Bambini e sole: effettivi nocivi e benefici dell’esposizione al sole

Bambini e sole: come esporli (Istock Photos)

Esposizione al sole estivo dei più piccoli. Come prevenire danni permanenti alla pelle, quali sono gli orari migliori per esporre il bimbo ai raggi solari? effetti nocivi e benefici del sole

Con l’arrivo dell’estate il sole diventa cocente e per i più piccoli, giocare sulla spiaggia nelle ore più calde diventa un danno. Da genitori ci chiediamo come intervenire su questo aspetto, come far divertire il nostro piccolo bimbo in spiaggia senza arrecargli danni permanenti alla pelle e non solo a quella. Il sole fa bene, questo si sa, ma i raggi solari in alcune ore del giorno sono molto violenti, specie per la pelle dei bambini piccoli, per non parlare dei neonati, che potrebbero danneggiare la salute del bimbo procurandogli dei danni irrimediabili. Infatti gli esperti affermano che esporre un bambino ad eccessive radiazioni solari  rappresenta il pericolo numero uno per lo sviluppo di melanomi in età adulta. Ecco il decalogo per prevenire i danni all’esposizione solare dei bambini: bambini e sole.

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Lo stesso discorso vale anche per gli adulti, non solo per i bambini. Il nostro corpo infatti, nei primi 20 anni di vita può assorbire fino all’80% di radiazioni solari dell’intera esistenza; ciò espone dunque i bambini ad una maggior necessità di attenzione per evitare che in futuro insorgano complicanze o melanomi (i tumori della pelle).

Proprio per questa capacità della pelle  di memorizzare il danno ricevuto dalle scottature solari accumulate durante l’infanzia, l’IMI ( Intergruppo Melanoma Italiano) ha diffuso sul portale del “Sole per Amico“, con il patrocinio del Ministero della Salute, un decalogo per la prevenzione dei bambini all’esposizione ai raggi UV.  Le ustioni solari non rappresentano la sola conseguenza a un’esposizione eccessiva al sole.
Con gli anni un’esposizione troppo prolungata ai raggi ultravioletti ed ustioni solari ripetute possono causare:

• i tumori della pelle
• l’invecchiamento della pelle (il cosiddetto foto-invecchiamento)
• l’insorgenza di cataratta (cioè un opacamento del cristallino dell’occhio) che può interferire con la
visione.

Bambini e sole: il decalogo della corretta esposizione al sole

Bambini e sole: il decalogo dell’esposizione al sole (istock Photos)

I bambini hanno una pelle più sensibile rispetto a quella
degli adulti e più facilmente soggetta a ustioni. Dovrebbero essere sempre protetti dai raggi solari specialmente durante le ore centrali della giornata.
Di certo non dobbiamo impedire ai bambini di giocare
all’aria aperta. Tuttavia, dobbiamo fare in modo che i
bambini siano adeguatamente protetti dall’eccessiva
esposizione ai raggi UV.
Il modo migliore per proteggere la pelle è quello di mettere una
barriera tra la pelle stessa ed i raggi del sole. In condizioni ottimali si tratta di una barriera naturale: alberi, pergolati e tendoni forniscono un’utile ombra. L’ombra nel
terreno di gioco può anche essere fornita da ombrelloni. Bisogna essere consapevoli che gli UV riflessi da alcuni tipi di terreno (come sabbia o neve) e dai muri possono causare ustioni anche stando all’ombra. È quindi utile indossare cappelli e tenersi coperti.

  • Evitare l’esposizione eccessiva e le conseguenti scottature se si ha un fototipo I o II (chi ha la pelle più chiara) Chi si scotta frequentemente al sole ha maggiori possibilità di sviluppare il melanoma.
  • Esporsi gradualmente per consentire alla pelle di sviluppare una naturale abbronzatura. L’abbronzatura graduale riduce il rischio di scottature solari; partendo da un’esposizione di 45/60 minuti il primo giorno, per poi aumentare ogni giorno il tempo di esposizione fino a ottenere in 15-20 giorni di esposizione solare, potrebbe essere un modo sano per ottenere un’abbronzatura uniforme e duratura. L’utilizzo di creme solari facilita questo obiettivo.
  •  Evitare di esporsi durante le ore centrali della giornata (in Italia tra le 11.00 e le 15.00 ora legale). In tali ore vi è un maggiore irraggiamento del sole e il grado di intensità delle radiazioni ultraviolette è massimo, poiché la quantità di radiazioni UV infatti è collegata all’angolo di elevazione del sole.

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  • Proteggere i bambini dalle scottature ed evitare l’esposizione solare diretta dei neonati fino a 1 anno. Le scottature solari in età pediatrica aumentano il rischio di sviluppare melanoma in età adulta. I neonati infatti, pur avendo un numero di melanociti pari agli adulti, hanno la pelle molto più sottile, pertanto più sensibile al danno da UV. I neonati fino a un anno di età non andrebbero mai esposti direttamente ai raggi solari, mentre ai bambini si consigliano creme solari a protezione molto alta, dai 50 in su.
  • Proteggere in modo particolare alcune sedi corporee come naso, labbra, orecchie, collo, scollato, spalle, cuoio capelluto. Tali zone corporee sono fotoesposte per maggior tempo a causa della loro posizione e sono più frequentemente interessate da scottature solari. Le pelli più sottili, come quella del viso e del collo, hanno una difesa inferiore dai raggi UV, mentre quelle più spesse sono più difese, ma solo dai raggi UVB. È opportuno porre cautela anche per le cicatrici recenti, molto sensibili agli UV.
  • Usare creme solari adeguate al proprio fototipo con filtri per i raggi UVA e UVB; (in caso di allergie ad un componente della crema, consultare il dermatologo che consiglierà un prodotto adatto). Le creme solari riducono il danno perché hanno dei filtri antisolari, che sono sia fisici, cioè sostanze in grado di riflettere i raggi solari come uno specchio, sia chimici cioè capaci di assorbire e bloccare l’energia solare.  La protezione UVB serve fondamentalmente a evitare scottature, ma le creme solari devono proteggere anche contro gli UVA, responsabili dei danni più profondi per la pelle. Per scegliere la crema solare con fattore di protezione adeguato è opportuno conoscere il proprio fototipo e conoscere il tempo di esposizione solare in cui la nostra pelle si arrossa. Tanto più il nostro fototipo è chiaro tanto più il fattore di protezione dovrà essere alto.
  • Approfittare dell’ombra naturale di alberi, tettoie, ombrelloni. L’esposizione al sole è il risultato della congiunzione dell’irradiazione diretta, dell’irradiazione solare diffusa nell’atmosfera e dell’irradiazione riflessa dal suolo: la neve riflette i raggi UV all’80%, la sabbia al 20%, l’acqua al 30%. L’ombra impedisce l’incidenza diretta dei raggi UV sulla nostra pelle anche se non può impedire l’incidenza riflessa dell’UV, che comunque è meno intensa e quindi meno dannosa.
  • Evitare l’utilizzo delle lampade artificiali per abbronzarsi. Dal 2009 l’Organizzazione Mondiale della Sanità considera anche le radiazioni ultraviolette artificiali come carcinogeni completi in quanto sono coinvolte nella formazione dei tumori maligni della pelle come il melanoma, il carcinoma spinocellulare e il carcinoma basocellulare. Dal 2011 in Italia l’uso delle lampade abbronzanti è vietato alle persone più vulnerabili come i ragazzi sotto i 18 anni, le donne in stato di gravidanza, i soggetti che in precedenza hanno sviluppato un tumore maligno della pelle e le persone con pelle chiara che non si abbronzano o che si scottano facilmente con l’esposizione al sole. Le radiazioni UV artificiali hanno un effetto additivo alle radiazioni solari: infatti 20 minuti di esposizione artificiale corrispondono ad una giornata di sole in pieno agosto. L’uso di lettini solari aumenta in maniera significativa il rischio di melanoma e dei carcinomi. Tale rischio aumenta con l’aumentare del numero di sedute e se l’uso comincia in età giovanile, sotto i 35 anni. L’utilizzo è fortemente sconsigliato anche se non vietato a tutti gli adulti perché altrettanto dannoso per la salute come il fumo.
  •  Applicare le creme fotoprotettive in dosi adeguate e per più volte durante l’esposizione. L’efficacia delle creme solari contro i danni dei raggi dipende dalla quantità di crema che si applica sulla cute e dal numero di applicazioni. La quantità raccomandata a livello europeo è di 36 g/applicazione per un intero corpo adulto che corrisponde circa a 6 cucchiai colmi, ma nelle condizioni reali dell’uso quotidiano la quantità di prodotto applicato è nettamente più bassa.

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Non bisogna dimenticare che ogni crema, a causa del sudore o dell’acqua, si diluisce fino a scomparire. Pertanto è importante riapplicarla ogni 2-3 ore per evitare che perda la sua azione protettiva soprattutto in caso di sport all’aperto o dopo avere fatto un bagno in mare o in piscina. Attenzione alla data di scadenza, mediamente una crema solare, dalla sua apertura, dura dai 6 mesi ai 12 mesi ma, è sempre meglio utilizzarne di nuove anno dopo anno, anche se non sono trascorsi i 12 o i 6 mesi dall’apertura.

Effetti nocivi ed effetti benefici dei raggi UV sui bambini

bambini e sole: effetti nocivi e benefici del sole (Istock Photos)

I principali benefici dell’esposizione ai raggi UV sono legati alla loro capacità di attivare la sintesi della vitamina D indispensabile per l’assorbimento del calcio.
È stato osservato che il rischio e/o la mortalità dovuta ad alcune malattie autoimmuni (come la sclerosi multipla, l’asma, il diabete mellito tipo I), malattie cardiovascolari e diversi tipi di cancro
aumentano con l’aumento della latitudine, a cui corrisponde la diminuzione della dose di UV. In pratica, l’aumento del rischio di queste malattie sarebbe dovuto alla mancanza di radiazione UV-B
che stimola la produzione di vitamina D.

Bisogna però ricordare che per attivare la produzione di vitamina D è sufficiente un’esposizione alla radiazione solare di 20 minuti al giorno, lasciando scoperto il 40% della superficie corporea.
I raggi UV sono usati fin dall’antichità per curare diverse malattie della pelle. Molte malattie cutanee, come la psoriasi, la vitiligine, la dermatite atopica e la sclerodermia localizzata, possono essere
curate attraverso la elioterapia (esposizione al sole naturale) oppure tramite l’utilizzo di radiazioni UV artificiali (fototerapia).
L’esposizione ai raggi UV può migliorare i sintomi clinici di tali malattie cutanee indipendentemente dalla sintesi di vitamina D.

Gli UV-A hanno effetti antimicrobici sulla superficie della cute e possono agire come neurotrasmettitori. L’esposizione ai raggi UV può migliorare l’umore attraverso la produzione di endorfine.
Inoltre i raggi UV favoriscono la sintesi dell’ossido nitrico che può ridurre la pressione sanguigna e in generale migliorare l’attività cardiocircolatoria. Infatti può reagire con diversi bersagli come il gruppo eme dei globuli rossi, i residui di cisteina, gruppi di ferro e zinco; queste interazioni possono spiegare il suo ruolo nella vasodilatazione, nella difesa immunitaria, nella neurotrasmissione, nella motilità e nella regolazione della morte cellulare (apoptosi).
La pelle umana sa adattarsi all’esposizione ambientale dei raggi UV aumentando la melanogenesi, inspessendo lo strato corneo, attivando molecole antiossidanti e i sistemi di riparazione del DNA, oppure secernendo citochine.

Mentre per quanto riguarda gli effetti nocivi dei raggi UV sui bambini, possiamo affermare che  le radiazioni UV possono indurre danni degenerativi agli occhi (cataratta), alla pelle, al connettivo e ai vasi sanguigni con foto-invecchiamento, fotodermatosi e fotocarcinogenesi (cheratosi attiniche)
che favorisce l’insorgenza di tumori cutanei tra i quali il carcinoma basocellulare, il carcinoma spinocellulare e il melanoma. L’incidenza di questi tumori è in aumento in tutto il mondo anche a causa di un’eccessiva esposizione ai raggi UV e di un invecchiamento generale della popolazione.  In più, le esposizioni alle radiazioni UV ambientali possono ridurre l’immunità cellulo-mediata, aumentare il rischio di alcune malattie infettive (Herpes virus) e ridurre l’efficacia delle vaccinazioni, con conseguenze dannose per la salute delle popolazioni più povere, soprattutto dei bambini dei Paesi in via di sviluppo posti prevalentemente nella fascia equatoriale.

(Fonte: Il Sole per Amico)

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I diversi fototipi della pelle: in base alla pelle del bimbo usa la crema giusta

bambini e sole
Bambini e sole: i vari fototipi (Istock Photos)

Ogni persona reagisce in modo diverso alle radiazioni ultraviolette. Sapere il proprio fototipo ci permette di avere
una corretta esposizione al sole in base alla risposta che abbiamo ai raggi ultravioletti. La pelle è considerata un vero e proprio organo, il più grande del nostro corpo: la superficie della pelle di una persona adulta è di circa 2 metri quadrati. Lo spessore della pelle varia non solo in rapporto all’età, dunque nel bambino lo spessore sarà minore rispetto all’adulto,  e al sesso, ma anche in relazione alla zona del corpo. Anche il colore delle pelle è variabile e dipende dalle caratteristiche di razza: da roseo nei caucasici a scuro nei neri. Inoltre alcune aree del corpo – ad esempio regione genitale ed areola mammaria – sono più pigmentate e quindi più scure.

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Quindi, ognuno di noi reagisce in modo diverso alle radiazioni ultraviolette. La conoscenza del fototipo, però, ci permette di
avere una corretta esposizione al sole in base alle nostre caratteristiche e alla risposta che abbiamo ai raggi solari. Dunque, scopriamo a quale tipo di fototipo apparteniamo noi e il nostro bambino. Solo così avremo il quadro completo e corretto del tipo di protezione usare sulla nostra pelle.

  • FOTOTIPO 1: capelli biondo-rossi, occhi chiari, carnagione chiara con lentiggini, molto sensibile al sole, si scotta sempre, non si abbronza mai.
  • FOTOTIPO 2: capelli biondi o castano chiaro, occhi chiari, carnagione chiara, spesso presenta lentiggini, sensibile al sole, si scotta con facilità e si abbronza con difficoltà.
  • FOTOTIPO 3: capelli castani, occhi marroni o chiari, carnagione moderatamente scura, può scottarsi, ma si abbronza.
  • FOTOTIPO 4: capelli castano scuro o neri, occhi scuri, carnagione olivastra, si scotta di rado, si abbronza con
    facilità.
  • FOTOTIPO 5: capelli neri, occhi scuri, carnagione bruno olivastra, si abbronza intensamente.
  • FOTOTIPO 6: capelli neri, occhi neri, carnagione nera, non si scotta mai, soggetto di razza nera.

E’ importante dunque, quando si espone il bambino al sole in spiaggia ma anche se si organizza una gita, ricordare, oltre ai panini e le bevande anche il giusto abbigliamento  da adottare e le cose da mettere dentro lo zaino come una crema protettiva, un cappello e altro.
Il bambino ben vestito e ben equipaggiato è il modello più efficiente.
È importante che il genitore faccia attenzione all’equipaggiamento necessario prima di recarsi in spiaggia che non riguardi solo il materiale ludico, ma anche tutto l’abbigliamento, la crema solare e, importantissimo, le ore giuste per recarsi in spiaggia. Evitiamo, dunque un’esposizione nelle ore centrali della giornata, prediligendo le prime ore del mattino e quelle del tardo pomeriggio. In queste ore, i raggi UV non saranno perpendicolari alla terra.

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