Come si starà in spiaggia e al mare? INAIL e ISS dettano le linee guida

INAIL e ISS dicono la loro circa le regole per andare al mare in questa estate 2020. Come vivremo le spiagge nei prossimi mesi?

ombrelloni mare
Foto da Pixabay

Il caldo avanza, le temperature si fanno sempre più elevate, il cielo sempre più blu ed ecco che arriva: la voglia di andare al mare.

Subito dopo però arrivano le note dolenti. Ci ricordiamo di essere nel pieno della fase due e, così, anche andare al mare diventa improvvisamente una missione carica di ostacoli e, soprattutto, di punti interrogativi.

Già perché tra mascherine, distanze di sicurezza, igenizzazione e affini la spiaggia risulta un luogo ostico da affrontare, soprattutto perché anche ai piani superiori non sanno ancora bene come guidarci.

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In spiaggia solitamente siamo abituati ad affollarci, mettere l’asciugamano anche a un centimetro da quello del nostro vicino, occupare il bagnasciuga con bacchettoni e palloni per poi andare al bar e spintonarci in fila per il gelato. Uno scenario decisamente non a prova di fase due.

Che cosa fare allora? Non resta che attendere indicazioni. Il Governo si pronuncerà a breve e le regioni potranno poi dire la loro, “tagliando su misura” il regolamento per la loro territorialità e personalissime necessità.

Intanto però qualcuno si è già pronunciato. INAIL e ISS hanno infatti elaborato un documento in cui prospettano i rischi legati all’afflusso della popolazione italiana in spiaggia e, con essi, propongono alcune misure che dovrebbero tenere a bada il contagio rendendo sicuri i luoghi di balneazione.

Studiamo insieme questo documento e le sue proposte.

Regole di INAIL e ISS per andare al mare durante la fase 2

spiaggia attrezzata
Foto da Pixabay

“La nuova pubblicazione, approvata dal Comitato tecnico scientifico per l’emergenza, punta a fornire al decisore politico elementi di valutazione sulla possibile rimodulazione delle misure di contenimento del virus, con l’obiettivo di tutelare la salute dei lavoratori e dell’utenza.”

Così INAIL e ISS presentano il loro Documento tecnico sull’analisi di rischio e le misure di contenimento del contagio da SARS-CoV-2 nelle attività ricreative di balneazione e in spiaggia, un vero e proprio vademecum dunque in cui i due enti illustrano i possibili rischi della stagione balneare e come prevenirli così da contenere la diffusione del contagio e lasciare solo il bello dell’andare finalmente al mare.

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Già nella pagina introduttiva al documento, INAIL e ISS specificano che la stesura dello stesso è stata preceduta da diverse considerazione, la più importante della quale ha preso in esame l’estrema varietà territoriale italiana, le diverse necessità che ogni regione deve tenere in considerazione prima ancora di valutare l’adozione delle diverse norme di sicurezza:

“Nel Documento relativo al settore della balneazione, viene indicata una strategia di gestione del rischio che tenga conto di vari aspetti, che riguardano il sistema integrato delle infrastrutture collegate con la meta di balneazione, gli stabilimenti e le spiagge libere. Determinare l’area utilizzabile dai bagnanti richiede inoltre valutazioni specifiche, perché le aree costiere sono molto differenti tra loro. Si ritiene quindi opportuna l’adozione da parte delle autorità locali di piani che permettano di prevenire l’affollamento delle spiagge, anche tramite l’utilizzo di tecnologie innovative.”

Da dove partire allora? Innanzitutto dal differenziare spiagge libere e stabilimenti balneari.

Si inizia allora da questi ultimi che, in primo luogo, dovranno rivedere le modalità di accesso dei loro clienti:

“Per consentire un accesso contingentato agli stabilimenti balneari e alle spiagge attrezzate, viene suggerita la prenotazione obbligatoria, anche per fasce orarie. Si raccomanda, inoltre, di favorire l’utilizzo di sistemi di pagamento veloci con carte contactless o attraverso portali/app web. Vanno inoltre differenziati, ove possibile, i percorsi di entrata e uscita, prevedendo una segnaletica chiara.”

Che cosa si troverà davanti il bagnante una volta entrato nel suo stabilimento di fiducia?

“Per garantire il corretto distanziamento sociale in spiaggia, la distanza minima consigliata tra le file degli ombrelloni è pari a cinque metri e quella tra gli ombrelloni della stessa fila a quattro metri e mezzo. È opportuno anche privilegiare l’assegnazione dello stesso ombrellone ai medesimi occupanti che soggiornano per più giorni. In ogni caso è necessaria l’igienizzazione delle superfici prima dell’assegnazione della stessa attrezzatura a un altro utente, anche nel corso della stessa giornata. È da evitare, inoltre, la pratica di attività ludico-sportive che possono dar luogo ad assembramenti e giochi di gruppo e, per lo stesso motivo, deve essere inibito l’utilizzo di piscine eventualmente presenti all’interno dello stabilimento.”

Se dunque avevate scelto lo stabilimento per il loro intrattenimento o perché metteva a disposizione anche una bella piscina, be’, forse dovrete rivedere la vostra scelta.

Entrando nel vivo del documento si leggono poi normative ancor più puntuali e restrittive:

  • Le attrezzature complementari assegnate in dotazione all’ombrellone (ad es. lettino, sdraio, sedia) dovranno essere fornite in quantità limitata al fine di garantire un distanziamento rispetto alle attrezzature dell’ombrellone contiguo di almeno 2 metri; le distanze interpersonali possono essere derogate per i soli membri del medesimo nucleo familiare o co-abitante.
  • Tra le attrezzature di spiaggia (lettini, sdraie, etc.) ove non allocate nel posto ombrellone, dovrà essere garantita la distanza minima di 2 metri l’una dall’altra.

[…]

  • Per le cabine, va vietato l’uso promiscuo ad eccezione dei membri del medesimo nucleo familiare o per soggetti che condividano la medesima unità abitativa o recettiva prevedendo un’adeguata igienizzazione fra un utente e il successivo.

[…]

  • Per la fruizione di servizi igienici e docce va rispettato il distanziamento sociale di almeno 2 metri, a meno che non siano previste barriere separatorie fra le postazioni.
 
  • Deve essere garantita vigilanza sulle norme di distanziamento sociale dei bambini in tutte le circostanze.
  • Nel complesso, evitare promiscuità nell’uso di qualsiasi attrezzatura da spiaggia, possibilmente procedendo all’identificazione univoca di ogni attrezzatura.”

Infine, molta attenzione alle norme igienico sanitarie che, certo, non vengono meno perché ci si troverà in riva al mare

  • Gli utenti indossano la mascherina al momento dell’arrivo, fino al raggiungimento della postazione assegnata e analogamente all’uscita dallo stabilimento.
  • Vanno installati dispenser per l’igiene delle mani a disposizione dei bagnanti in luoghi facilmente accessibili nelle diverse aree dello stabilimento.
  • Pulizia regolare almeno giornaliera, con i comuni detergenti delle varie superfici e arredi di cabine e aree comuni.
  • Sanificazione regolare e frequente di attrezzature (sedie, sdraio, lettini, incluse attrezzature galleggianti e natanti), materiali, oggetti e servizi igienici, limitando l’utilizzo di strutture (es., cabine docce singole, spogliatoi) per le quali non sia possibile assicurare una disinfezione intermedia tra un utilizzo e l’altro.
  • Pulizia dei servizi igienici più volte durante la giornata e disinfezione a fine giornata, dopo la chiusura; all’interno del servizio dovranno essere disponibili, oltre al sapone per le mani, prodotti detergenti e strumenti usa e getta per la pulizia che ciascun cliente potrà fare in autonomia.
  • Per quanto concerne le docce esse devono essere previste all’aperto, con garanzia di una frequente pulizia e disinfezione a fine giornata.”

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Discorso più complesso è quello legato alle spiagge libere, zone in cui, per definizione, ogni aspetto, dalla per definizione degli ombrelloni alla fruizione dei vari spazi, è lasciato alla più totale anarchia.

Senza dubbio qualcosa dovrà cambiare, ma come?

“L’accesso a spiagge libere di grande attrazione potrebbe essere organizzato adottando un piano integrato che tenga conto della determinazione del numero di accoglienza massima possibile e che preveda un accesso regolamentato tramite prenotazione online. Tale misura potrebbe essere integrata anche a beneficio del contact tracing. Inoltre, la mobilità connessa dovrà essere efficacemente valutata e adattata ai flussi determinati.”

Nel documento però si scende ancor più nel dettaglio, proponendo misure pratiche per il rispetto delle distanze di sicurezza anche in queste “zone franche”:

“Per favorire l’informativa all’utenza, è necessaria l’affissione nei punti di accesso – che dovranno essere puntualmente individuati – alle spiagge libere di cartelli in diverse lingue contenenti indicazioni chiare sui comportamenti da tenere, in particolare il distanziamento sociale di almeno un metro ed il divieto di assembramento.

Anche al fine di favorire il contingentamento degli spazi, va preliminarmente mappato e tracciato il perimetro di ogni allestimento (ombrellone/sdraio/sedia), – ad esempio con posizionamento di nastri (evitando comunque occasione di pericolo) – che sarà codificato rispettando le regole previste per gli stabilimenti balneari, per permettere agli utenti un corretto posizionamento delle attrezzature proprie nel rispetto del distanziamento ed al fine di evitare l’aggregazione.

Tale previsione permetterà di individuare il massimo di capienza della spiaggia anche definendo turnazioni orarie e di prenotare gli spazi codificati, anche attraverso utilizzo di app/piattaforme on line; al fine di favorire la prenotazione stessa potrà altresì essere valutata la possibilità di prenotare contestualmente anche il parcheggio, prevedendo anche tariffe agevolate, ove possibile.

Tale modalità favorirà anche il contact tracing nell’eventualità di un caso di contagio.

Dovranno altresì essere valutate disposizioni volte a limitare lo stazionamento dei bagnanti sulla battigia per evitare assembramenti.

Devono essere assicurate opportune misure di pulizia della spiaggia e di igienizzazione delle attrezzature comuni, come ad esempio i servizi igienici, se presenti.

È opportuno, ove possibile, affidare la gestione di tali spiagge ad enti/soggetti che possono utilizzare personale adeguatamente formato, valutando altresì la possibilità di coinvolgimento di associazioni di volontariato, soggetti del terzo settore, etc., anche al fine di informare gli utenti sui comportamenti da seguire, nonché per assicurare le misure di distanziamento interpersonale in tutte le attività sull’arenile ed in acqua.”

stabilimento balneare
Foto da Pixabay

Questa dunque una panoramica su quanto suggerito da INAIL e ISS al Governo italiano in fatto di spiaggia e mare.

Le norme verranno applicate senza variazioni? Lo scopriremo presto, intanto cliccate sul seguente link per leggere il documento completo.

Documento tecnico sull’analisi di rischio e le misure di contenimento del contagio da SARS-CoV-2 nelle attività ricreative di balneazione e in spiaggia

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