La Fase Due della lotta al Coronavirus sarà avviata dal 4 Maggio e significherà la riapertura di molte attività commerciali, ma potremo andare al ristorante? La proposta di Federcuochi dà un’idea di cosa ci si dovrà aspettare.
Le imprese italiane, o almeno una parte di esse, aspettano di riaprire il 4 Maggio. Da quel giorno, a meno di grandi cambiamenti nei programmi del Governo Italiano, l’Italia dovrebbe riconquistare la propria normalità.
I settori economici più legati di altri alla dimensione sociale e conviviale, tuttavia, dovranno lavorare moltissimo per mettere le proprie imprese in condizione di rispettare le misure di sicurezza che continueranno a essere attive su tutto il territorio nazionale.
SULLO STESSO ARGOMENTO: Verso la fase 2: l’idea del governo
Il settore della ristorazione, quindi, sarà quello che più di altri dovrà mettere in atto nuove prassi e fornire agli addetti ai lavori nuovi strumenti per poter garantire la massima sicurezza dei clienti.
Ecco cosa prevede e cosa propone Federcuochi, un’importante associazione di categoria per tutti coloro che lavorano nella ristorazione e, in particolare, in cucina.
Fase Due secondo Federcuochi: al ristorante, ma con tanti cambiamenti
La parola d’ordine, per la Fase Due, sarà prudenza: per questo motivo i ristoratori dovranno attivare, secondo Federcuochi, una serie di modifiche strutturali per consentire alle persone di consumare un pranzo o una cena fuori casa.
Gli imprenditori della ristorazione però, a prescindere dalle idee di questa o quella organizzazione, dovranno principalmente adeguarsi alle indicazioni date dal governo che, si spera, siano comunicate in tempi utili e soprattutto in maniera omogenea per tutto il territorio nazionale.
Per sostenere le spese a cui andranno necessariamente incontro gli imprenditori Federcuochi auspica la possibilità di far ricorso ai ristobond, cioè alla vendita di obbligazioni che permetteranno ai grandi attori della finanza nazionale e internazionale di mettere a disposizione del settore della ristorazione la liquidità necessaria a coprire le spese di adeguamento.
SULLO STESSO ARGOMENTO: Coronabond: le richieste del governo
A parte il sostegno economico però, secondo Federcuochi l’unico modo per salvare il settore della ristorazione è riaprire i ristoranti il prima possibile, approfittando della bella stagione per spingere la ristorazione all’aperto.
Naturalmente tutti gli addetti ai lavori, e in particolare coloro che preparano il cibo dovranno essere dotati di mascherine FFP1, che si spera di poter acquistare a prezzi agevolati e senza IVA.
SULLO STESSO ARGOMENTO: Le mascherine chirurgiche servono davvero?
Dal lato clienti, il cambiamento più invadente potrebbe essere quello delle strutture di plexiglass da inserire come divisorio tra i commensali, in maniera da non perdere coperti.
I membri di una stessa famiglia potrebbero dover consegnare un’autocerficazione al personale di sala in cui la famiglia si assume la responsabilità di mangiare a uno stesso tavolo senza divisori.
Naturalmente, la distanza sociale dovrà essere mantenuta anche aumentando le distanze tra i vari tavoli e, quindi, diminuendo la capienza della sala (e gli introiti del locale).
Fondamentale sarà inoltre l’organizzazione delle prenotazioni in maniera da non eccedere mai le presenze massime consentite in una sala e l’utilizzo di coprivivande per evitare il contagio delle portate nel tragitto tra la cucina e il tavolo di destinazione.