Giovanna Botteri | La confessione a Mara Venier: “Mi sento molto sola”

Giovanna Botteri è stata ospite di Mara Venier e per la prima volta ha parlato di sé, della propria storia e delle difficoltà del mestiere di giornalista.

Giovanna Botteri
Giovanna Botteri (Fonte: Instagram)

Nelle ultime settimane Giovanna Botteri è diventata un simbolo delle donne che lottano contro il bodyshaming e soprattutto contro la “tirannia” di certi canoni di bellezza che la società impone alle donne professioniste.

L’inviata RAI in Asia, che non ha mai amato molto parlare di sé, si è ritrovata quindi al centro di una tempesta mediatica che l’ha trasformata in uno dei personaggi dell’anno.

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Dal momento che, in qualità di inviata, Giovanna Botteri racconta i principali avvenimenti del mondo ma non ha mai parlato della propria storia personale, Mara Venier ha deciso di farle un regalo ritagliando uno spazio televisivo su misura per lei. 

Emozionata e, per la prima volta, disposta a parlare di sé, Giovanna ha spiegato anche il significato e la solitudine dell’essere un inviato.

Giovanna Botteri da Mara Venier: la solitudine di chi racconta

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Giovanna Botteri – Screenshot da video

Domenica In 2020 si appresta a terminare. Non è stato un anno semplice per il programma della Venier, profondamente modificato a causa della pandemia di Coronavirus. Come se non bastasse, la Venier ha condotto l’ultima puntata con una frattura al piede che ha reso il suo lavoro molto più difficile del solito.

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Nonostante tutto, però, Mara ha voluto rendere omaggio a Giovanna Botteri al meglio delle sue possibilità e ha voluto invitare la giornalista a parlare di sé, della sua città natale, della sua storia di giornalista e della concreta situazione di un inviato che vive e che lavora dall’altra parte del mondo.

Giovanna Botteri ha confessato che la vita di un inviato è sempre particolarmente difficile poiché porta inevitabilmente lontano dai propri cari e dalle proprie radici per molto tempo.

Inoltre, un inviato di guerra come lei, vive situazioni di grande stress e pericolo, che naturalmente rendono ancora più difficile gestire la lontananza da casa e dagli affetti più importanti.

“Trieste è dentro di me” ha spiegato la giornalista parlando dell’attaccamento alla propria città. Ha anche sottolineato quanto il senso di appartenenza alla propria città e alle proprie radici culturali sia importante per il proprio equilibrio personale nel momento in cui ci si trova immersi in una cultura e in un ambiente completamente diversi dai propri.

Per quanto riguarda il raccontare la pandemia, Giovanna Botteri ha fatto riferimento alla propria esperienza come inviata di guerra: “Io ho fatto l’inviata di guerra, ma lì posso dirti che si sapeva da dove arrivava il nemico, dove potevi nasconderti. Sul Covid – 19 invece non si sapeva niente.”

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Un’altra enorme difficoltà è stata quella di raccontare agli italiani una dimensione completamente estranea, cioè quella del lockdown e dell’epidemia a Wuhan: “All’inizio è stato uno shock. Ci hanno detto che tutto si doveva fermare e si è fermato in un momento: tutto chiuso, non trovavi da mangiare, tutti barricati in casa, non trovavi da mangiare.”

Nel frattempo, l’Italia stava vivendo uno degli ultimi momenti di normalità: “In Italia era ancora tutto normale, era complicato spiegare ciò che accadeva. Non capivano. Ero impotente, non potevo far niente”.

 

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La giornalista ha anche parlato del rapporto con sua figlia, che è rimasta chiusa in casa a Roma da sola durante la Quarantena. Proprio quella situazione le ha permesso di sperimentare che l’affetto si rafforza con la lontananza. “Resta il senso dell’amore, del legame che va al di là delle distanze. Forse quello che abbiamo vissuto è stato simile a ciò che provo io ogni giorno: essere legati a chi ci sta accanto, seppur senza toccarlo. Sì, provo molta solitudine.”

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