Lo sport come gioco per i bambini piccoli: quale scegliere?

Lo sport per i bambini: quale scegliere? tutte le informazioni (Istock Photos)

Lo sport come gioco per i bambini piccoli: cosa devi sapere per iniziare tuo figlio alla pratica dello sport. Fare attività fisica fa bene sin da subito, benefici per l’umore e la formazione scheletrica 

Fare sport, si sa, fa bene a tutti, specie se questo viene svolto all’aria aperta. Ma spesso, i genitori più “prudenti” tendono a posticipare questa scelta, aspettando almeno i 4/5 anni d’età del loro bimbo. Scelta saggia o paura di caricare l’agenda del piccolo con impegni eccessivi? Molte volte è semplicemente un’errata conoscenza in materia. Si pensa allo sport nella maniera che noi, adulti, lo conosciamo: sforzo fisico eccessivo, capacità di coordinamento motorie che i bimbi ancora non possiedono del tutto e un carico di impegno che porta ad uno stress successivo. Ma forse, quel che l’adulto e, in questo caso, il genitore, non sa è che esiste il modo di far praticare sport anche ai più piccoli con quello che si chiama “gioco sport”. Cos’è? e come si pratica? Cerchiamo di fare chiarezza sull’argomento, spronando così anche quei genitori che hanno delle riserve sulla questione attività fisica per i loro bimbi.

L’attività fisica, meglio se all’aria aperta, fa bene in ogni stagione dell’anno, a tutti i bambini. Il monito arriva dalla Società Italiana di Infettivologia Pediatrica (SITIP), che la consiglia anche ai bimbi che soffrono di malattie respiratorie croniche o ricorrenti. Oltre che ai piccolissimi, pronti al via fin dai primi mesi.  Ciò che raccomandano i pediatri è che i bambini dovrebbero fare almeno 30-60 minuti di attività fisica al giorno. E ciò vale anche per i più piccoli. Ma l’attività fisica deve differenziarsi a seconda dell’età: fino ai 6 anni non si può parlare di sport vero e proprio, con corsi strutturati, ma piuttosto di “gioco sport“.

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Bambini e sport: tutti i benefici di praticare attività fisica

bambini e sport
Lo sport per i bambini, quale scegliere (Istock Photos)

Lo sport è sinonimo di salute ed è maestro di vita, tanto da esser riconosciuto dalle Nazioni Unite come un diritto fondamentale. È sempre attraverso lo sport che già da piccoli si ha l’occasione di apprendere i valori alla base della vita: amicizia, solidarietà, lealtà, rispetto per gli altri. Ma anche il lavoro di squadra, l’autodisciplina, l’autostima, la modestia, la capacità di affrontare i problemi, la leadership etc. Inoltre, l’impegno richiesto dall’attività fisica ha un ruolo fondamentale nel tenere lontani gli adolescenti da tutte quelle situazioni rischiose, facilmente avvicinabili alla loro età: tabacco, alcol, droghe etc. Dal punto di vista della salute, i benefici regalati dall’attività fisica sono impagabili, e vanno a costituire un bagaglio di benessere di cui ci si gioverà per tutta la vita. Molti genitori, però, pensano che fare movimento all’aperto possa facilitare le infezioni, una falsa credenza che li porta a sottovalutare gli aspetti positivi. Per questo, abbiamo deciso di dare un messaggio rassicurante in tal senso, per cui praticare una regolare attività fisica contribuisce a un corretto sviluppo del sistema scheletrico e della massa muscolare. Previene l’obesità, contribuendo a ridurre la massa grassa e ad aumentare quella magra, attraverso un aumento del dispendio energetico. Migliora la sensibilità all’insulina, come dimostrato in giovani che soffrono di diabete di tipo 2. Riduce la pressione, nel caso sia alterata. E migliora il profilo lipidico. Per non parlare degli effetti positivi sull’umore. Distinguiamo, allora questi benefici e l’importanza che essi hanno sui bambini sia a livello fisico che psicologico.

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I benefici dello sport a livello fisico praticato da un bambino in età pediatrica sono fondamentali e sono uno strumento indispensabile per:

  • Irrobustire l’organismo, prevenendo le malattie;
  • Prevenire l’obesità, anche nei bambini affetti da Malattie Respiratorie Croniche. Attraverso l’aumento del dispendio energetico contribuisce a ridurre la massa grassa e ad aumentare quella magra, facilitando una crescita del corpo più armonica;
  • Favorire il corretto sviluppo e la salute dell’apparato osseo, aiutandone la saldatura caratteristica di questo periodo di vita;
  • Migliorare la sensibilità all’insulina (come dimostrato in giovani con diabete di tipo 2);
  • Ridurre la pressione sistolica e diastolica (i due valori della pressione arteriosa) nel caso esse siano alterate;
  • Ristabilire il profilo lipidico (grassi circolanti nel sangue), riducendo il colesterolo cattivo (LDL) e aumentando quello buono (HDL), anche in chi prende farmaci.

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I benefici dello sport a livello psicologico invece permettono al bimbo di:

  • Acquisire una buona capacità di adattamento;
  • Combattere ansia e depressione;
  • Aumentare l’autostima, gratificata dall’imparare sempre nuovi esercizi;
  • Divertirsi pur combattendo le difficoltà di norma incontrate;
  • Sentirsi soddisfatti del proprio impegno;
  • Migliorare le capacità sociali, attraverso la cooperazione con altri bambini;
  • Facilitare le capacità cognitive, attraverso l’esplorazione dell’ambiente e l’acquisizione di nuove esperienze.

Insomma, i vantaggi e i benefici che nella pratica dello sport il bimbo acquista sono notevoli sia dal punto di vista fisico, muscolare e scheletrico, sia dal punto di vista psicologico. Praticare sport “scarica” la negatività e la rabbia repressa che, non sapendo come gestirla, un bambino piccolo, può sfociare con il tempo in aggressività e violenza su coetanei e non solo. Ma quale sport scegliere? E qual è l’età giusta per iniziare con lo sport? Tutte domande lecite poste dai genitori che vogliono solo il meglio per il proprio bimbo/bimba. A tal proposito, stiliamo una lista delle attività fisiche che un bimbo può iniziare a svolgere anche in fasce.

Quale sport è più adatto ad un bambino piccolo? La lista dei consigli sportivi

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o sport per i bambini, la lista dei consigli sportivi (Istock Photos)

Non esiste un’attività sportiva ideale in assoluto l’importante è che sia il bambino e non il genitore a sceglierla. Che sia divertente, preferibilmente all’aria aperta o in un ambiente ben areato e soprattutto che sia varia. Che permetta uno sviluppo armonico delle varie capacità motorie del bambino. Se invece, vostro figlio è al di sotto dei 3/4 anni d’età e quindi ancora non consapevole di quale sport possa piacergli o meno, il consiglio è, anzitutto seguire queste linee guida per indirizzarvi su quale sia lo “sport gioco” più adatto a vostro figlio sino ai 2 anni

  • Dai 5 mesi: si può proporre un’ attività a tappeto e a gattoni. Nei primissimi mesi di vita il movimento è apprendimento, ma rinforza anche la muscolatura. L’ideale sarebbe offrire al bebè percorsi motori realizzati con tappeti di diverso spessore, cubi, cuscini, palloni, cerchi e piccoli ostacoli.
  • Da 1 a 2 anni: proponiamo dei momenti di gioco e acquaticità. I bambini di quest’età hanno bisogno di divertirsi all’aria aperta con la supervisione di un adulto. I pediatri consigliano anche la piscina: i corsi in genere partono dai 3 mesi (dopo la prima vaccinazione, come a volte richiesto). La mamma o il papà entrano in acqua con il bambino e lo fanno galleggiare e giocare con la guida di un istruttore. Questa pratica sportiva (che fa bene anche alla mamma o al papà) si chiama con il nome “baby nuoto”.
  • Dai 3-4 anni, si parte con il “gioco sport”. Negli anni della scuola dell’infanzia va proseguito il nuoto, si inizia ad andare in bicicletta e possono cominciare i primi corsi di miniginnastica o miniatletica. Non esiste un’attività sportiva ideale in assoluto, l’importante è che sia il bambino e non il genitore a sceglierla, che sia divertente, preferibilmente all’aria aperta o in un ambiente ben aerato e soprattutto che sia varia e che permetta uno sviluppo armonico delle capacità motorie del bambino.

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Ai bambini al di sotto dei due anni dovrebbero essere proposti da parte dei genitori momenti di gioco istruttivi e poco strutturati. In questa fascia di età hanno bisogno di giocare all’aria aperta con la supervisione di un genitore (passeggiate e giochi al parco). Mentre i bambini in età prescolare  (fino ai 5 anni), dovrebbero partecipare ad attività divertenti, che lascino spazio alla scoperta, con poche regole e istruzioni semplici: correre, nuotare, rotolarsi, giocare a palla.

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I consigli per evitare che vostro figlio abbandoni lo sport

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Come evitare che il bimbo abbandoni lo sport (Istock Photos)

Spesso succede che il bimbo (in età prescolare 6 anni) sia entusiasta di iniziare un nuovo gioco; la novità, il mistero e, appunto il gioco sport stesso diventano una sfida (per un pò), poi sopraggiunge la noia, il bimbo si sente “costretto” ad andare a seguire quel determinato corso di nuoto o di ginnastica e, quello che un tempo era un divertimento, si tramuta in un obbligo. La conseguenza? L’abbandono dello sport, con tanto dispiacere per i genitori che hanno pagato fior di quattrini per nulla. Insomma, una delusione su tutti i fronti – piccoli e grandi. Ma come fare per evitare che questo accada? Si può, seguendo delle semplici raccomandazioni:

  • evitare di proporre attività fisiche ripetitive: fondamentale è il divertimento, senza creare un clima di eccessiva competizione che può indurre frustrazione;
  • lo sport non deve diventare una fonte di stress: una cattiva performance o perdere in una gara possono causare ansia con diminuzione dell’autostima. Spesso i genitori ripongono eccessive aspettative nei propri figli, trasferendo su di loro le proprie aspirazioni, con un impatto disastroso sul loro assetto psicologico;
  • è importante evitare attività di allenamento “unilaterali”,:intese ad incrementare una sola qualità fisica. Questo può bloccare i processi di apprendimento motorio dei giovani. Oltre ad essere dannoso dal punto di vista dello sviluppo muscolo scheletrico.
  • Limitazioni a videogiochi e TV: per incentivare i propri figli a fare o a continuare le attività sportive  il primo passo è limitare il tempo dedicato alle attività sedentarie (TV, computer, videogiochi). Che non dovrebbe superare le due ore giornaliere nei bambini in età scolare e prescolare. Mentre tali attività dovrebbero essere proscritte nei bambini di età inferiore ai due anni. Si tratta di attività dannose perché riducono il dispendio energetico nell’arco della giornata. Possono contribuire ad aumentare l’assunzione calorica, attraverso l’abitudine a spuntini davanti alla TV o a causa delle tentazioni offerte dagli spot pubblicitari.
  • Date il buon esempio: È molto importante, inoltre, che i genitori per primi diano il buon esempio ai loro figli assumendo uno stile di vita attivo e organizzando attività ludico-sportive all’aria aperta che coinvolgano l’intera famiglia. Di per sé, non vi sono poi rischi infettivi nel praticare gli sport, anche se fatti all’aria aperta. Anzi, anche in inverno è importante dedicarsi all’attività sportiva.

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Lo sport per eccellenza dei bambini piccoli: il nuoto, a che età iniziare?

I bambini e il nuoto: cosa devi sapere (Istock Photos)

Il nuoto è considerato lo sport più completo per eccellenza. E’ uno sport adatto a tutte le età, anche per il neonato. Sviluppa tutti i distretti anatomici, dalle braccia alle gambe passando per il tronco, in modo uniforme. E’ in grado di far lavorare i muscoli senza sforzi eccessivi. Spesso ci si pone la domanda fatidica: a che età portare il bambino in piscina? Molte piscine accettano i bambini a partire dai sei mesi di vita. Il motivo di tale limite non è chiaro. Probabilmente perché a sei mesi il bambino è già stato sottoposto alle prime dosi dei vaccini obbligatori. Altri motivi che giustifichino l’attesa e che abbiano un substrato scientifico, non ci sono. Alcuni centri ricevono i bambini dopo il terzo mese. Anche qui, le ragioni sono poco chiare.

Sempre più piscine accettano i neonati dal momento in cui si cicatrizza l’ombelico. Altro elemento importante è che la mamma si senta in forma per intraprendere l’attività. Questa in sé non è faticosa. Implica però spostamenti, vestizione, cambi, che possono renderla impegnativa. La motivazione diventa quindi fondamentale.

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Le piscine che accettano bambini dopo la cicatrizzazione dell’ombelico devono avere requisiti da verificare sempre. Prima di tutto altissimi livelli di standard per le pulizie dei locali e per il controllo delle acque. Requisiti necessari anche se il bambino viene accettato in piscina a 3 mesi oppure a 6 mesi.

Possibilmente la presenza di una vasca dedicata, frequentata solo dai bambini e dai loro genitori. Una vasca piccola, profonda 70 centimetri. La temperatura dell’acqua ideale è di 30 gradi: se è più fredda, i bimbi non si rilassano. Stiamo ovviamente parlando di corsi di baby nuoto. Molto utili al bambino per rilassarsi e per stimolare la motricità. Il nuoto è altro e non si impara certo a pochi mesi.

Tutti gli adulti che accompagnano i piccoli dovrebbero passare un controllo medico in modo da escludere le tipiche patologie che assillano le piscine.

Va tenuto presente però che non è mai tardi per iniziare un percorso di avvicinamento all’acquaticità. Tutti i momenti della vita sono buoni per immergerci in acqua e condividere col nostro piccolo un’ora intensa di giochi a non finire. E’ vero che i bambini che iniziano a stare nell’acqua da piccolissimi (prima dei 6 mesi) vivono con una maggiore intensità il rapporto con l’acqua. Quindi imparano con una facilità e velocità superiori alla media dei bambini che iniziano più tardi. In fondo sono stati nell’acqua per nove mesi e la piscina può essere un’esperienza molto molto simile alla vita nel grembo. Si può quindi sperare che tutti i bambini nella prima infanzia abbiano la possibilità di poter passare un’ora in acqua a giocare intensamente con la mamma o il papà.

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Il nuoto riscontra sempre il consenso dei pediatri in quanto favorisce lo sviluppo e la crescita armonica del corpo. È, infatti, uno sport completo, che prevede l’impiego costante dell’intera muscolatura, senza provocare il rischio di incorrere in strappi. Inoltre, non richiedendo particolari capacità di coordinamento, proprie di un’età più avanzata, è possibile praticarlo già in tenerissima età. Essendo un’attività aerobica, migliora l’ossigenazione e la resistenza fisica. Altro vantaggio importante, così forte da avvalorare la scelta di questo sport per tutti i bambini, è motivato dal fatto che saper nuotare offre una sicurezza in più. Quale? La garanzia di saper affrontare una qualsiasi eventualità di pericolo (da non considerare mai come troppo remota quando si tratta di bambini), nel malaugurato caso si cadesse in una profondità tale da rischiare l’affogamento, e quindi la vita.

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