Zero Waste | Che cosa possiamo fare per aiutare l’ambiente?

Come possiamo combattere l’inquinamento anche in minima parte? Scopriamo insieme che cos’è e soprattutto come si fa a vivere “Zero Waste”.

una busta di plastica può metterci anche 100 anni per decomporsi (fonte: Pexels)

Lo sappiamo tutti, l’inquinamento ha raggiunto ormai livelli inimmaginabili: notizie come quella del pacchetto di patatine ritrovato trent’anni dopo o quelle sulle isole di plastica formatesi nel Mediterraneo ci hanno fatto capire quanto sia grave la situazione.

Negli ultimi anni, per fortuna, la tendenza a diventare “plastic free” ed a sostituire la plastica monouso ha iniziato a prendere piede.

Per ridurre ancora di più il proprio impatto ambientale, alcune persone si sono ingegnate per… non produrre più immondizia!
Il movimento, che si sta diffondendo sempre di più anche in Italia, si propone di azzerare i rifiuti prodotti dal singolo tramite un uso consapevole delle proprie risorse ed alcuni piccoli accorgimenti.

Scopriamo insieme quali sono!

Rifiutato, ridotto, riciclato e… ri-compostato. Ecco la filosofia Zero Waste.

shopper riutilizzabile
una comoda alternativa alle buste di plastica (Fonte: Pexels)

Zero Waste” è più di una movimento: è un vero e proprio modo di vivere.

Noi vi avevamo già raccontato come ridurre l’inquinamento in sei semplici mosse; è importante sapere che per diventare uno zero wasters i primi e più importanti passi da fare sono proprio quelli di cercare di cambiare la propria mentalità.

La prima regola è infatti rifiutare: per gli zero wasters è importante saper dire di no. Prodotti monouso, bottigliette d’acqua e volantini sono alcuni degli oggetti ai quali chi segue questa filosofia ha deciso di rinunciare in toto.
Le soluzioni sono a portata di mano: quasi ogni prodotto usa-e-getta è pensato per sostituire un’alternativa più durevole.
Un bicchiere o uno spazzolino di bambù, una cannuccia in metallo, una borraccia personale e una shopper di tela sono tutti validi sostituti, semplici da reperire e facili da usare che vi permetteranno di ridurre il vostro impatto sull’ambiente.
L’unico sforzo che questi oggetti richiedono è un minimo di manutenzione.
Non preoccupatevi però, prendersi cura della propria borraccia non è assolutamente impegnativo (anche se necessario!).

Dobbiamo, poi, imparare a ridurre: al giorno d’oggi sono troppi gli articoli che acquistiamo senza renderci conto che le nostre azioni hanno delle conseguenze.
Gli abiti fast fashion sono fatti per costare poco e durare ancora meno, mentre le confezioni di frutta e verdure al supermercato possono portare in casa nostra tantissima plastica non riutilizzabile.
Ridurre gli acquisti o valutarli meglio è sicuramente un passo avanti importante.

Ovviamente bisogna anche imparare a riciclare. Noi vi abbiamo già suggerito dieci metodi per riciclare le bottiglie di plastica ma per chi vuole davvero abbracciare questo stile di vita è importante fare ancora di più!
Riciclare, infatti, vuol dire anche impegnarsi in prima persona per utilizzare tutto quello che abbiamo in casa, producendo quello di cui abbiamo bisogno a costo zero!
Se non lo credete possibile, potete leggere qui come preparare un detergente per il vostro bagno con soli ingredienti naturali e fare un primo tentativo.
La semplicità di tutta l’operazione vi lascerà a bocca aperta!

Ed infine, il compost! Per diventare veri e propri zero waster dovrete abituarvi all’idea di separare i vostri rifiuti organici in modo da permetterne il compostaggio.
Ma lasciarli nel cassonetto della raccolta differenziata non è l’unica soluzione!
Molti dei nostri scarti di cucina sono ottimi per concimare le nostre piante ed il nostro giardino; in tanti riutilizzano bucce di banana e gusci d’uovo in questo senso contribuendo a ridurre gli sprechi e salvare l’ambiente.

compost
le bucce di mandarino possono essere utilizzate in vari prodotti fai-da-te per la cura del corpo! (Fonte: Pixabay)

Insomma, il percorso per ridurre i propri rifiuti non è così difficile e si può affrontare con calma, seguendo i propri ritmi.
E voi? Siete pronti per diventare… a rifiuti zero?

di Federica Caliendo

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