Coronavirus | OMS avverte: “disinfettare strade è inutile e dannoso”

Secondo l’OMS stiamo rischiando di fare un grosso errore nella lotta al Coronavirus: disinfettare strade e mercati, un’operazione non solo inutile ma anche dannosa

disinfettante strade
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Disinfettante, il nostro migliore amico da quando il Coronavirus è piombato nelle nostre vite.

Inizialmente lo usavamo solo per le mani, poi siamo passati alla pulizia ossessiva della casa e da lì il nostro legame con candeggina e affini è divenuto indissolubile.

Abbiamo iniziato a igienizzare la meglio ogni cosa, forse anche lasciandoci prendere l amano un po’ troppo.

Farà bene infatti questo smodato uso di prodotti disinfettanti?

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L’OMS è intervenuto sull’argomento, mettendoci in guardia circa i rischi di una simile mania e, soprattutto, aiutandoci a riflettere sulla sua reale efficacia e utilità.

Proviamo allora a capire meglio tutto ciò.

OMS contro l’igienizzazione delle strade

Covid-19 disinfettare
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Il dubbio lecito, oramai sempre più serpeggiante in parte della popolazione, è che la questione igiene legata alla strenua lotta al Coronavirus ci stia un po’ prendendo la mano.

Questo eccesso di zelo parte dall’alto, dalle stesse sfere dell’amministrazione.

Tempo fa vi avevamo infatti già parlato della sanificazione delle strade e di come essa rischiasse non solo di esser inutile ma anche dannosa. Molte amministrazioni però sembravano ignorare la cosa e così perseverano ancora ad oggi a gettare disinfettanti su strade o mercati.

L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) è recentemente tornata sull’argomento, ribadendo rischi e inutilità di tale diffusa pratica:

“Non è indicata per uccidere Sars-Cov-2 o altri agenti patogeni perché il disinfettante è inattivato dallo sporco e dai detriti […] e non è possibile pulirle manualmente e rimuovere tutto il materiale organico. […] Spruzzare su superfici porose, come marciapiedi e passerelle non pavimentate, sarebbe ancora meno efficace – anche perché – le strade e i marciapiedi non sono considerati serbatoi di infezione per Covid-19”.

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Tanta fatica per nulla, dunque, e anche tanta spesa per nulla, in un momento in cui di denaro se ne avrebbe senza dubbio bisogno altrove.

L’osservazione getta poi in modo più ampio, notevoli perplessità su tutte le varie pratiche igieniche a base di ipoclorito e alcol che vengono usati sulle superfici dei luoghi chiusi pubblici o privati, negozi, palestre, case.

Per comprendere meglio il problema occorre ricordare un il rapporto di stretta correlazione esistente tra la pulizia e la sanificazione o disinfezione:

“La pulizia è da considerare una procedura indispensabile prima di procedere alla disinfezione o alla sanificazione perché se gli elementi contenuti nello ‘sporco’ non vengono rimossi potrebbero ridurne l’efficacia”

Così si pronuncia lo pneumologo Antonino Mangiacavallo, già Sottosegretario di Stato alla Sanità e Presidente della Federazione italiana contro le malattie polmonari sociali. Dopo aver ricordato la differenza tra pulizia, disinfezione e sanificazione (come anche noi avevamo fatto in Pulire, disinfettare e sanificare | La differenza c’è e si vede), ci precisa dunque come sia la pulizia a dover precedere ogni altra iniziativa, ovviamente là ove essa risulti possibile.

Ecco dunque spiegato perché in strada l’operazione risulta impossibile e, quando eseguita, invalidata, mentre in altri ambienti occorre naturalmente un corretto iter di svolgimento affinché la disinfezione o la sanificazione siano realmente efficienti (e no, non basta spruzzare il prodotto nell’aria e via).

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Assodata la questione efficacia (alquanto discutibile sembra) si passa poi alla questione pericolo: simili procedure possono risultare anche dannose? Afferma sempre Antonino Mangiacavallo:

“Si possono produrre effetti collaterali, come la comparsa di ipersensibilità, che può determinare irritazione, arrossamento della cute, prurito e altri sintomi”

E anche la stessa candeggina, che di questi tempi spopola come mai prima, ha i suoi rischi:

“Si possono provocare irritazione alla pelle e agli occhi, oltre a colpire l’apparato respiratorio”.

Anche nelle pulizie domestiche occorre dunque agire con cautela, utilizzando supporti di protezione validi come i guanti e smaltendo poi questi ma anche stracci e affini in sacchetti ben chiusi da gettare poi nell’indifferenziata.

CORONAVIRUS che fare
Foto da AdobeStock

L’importate è dunque, ancora una volta, interrogarci sempre sul funzionamento delle pratiche che vediamo mettere in atto o che, in alternativa, realizziamo in prima persona.

Come andrebbero condotte? Quali circostanze sono necessarie affinché siano realmente efficaci? Le controindicazioni sono o no accettabili?

Informiamoci e cerchiamo di comprendere, solo così potremo attuare un giusto spirito critico e agire per il nostro reale bene.

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