Coronavirus | L’aria condizionata diffonde il contagio oppure no?

L’aria condizionata favorisce la diffusione del Coronavirus? I virologi sembrano tutti d’accordo: il rischio è limitato, ma cosa c’è da sapere?

aria condizionata coronavirus
(Fonte: Pixabay)

La diffusione del Coronavirus avviene attraverso il contatto ravvicinato tra persone che potrebbero scambiarsi le ormai famose “goccioline” di saliva o di muco che contengono il virus.

Le goccioline che rimangono in sospensione nell’aria, ad esempio dopo uno starnuto, potrebbero diffondersi come un aerosol ed essere inalate da altri soggetti, che finirebbero contagiate.

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Rimanere a un metro di distanza dalle altre persone limita moltissimo il rischio di contagio perché le goccioline di saliva o di muco non si diffondono normalmente oltre il raggio di un metro.

L’aria condizionata però potrebbe provocare il cosiddetto effetto vento all’interno di un ambiente chiuso: potrebbe cioè spostare le goccioline sospese nell’aria a una distanza maggiore di un metro, rendendo inutile il distanziamento sociale a cui ci stiamo abituando.

Dovremo quindi rassegnarci a non utilizzare l’aria condizionata e a soffrire il caldo per gran parte dell’estate? E i sistemi di condizionamento dell’aria sono tutti uguali? Quali sono le differenze e come possiamo utilizzarli in modo sicuro?

Coronavirus e aria condizionata: nessun allarmismo

fase due casa
Foto da Pixabay

In linea generale il parere della maggior parte degli esperti italiani (almeno di quelli che si sono espressi pubblicamente sull’argomento nelle ultime ore) è il rischio di un colpo di calore è ben più alto del rischio di contrarre il Coronavirus a causa dell’aria condizionata.

Questo perché, ha spiegato il virologo Fabrizio Pregliasco durante un recente servizio de Le Iene, l’aria condizionata favorisce “l’abbattimento” delle goccioline in sospensione, che cioè precipitano al suolo più velocemente. Dal momento che il virus rimane “in sospensione” nell’aria per meno tempo, il rischio di contagio per le persone che condividono lo stesso ambiente della persona infetta si abbassa notevolmente.

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Per quanto riguarda l’utilizzo di un impianto di condizionamento domestico, cioè l’aria condizionata di casa, è importante però posizionare le bocchette in maniera tale che il flusso d’aria non sia diretto in direzione delle persone ma sia diretto verso l’alto, così da diffondersi in maniera più omogenea ed evitare “l’effetto vento”.

Un consiglio da seguire in ogni caso, a prescindere dal Coronavirus, è quello di mantenere le bocchette del condizionatore sempre pulite e libere da muffe e sporcizia, per evitare la diffusione dell’aria di batteri e polvere che possono causare allergie e starnuti.

Il sistema di condizionamento dell’aria che si utilizza in casa è diverso da quello che viene utilizzato negli ambienti pubblici di grandi dimensioni come supermercati e ospedali, e risulterebbe molto poco rischioso.

La diffusione del coronavirus a causa dell’aria condizionata sarebbe stata osservata in “situazioni molto particolari” ha spiegato Pregliasco, come le terapie intensive degli ospedali e (forse, ma non è certo) nel caso della Diamond Princess, la nave da crociera su cui sono stati registrati più di 700 casi di infezione 5 decessi. Pregliasco ha quindi rassicurato gli italiani che non ci sono dati scientifici che collegano l’uso dell’aria condizionata alla diffusione del virus.

L’infettivologo napoletano Franco Faella, sempre ai microfoni de Le Iene, ha aggiunto che l’unica precauzione da prendere nei supermercati e negli altri ambienti pubblici in cui è attiva l’aria condizionata, è di indossare la mascherina e di lavarsi le mani il prima possibile appena fuori dall’esercizio commerciale.

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Sostanzialmente d’accordo con il parere degli altri due esperti è il dottor Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, che ha voluto chiarire il parere della comunità scientifica in merito a uno studio pubblicato sulla rivista americana Emerging Infectious Deseases. In quello studio si dimostrava che il virus aveva “viaggiato” tra due gruppi di persone sedute a un metro di distanza tra loro in un ambiente in cui era attiva l’aria condizionata. Rezza ha affermato: “Si tratta di un caso eccezionale, non è l’aria condizionata in sé a trasmettere il virus”.

 

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Su Adnkronos il presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale Alessandro Milani è intervenuto sul tema dell’aria condizionata di casa raccomandando di lavare con acqua e sapone liquido i filtri degli split del condizionatore, mentre i motori esterni, che normalmente sono posizionati sui balconi o all’esterno delle abitazioni, dovrebbero essere periodicamente sanificati grazie all’intervento di tecnici specializzati, operazione che sarebbe consigliabile eseguire anche sugli impianti per il condizionamento dell’aria di grandi ambienti come uffici e palestre.

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