Le tappe dello sviluppo motorio del bimbo nel primo anno

bimbo che gattona
Le tappe dello sviluppo motorio del bimbo nel primo annodi vita (Istock Phoots)

Le tappe dello sviluppo motorio del bimbo nel primo anno di vita. Come aiutare il bambino a gattonare e, successivamente, a camminare. Consigli pratici e sviluppo delle capacità motorie del neonato 

Insegnare ad un neonato il modo più semplice per camminare non è per nulla facile. Prima cosa, ricordatevi che un bimbo piccolo deve imparare tutto, non conosce nulla della vita, anche appunto il gattonare, il deambulare e il camminare. Non è così scontato come si pensa, probabilmente per noi adulti che riteniamo il gesto del camminare un qualcosa di naturale e semplice, per un bimbo piccolo diviene un lavoro a tutti gli effetti. E’ come imparare a volare per gli uccelli, all’inizio sembra impossibile ma con la pratica e la pazienza si ottiene tutto. Ricordiamo anche che ogni bimbo sviluppa le proprie capacità motorie in modo diverso, quindi, ci sarà il bambino che sarà un po’ più precoce nel camminare mentre, qualcun altro, ci impiegherà un po’ i più. E’ del tutto normale. La maggior parte dei bambini impara a camminare tra i 10 e i 18 mesi. Tuttavia, prima di riuscirci devono gattonare, stare in piedi e poi deambulare. Ricorda che ogni bambino è un caso a parte, quindi probabilmente tuo figlio dovrà lavorare duro prima di imparare a camminare e a fare i primi passi. La chiave è tanto incoraggiamento ed esercizio per far sì che il tuo bambino si abitui a camminare. Prima, quindi, di iniziare a mettervi all’opera è giusto informarsi su come avviene lo sviluppo motorio di vostro figlio nel primo anno di età. Solo così sarete in grado di capirlo/la e agire di conseguenza.

Potrebbe interessarti anche:Svezzamento del neonato: tutto quello che devi sapere

Lo sviluppo motorio del bimbo nel primo anno di vita (0-12 mesi)

Le tappe dello sviluppo motorio del bimbo (o-12 mesi) IStock photos

Lo sviluppo motorio è un lungo percorso verso la scoperta del mondo. Entro l’anno di vita il neonato passa da non avere la forza muscolare per sorreggere la propria testa a fare i primi passi in autonomia. Le premesse di questo incredibile sviluppo motorio sono il miglioramento della vista che consente anche la coordinazione occhio-mano e l’esercizio della tonicità muscolare. Anche se poco dopo l’anno il bambino è perfettamente in grado di muoversi in autonomia, lo sviluppo motorio si raffina e perfezione negli anni successivi per permettergli movimenti sempre più precisi e complicati. Scopriamo le tappe che il neonato deve affrontare per arrivare all’obiettivo finale: camminare.

Il neonato dalla sua nascita e fino ai 2 mesi di vita presenta alcuni tratti tipici motori quali:

  • fissa i volti
  • muove le gambe in avanti grazie al riflesso di marcia che tenderà poi a scomparire intorno la sesta settimana;
  • Vede motivi in bianco e nero;
  • Sostiene a testa;
  • Messo a pancia in giù spinge con le braccia per alzare la testa e il petto

Dai 3 mesi ai 5 presenta altre caratteristiche, quali:

  • Coordinazione mano-occhio
  • afferra gli oggetti
  • si gira da pancia in giù a pancia in su
  • quando viene sorretto saltella su e giù
  • Sta seduto senza sostegno (fine 5 mese)

Dal 6 mese sino allo’8 mese inizia a:

  • avere il pieno controllo della testa
  • si gira su se stesso in entrambe le direzioni
  • vede bene e nitido
  • inizia a gattonare
  • afferra gli oggetti e li passa da una mano all’altra
  • riesce a stare in piedi se ha un appoggio (fine ottavo mese)
  • prende le cose con pollice ed indice

Dal 9 mese e fino al12 mese il neonato ha già imparato molto “dalla vita” ed ora è pronto per:

  • gattonare bene
  • si tira su da solo appoggiandosi a qualcosa
  • impara a sedersi da in piedi
  • sta in piedi da solo per qualche secondo
  • cammina tenendo la tua mano
  • Sa muovere i primi passi senza appoggiarsi.
  • Ha abbastanza equilibrio per piegarsi e prendere un oggetto.
  • Si diverte a mettere e togliere oggetti da una scatola.
  • Gli piace avvicinare piccoli oggetti uno per uno, usando la punta di indice e pollice.
  • Gioca con piccoli puzzle a incastro, seguendo la dimostrazione di un adulto.
  • È in grado di togliersi i calzini.

Lo sviluppo motorio continua dopo l’anno di vita anche se dopo i primi passi i traguardi potrebbero non sembrare più così evidenti. Poco a poco sono tutte queste piccole conquiste che gli permettono di usare sempre meno il passeggino, muoversi in piena libertà in un ambiente protetto e iniziare a praticare delle attività sportive.

Potrebbe interessarti anche: Bambini e disegno: Cosa vogliono dirci i bambini quando disegnano?

Alla nascita il bambino presenta reazioni motorie automatiche, che sono importanti per verificare lo stato funzionale del SN. Possiede delle abilità geneticamente predeterminate che gli consentono di interagire con l’ambiente ed entrare nello scambio comunicativo con gli altri: riflesso di suzione, di prensione palmare o plantare, di marcia automatica, stimolato alla guancia si volta nella direzione, ecc. Tali riflessi nel corso del primo anno di vita scompaiono lasciando spazio alle abilità motorie successive.

Quindi inizierà a controllare l’assetto del capo verso i 4 mesi, riuscirà a mantenere la stazione seduta verso gli 8 mesi ed intorno al primo anno di vita sarà in grado di fare i primi passi, questa fase è spesso preceduta dal gattonamento. Verso i 3-4 anni si avrà un affinamento delle abilità motorie e comparirà la preferenza di lato che prima dei 7 anni diviene definitiva la dominanza laterale con la maturazione della capacità di mantenere l’equilibrio.

Potrebbe interessarti anche: Come curare la dermatite da pannolino al neonato: cause e rimedi

Come insegnare a tuo figlio a camminare: consigli pratici

bimbo che cammina
Le tappe dello sviluppo motorio del bimbo, come insegnare a farlo camminare (Istock Photos)

I bambini hanno i loro tempi, qualcuno comincia a muovere i primi passi già a 10 mesi, altri invece rimandano il moneto, diventano abili gattonatori e si alzano non prima dei 13-14 mesi. Non c’è fretta e bisogna avere pazienza, senza costringere il bambino a fare movimenti che non gli vengono spontanei e che sono innaturali. Prima o poi verrà il momento giusto per tutti i piccoli di trovare il coraggio e la voglia di alzarsi e muovere i primi passi. Camminare significa diventare autonomi nel movimento, non avere bisogno di essere presi in braccio, portati nel passeggino o nella fascia, ma deve essere una conquista a cui il bambino arriva autonomamente dopo aver esplorato tutti i movimenti possibili. Ma anche se non dobbiamo forzarli possiamo certamente stimolarli, facendo leva sulla loro curiosità e sul desiderio di autonomia indipendenza che comincia a farsi strada intorno ai 10-11 mesi. E allora ecco alcuni pratici consigli da usare per insegnare a vostro figlio la cosa più importante: camminare.

  • Aiutare il bambino a mettersi in piedi: Fai saltellare tuo figlio mettendogli i piedini a contatto con le tue gambe.In questo modo si rafforzeranno i muscoli delle gambe, specialmente se ancora gattona o si mantiene solo in piedi. Inoltre, dovresti mostrargli come piegare le ginocchia e fargli fare pratica, per fargli sviluppare le abilità motorie per alzarsi e sedersi.
  • Compra e usa la sdraietta: intorno al sesto mese di vita, acquista una sdraietta per il tuo bebè, questa le sarà utilissima per i primi movimenti. Evita assolutamente il girello. L’Accademia Americana della Pediatria (AAP) scoraggia l’utilizzo dei girelli per i bambini. Alcuni studi hanno dimostrato che rallentano lo sviluppo motorio e causano problemi alla schiena. Inoltre sono un rischio per la sicurezza, perché possono ribaltarsi o cadere dalle scale.
  • Utilizza dei giocattoli per aiutare tuo figlio ad alzarsi: quindi posiziona un giocattolo fuori dalla portata del bambino, per esempio in alto o in posti in cui deve per forza alzarsi in piedi per raggiungerlo.
  • Allinea i mobili per aiutarlo nella deambulazione: (intorno al 9° mese) La deambulazione è quella fase in cui il bambino comincia a utilizzare i mobili e altre superfici o oggetti per camminare. Allinea i mobili, assicurandoti che siano a prova di bambino, per farlo deambulare in tutta autonomia. Infatti, quanto il tuo bambino comincia a muovere i primi passetti, è meglio sistemare la casa a prova di bambino, perché può raggiungere nuove altezze e, probabilmente, anche nuovi pericoli. Aiuta il tuo bambino a staccarsi dai mobili mentre deambula, facendolo aggrappare con entrambe le mani alle tue dita. Molto presto, comincerà a tenersi con una sola mano e persino a lasciar andare anche quest’ultima.
  • Regalagli un gioco a spinta: un esempio sono i mini carrelli della spesa per i bambini, quelli in plastica. Con un gioco del genere, il tuo bebè acquisirà più controllo perché imparerà a camminare, migliorerà l’equilibrio e acquisterà sicurezza. Se il tuo bambino sta imparando a deambulare da solo, comincia con un giocattolo che non ha le rotelle. Una volta rafforzato, dagliene uno a rotelle. Controlla sempre che i giocattoli a spinta siano robusti e che abbiano una barra o una maniglia a cui aggrapparsi, così come grandi rotelle per evitare che il giocattolo si ribalti.

Potrebbe interessarti anche: In vacanza con il neonato: come organizzarsi per un viaggio no stress

  • Metti tuo figlio in piedi e sorreggilo per le mani: lascia che il bimbo si aggrappi alle tue dita e aiutalo a mettersi in piedi, per fargli sostenere il suo stesso peso. Lascialo camminare e sostienilo tenendolo da sotto le braccia. Più tempo passerà a esercitare le proprie gambe, prima imparerà a camminare da solo. Sostenendo il tuo bambino mentre cammina, lo aiuterai a rafforzare le gambe e a prevenire che diventino storte. Le gambe storte tendono a raddrizzarsi intorno ai 18 mesi, ma la problematica può protrarsi fino ai 3 anni.
  • Incoraggia con complimenti per lo sforzo il tuo bambino: i bimbi, anche se piccoli, necessitano dell’approvazione dei genitori. Quindi, elogia tuo figlio sempre, in tal modo lo spronerai a fare sempre di più.
  • Non usare scarpe in casa: se tuo figlio deve imparare a deambulare, non mettergli nessun tipo di scarpa, ovviamente se siete in casa. Meglio scalzo se siete in estate o al massimo con un paio di calzini antiscivolo. Se il tuo bambino deve camminare all’esterno, assicurati che le sue scarpe siano leggere e flessibili. Evita stivaletti o sneakers alte, perché l’eccessivo supporto alle caviglie può effettivamente rallentarlo, ostacolandolo nei movimenti.
  • Incoraggia il tuo bambino a camminare: invece di metterlo seduto, prova a metterlo in piedi e ad incoraggiarlo ma non esagerare se non vuole.
  • Mettiti dall’altra parte della stanza ed incoraggialo a venire verso di te. In questo modo potrebbe acquisire più sicurezza e motivarlo abbastanza da fargli fare i suoi primi passi.
  • Non scoraggiarti se tuo figlio ha una regressione: Non allarmarti se il tuo piccolo camminatore ritorna a gattonare dopo una brutta caduta o una malattia. Il tuo bambino sta lavorando anche su altri sviluppi fondamentali, come memorizzare i nomi o abituarsi al cibo solido, quindi potrebbero volerci alcune settimane, se non addirittura un mese, prima di camminare. Per i primi tempi, alcuni bambini potrebbero trovare più comodo gattonare invece di deambulare e quindi alternare le due cose prima di camminare da soli completamente.
  • Lascia che il tuo bambino cada, in un ambiente sicuro: Quando il tuo bambino comincia a camminare, potrebbe sbandare o addirittura cadere, nel tentativo di migliorare le proprie abilità motorie. Inoltre, molti bambini non hanno il senso della profondità, quindi tendono a inciampare o a cadere sulle cose, piuttosto che schivarle. Fino a quando casa tua sarà a prova di bambino, per una camminata, e tu starai lì vicino tutto il tempo, non stare in ansia per le inevitabili e numerose cadute. Dopo essere caduto, potrebbe piangere, ma la verità è che sarà più frustrato che dolorante.Il suo pannolino e il suo piccolo sederino fungono da ammortizzatori per le cadute, e presto dimenticherà, prima di te, di essere inciampato e caduto. Evita di fare un dramma sulle piccole cadute, perché sta imparando a camminare da solo.
  • Non paragonare gli sviluppi di tuo figlio con quelli di un altro bimbo: questo consiglio non vale solo per l’insegnamento verso la camminata ma è da tenere presente per tutto. Il tempo necessario al tuo bambino di raggiungere un traguardo importante, come camminare, può variare in base al peso o persino in base alla personalità. l più delle volte, i bambini hanno solo paura di staccarsi dalla tua presa e di fare i primi passi. Quindi è molto importante non solo incoraggiarli e sostenerli per fargli imparare a camminare, ma anche non mettergli troppa pressione e ansia.
  • Non preoccuparti se pensi che tuo figlio abbia i piedi piatti: all’inizio tutti i bambini poggiano il piede completamente a terra, in più quello che tu pensi sia un piede piatto è solo un po’ di grasso che avvolge il piede, ed è normale. Quello strato di grasso in eccesso tenderà a diminuire intorno i due tre anni di vita.
  • Consulta il tuo pediatra se il tuo bambino cade troppo spesso, se le gambe sembrano troppo rigide o se inciampa sempre solo da una parte: potrebbero essere spie d’allarme di eventuali problematiche a nervi, articolazioni o addirittura spinali.

Potrebbe interessarti anche: Come instaurare un buon legame affettivo con vostro figlio

Il Disturbo di coordinazione motoria: cos’è e come affrontarlo

bimbo che deambula
Disturbo della coordinazione motoria del bimbo (Istock Photos)

Le capacità motorie del bambino sono un indicatore molto importante per determinare problemi nello sviluppo o lesioni cerebrali. Questa abilità include la motricità grossolana (movimenti di braccia e gambe) e la motricità fine (coordinazione tra occhi e mani). Tuttavia, dato che trascorrerete molto tempo con i vostri figli, potrete facilmente verificare lo stato di avanzamento nelle diverse tappe che il bambino attraverserà, mese per mese. Se il bambino tarda a camminare non bisogna compiere l’errore di rimproverarlo oppure, al contrario, lodare i suoi coetanei che camminano tranquillamente. E’ chiaro che sostenendolo e aiutandolo, sorreggendolo e rispettano le sue tempistiche prima o poi camminerà anche lui. Dobbiamo cominciare a preoccuparci solo se a 18-20 mesi non cammina ancora, in questo caso è consigliabile una visita di controllo.

Ma qual’è la patologia che può interessare la sfera motoria del bimbo? Nello specifico troviamo il Disturbo di coordinazione motoria. Cos’è e come riconoscerlo.

Se vuoi restare aggiornato sulla categoria maternità, consigli sui bambini e cura del neonato clicca qui!

Nel periodo tra i 3 e i 6 anni il bambino impara a vestirsi e a usare il cucchiaio per mangiare. Con la crescita queste azioni semplici vengono integrate con altre divenendo più complesse e accurate. Affinché queste attività diventino tali occorre che il bambino abbia un buon sviluppo di coordinazione motoria. Essa richiede una regolazione tra muscolo e cervello. Il sistema nervoso centrale deve essere in grado di elaborare le percezioni sensoriali e di trasmettere ai gruppi muscolari il corretto input che darà luogo al movimento.
Il bambino impara inizialmente le competenze grosso-motorie, movimenti ampi che fanno parte del suo repertorio (come potrebbe essere il lancio di una palla o un piccolo saltello), fino ad arrivare a quelle fino-motorie, più accurate (come la presa di piccoli oggetti).
Con l’età quindi non progredisce soltanto il repertorio del bambino ma anche la sua capacità di generalizzazione e di accuratezza nell’esecuzione. In alcuni casi si possono manifestare delle chiare difficoltà nello svolgere i compiti motori senza cause neurologiche apparenti, parliamo in questo caso di Disturbo della Coordinazione Motoria. Tale patologia non costituisce un disturbo unitario; i profili sono molto vari e differiscono da bambino a bambino. Le aree di deficit possono riguardare sia le competenze grosso-motorie che fino-motorie. Alle difficoltà di natura motoria si associano spesso problematiche visuo-costruttive (es. difficoltà nell’assemblare puzzle) e cognitive.

Le caratteristiche più comuni in un bambino con DCM sono molteplici e spesso non coesistono tra loro data l’estrema soggettività del disturbo. Di seguito elenchiamo quelle più comuni dal punto di vista fisico, emotivo/comportamentale e generiche.

Fisiche:

  • Il bambino può presentarsi goffo e impacciato nei movimenti;
  • può avere difficoltà nelle abilità grosso motorie e/o fino-motorie;
  •  può sviluppare in ritardo alcune capacità motorie (come andare in bicicletta);
  •  può avere difficoltà in azioni che richiedono l’uso coordinato di più parti del corpo (come chiudere una zip);
  •  può mostrare difficoltà di equilibrio soprattutto in azioni come salire le scale.

Emotivo/comportamentali:

  • Il bambino può mostrare mancanza di interesse o evitare sistematicamente determinate attività, soprattutto quelle che richiedono un particolare sforzo fisico;
  •  può mostrare scarsa tolleranza alla frustrazione e scarsa autostima;
  •  può evitare di socializzare con i suoi coetanei soprattutto in attività ludiche;
  •  mostra opposizione a cambiare la propria routine soprattutto se questo cambiamento comporta un notevole sforzo fisico e un notevole stress.

É noto che i genitori siano dei perfetti osservatori dei punti di forza e delle debolezze del proprio bambino. Osservando il proprio figlio mentre gioca o interagisce con i suoi coetanei, essi sono i primi a notare se qualcosa non va. Generalmente, escluse particolari situazioni evidenti di ritardo nello sviluppo, sono loro stessi i primi a esprimere preoccupazione su eventuali anomalie circa le capacità del proprio bambino. In caso si possa evidenziare uno di questi comportamenti è buona regola rivolgersi ad un pediatra il quale saprà consigliarti sul da farsi.

Chedonna.it è stato selezionato dal nuovo servizio di Google News, se vuoi essere sempre aggiornato dalle nostre notizie SEGUICI QUI

 

Impostazioni privacy