il bluetooth, che quindi dovrà necessariamente essere attivato per il corretto funzionamento della App.

Questo consentirà al telefono di ricevere e inviare dati esclusivamente da e verso i telefoni molto vicini, inoltre la App non potrà registrare i movimenti dei proprietari dei telefoni come invece sarebbe possibile tramite l’utilizzo del GPS.

Ne deriva che il telefono non sarà “sempre controllato” dalla App, al contrario la App si attiverà “a spot”, cioè solo e soltanto nel momento in cui il telefono entrerà in contatto con un altro telefono su cui è stata installata la stessa App. Per fare un esempio banale, rimanendo da soli a casa la App non registrerà alcun dato e nemmeno durante una passeggiata solitaria. Entrando in un bar, invece, la app si attiverà e “scansionerà” tutti coloro a cui ci avviciniamo.

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dati dei contatti rimarranno soltanto sugli smartphone e non saranno copiati o inviati a un server centrale, inoltre quelli archiviati su ogni smarphone saranno protetti da crittografia. Questo vuol dire che tutti i dati vengono convertiti da un formato leggibile a un formato codificato, e che questo formato può essere letto o elaborato soltanto se si conosce il codice di decodifica (che è diverso per ogni App): ne consegue che solo la App Immuni sarà in grado di leggere i dati relativi al “database Immuni” creato sui vari telefoni. Altre App non potranno rubare, decodificare e utilizzare i dati di Immuni.

Il sistema senza server di riferimento, detto decentralizzato, è stato scelto proprio per garantire la massima sicurezza dei dati personali di coloro che scaricheranno la App.

L’unico server centrale a cui si collegherà Immuni ogni giorno è quello che contiene i dati dei nuovi positivi italiani: in questo modo se una persona è stata dichiarata positiva ieri e oggi è stata inserita nell’elenco dei positivi, nel corso di quello stesso giorno la App sarà in grado di individuarla e segnalarla in caso di contatto ravvicinato.

App Immuni: non obbligatoria, open source

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L’Italia sarà tra i primi paesi del mondo, e probabilmente addirittura il primo paese del mondo, lanciare la app per il tracciamento dei positivi dopo la pandemia.

Secondo alcune voci, che si sono diffuse nell’ultimo mese, lo sviluppo della App avrebbe accumulato del ritardo e proprio in virtù di quel ritardo non sarebbe stata pronta per il 4 Maggio, data ufficiale dell’inizio della Fase Due in Italia.

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La verità è leggermente diversa: la App era pronta (come riporta Repubblica), ma è stato necessario attendere i tempi tecnici di Apple e di Google, che hanno dovuto apportare delle modifiche ai loro sistemi operativi per consentire alla App di funzionare correttamente sui nostri smartphone.

Molti, sulla falsariga di molte teorie del complotto che stanno facendo sempre più proseliti negli ultimi anni, hanno sostenuto che il codice di Immuni sarebbe stato tenuto segreto: per fugare ogni dubbio in merito alla “legalità” della App, Immuni sarà una app open source. Questo significa che tutti avranno la possibilità di ispezionare il codice e di comprendere dal lato tecnico qual è il funzionamento della App.

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Infine, la App Immuni non sarà obbligatoria: potremo scegliere di scaricarla o di non scaricarla sui nostri device. Per compiere una scelta responsabile bisogna però essere consapevoli che più persone la useranno più sarà efficace. 

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Negli scorsi giorni si è ipotizzato che almeno il 60% delle persone dovranno utilizzare la App, altrimenti Immuni non ci fornirà dati a sufficienza per controllare il contagio. Oggi sappiamo che quella percentuale non tiene conto dei dispositivi di protezione individualiindossandoli regolarmente Immuni sarà efficace anche se una percentuale minore di italiani la scaricherà.

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