Dottor Zangrillo | “Emergenza finita da 2 mesi evitiamo di portare panico”

Il dottor Zangrillo, primario del San Raffaele di Milano, ribadisce la sua convinzione che la situazione Coronavirus si sia normalizzata e mette in guardia contro gli eccessi

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Foto da Instagram @albertozangrillo

“È un mese che in Lombardia non si muore più di Covid, l’emergenza è finita da 2 mesi. […] Evitiamo di portare al panico e alla morte sociale”

A parlare è ancora una volta lui, Alberto Zangrillo primario del San Raffaele di Milano.

Tempo fa il professore si era già messo in luce per affermazioni che avevano sconvolto e diviso l’opinione pubblica. Il Dottor Zangrillo aveva asserito che il Covid-19 non esisteva più: su tali parole era scesa l’ombra del sospetto e in molti aveva sottolineato come il professore fosse soggetto a un conflitto di interessi non indifferente, soprattutto tenendo conto dei suoi ben noti legami con Silvio Berlusconi e, di conseguenza, con Giulio Gallera, assessore alla sanità e il welfare per la regione Lombardia.

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Il Dottor Zangrillo sembra però assai lontano dall’accusare il colpo e così prosegue però senza tentennamenti sulla via oramai imboccata: l’emergenza Coornavirus in Italia è finita e quella che si sta attuando è solo una politica del terrore.

Zangrillo: “Emergenza finita da due mesi, basta panico”

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Foto da Instagram @albertozangrillo

I Dottor Zangrillo ribadisce la sua convinzione che la situazione si sia normalizzata negli ospedali e invita chi di dovere a concentrare altrove le proprie energie, forse proprio sui pazienti che il Coronavirus ha portato a dimenticare almeno un po’:

“La mia più grande preoccupazione in campo sanitario è riprendere a curare quei malati che, per colpa di Sars-CoV-2, trascuriamo da almeno 5 mesi”

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Ma perché allora si starebbe ancora parlando dei morti per Coronavirus? Ogni giorno ci vengono fornite le cifre dei nuovi contagi e dei decessi legati al Covid-19: come spiegare simili numeri?

Alberto Zangrillo prova a farlo con un semplice esempio:

“Il nonno di Pierino è coinvolto in un grave incidente stradale sulla tangenziale di Milano. Viene portato in emergenza in pronto soccorso, laddove oltre alle manovre di rianimazione, viene sottoposto, come tutti i pazienti, che entrano in un ospedale italiano, al tampone orofaringeo. Purtroppo, nonostante le cure, il nonno di Pierino, nel frattempo risultato Covid positivo, dopo due giorni viene a mancare in conseguenza del grave trauma subito. La causa di morte del nonno è chiara a tutti ma purtroppo verrà addebitata al virus”

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Si ritorna dunque al distinguo tra morti per Coronavirus e morti di Coronavirus, un discrimine caro sin dall’inizio della pandemia a tutti coloro che hanno insistito nel sottolineare come l’emergenza fosse frutto di un ingigantimento dei fatti.

“Ci interroghiamo tutti i giorni – continua Zangrillo – sul perché di questi dati di cui non abbiamo alcun riscontro nella pratica clinica giornaliera. Ci siamo informati presso gli organismi competenti ed abbiamo ricevuto la conferma. […] Il quadro clinico del grande malato Italia è nelle mani del Comitato tecnico scientifico, formato da illustri colleghi con cui non voglio entrare in conflitto. Ho riconosciuto a loro il grande merito di aver suggerito in tempi esatti un doloroso ma necessario lockdown. Ora vorrei che le loro indicazioni tenessero in maggior considerazione le evidenze cliniche attuali. In questo momento storico c’è bisogno di condivisione, coraggio e lucida visione di un quadro globale.”

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Foto da Pixabay

Per Zangrillo l’informazione attuata attorno al Covid-19 è «un modo di comunicare scorretto che non rispecchia la realtà».

Inutile sottolineare come in molti non siano assolutamente d’accordo. E voi, che cosa ne pensate?

Fonte: Il Messaggero

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