Coronavirus e sindrome di Kawasaki | Allarme pediatri su possibile legame

Coronavirus e sindrome di Kawasaki sono legate? A lanciare l’allarme i pediatri italiani che avrebbero notato un legame fra le due malattie ancora tutto da dimostrare. 

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Potrebbe esistere un legame fra Coronavirus e sindrome di Kawasaki. È questo l’allarme lanciato dai pediatri italiani che a Bergamo hanno osservato solo nell’ultimo mese lo stesso numero di casi degli ultimi tre anni.

Ma non solo in Lombardia, l’aumento repentino di bambini affetti da tale sindrome si è verificato anche in altre regioni italiane come la Liguria e in Gran Bretagna. Una malattia che causa un’infiammazione dei vasi sanguigni e che colpisce principalmente quelli sotto ai 5 anni.

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I medici del Giovanni XXIII di Bergamo, una delle zone più colpite dal Covid-19, hanno osservato che c’è stato un aumento anomalo dei casi di bambini affetti da sindrome di Kawasaki.

Coronavirus e sindrome di Kawasaki sono collegati? Un fenomeno ancora da studiare

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Se finora si era parlato di basso rischio di complicazioni per i bambini affetti da Coronavirus, la notizia di un possibile legame tra questo e la sindrome di Kawasaki non lascia più tanto ben sperare.

Dai dati emersi, infatti, è apparsa subito evidente come ci potesse essere una correlazione fra le due malattie.

Angelo Ravelli, pediatra del Gaslini e segretario del gruppo di studio di Reumatologia della Società italiana di Pediatria, ha specificato come nelle zone più colpite del paese sia stato osservato anche un aumento della frequenza di bambini affetti da malattia di Kawasaki.

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Una sindrome che viene citata anche dai pediatri inglesi in riferimento ai bambini ricoverati per Covid-19 che hanno sviluppato stati infiammatori. Spesso finiti anche in terapia intensiva.

Ma cos’è nello specifico la sindrome di Kawasaki e come si manifesta? Si tratta di una vasculite che colpisce solitamente bambini piccoli, sotto ai 10 anni ma più spesso sotto ai 5. La causa resta ancora ignota, dal momento della sua scoperta avvenuta 50 anni fa in Giappone. Si pensa però che tale malattia sia causata da un agente infettivo che provoca una risposta infiammatoria.

Tra i sintomi caratteristici febbre alta persistente, eruzione cutanea, alterazioni di mucose e delle estremità, eritema a fragola sulla lingua. Può essere pericolosa perché interessa il cuore provocando la dilatazione delle coronarie. In genere, però, è una patologia che risponde bene alle terapie con immunoglobine endovena e acetilsalicilico. I bambini più a rischio devono essere trattati anche con cortisone. Ma in genere guariscono quasi tutti.

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Si tratta comunque di una sindrome rara in Italia. Mentre è frequente in Estremo Oriente, dove è presente probabilmente per alcuni virus endemici in quelle aree che sembra attivino la malattia.

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Ranieri Guerra dell’Oms spiega come “giorno per giorno i medici scoprano cosa possa causare il Coronavirus“. Una strada quindi ancora lunga e tortuosa.

Grazie a tutti i dati raccolti, sta per essere pubblicato uno studio da un’autorevole rivista scientifica, in merito alla correlazione fra le due patologie.

(Fonti: Repubblica.it Corriere.it)

di Cristina Biondi

 

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