Plastica in mare | La scadenza su un pacchetto di patatine fa riflettere

La scadenza riportata su un pacchetto di patatine ritrovato all’Isola d’Elba ci fa capire il problema di inquinamento legato alla plastica in mare.

plastica in mare
Foto da GettyImages

La prossima volta che ti dirai troppo stanca per fare la differenziata, quando getterai nel wc un cottonfioc senza pensarci o, peggio ancora, quando al mare ti lascerai scivolare l’incartamento di una caramella in acqua, è allora che dovrai pensare a lui, al pacchetto di patatine ritrovato su una spiaggia dell’Isola d’Elba.

Potrebbe sembrare l’ennesimo semplice esempio di inciviltà dell’uomo e senza dubbio lo è, ma in modo assai più iconico di quanto possiamo immaginare.

A destare infatti il generale stupore e una conseguente seria riflessione è stata infatti la data di scadenza riportata sul pacchetto di patatine in questione.

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Plastica in mare: la shoccante scadenza del pacchetto di patatine

plastica mare
Foto da Vele Spiegate – Legambiente

2 settembre 1990, questa la data shock riportata sul logoro pacchetto di patatine ritrovato dai volontari di Legambiente sulle spiagge de “i Salandri” all’isola d’Elba durante un’iniziativa di raccolta di rifiuti organizzata dall’associazione ambientalista lo scorso mese di agosto.

Lo stato di corrosione della plastica già faceva chiaramente intuire il lungo viaggio che il pacchetto di patatine doveva aver attraversato ma certo difficilmente si sarebbe ragionato in termini di decenni.

Sbiadito da sole e salsedine, il pacchetto presentava colori e scritte alterate ma la data di scadenza risultava ancora più che ben visibile: una sorta di monito lasciato dal fato per farci riflettere tutti insieme.

Quella plastica ha viaggiato nel mare quasi tre decenni, 29 anni, rimanendo ancora praticamente intatta. Questo è il potenziale di sopravvivenza dei rifiuti che continuiamo a gettare nei nostri mari, che minacciano l’ecosistema, che rischiano di mettere a repentaglio la vita di delfini, tartarughe e molti altri abitati degli abissi.

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Come spiega assai efficacemente il sito del WWF:

“L’inquinamento da plastica rappresenta oggi una delle emergenze ambientali più gravi per il nostro Pianeta e per le specie marine che abitano nei nostri oceani.

Nel Mar Mediterraneo sono 570mila le tonnellate di plastica che finiscono ogni anno in acqua, l’equivalente di 33mila bottigliette al minuto. 

Per salvare i nostri mari e tutelare le centinaia di specie marine che rischiano di sparire per sempre a causa dell’inquinamento da microplastica e macroplastica, urge un Accordo Globale tra i Paesi delle Nazioni Unite. ” 

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Durante la giornata in cui il sacchetto è stato ritrovato, i volontari hanno raccolto anche 600 pezzi di polistirolo, bottiglie di plastica, pezzi di gomma, e 45 tra lattine e scatolette di tonno. Forse questi avranno fatto un viaggio più breve ma certo non meno pericoloso per il nostro mare e i suoi abitanti.

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