Coronavirus | La fase due si avvicina, cosa cambierà in Italia dal 4 maggio

La fase due si avvicina. L’Italia si prepara ad una lenta e graduale ripresa delle attività, dal prossimo 4 maggio si potrà parlare di nuova normalità nell’emergenza Coronavirus.

I cittadini si preparano a vivere la fase due
I cittadini si preparano a vivere la fase due (Getty Images)

Le festività pasquali hanno portato consiglio e, visto il senso civico dimostrato dalla cittadinanza in tutta Italia dove – nonostante Pasqua e Pasquetta – sono stati rispettati i divieti di circolazione in vigore per contrastare l’emergenza Coronavirus, si può cominciare a parlare (finalmente) di fase due. A dire il vero nei palazzi del potere, Governo e amministrazioni regionali, se ne discute già da un po’.

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Lo Stivale, dunque, si prepara ad un lento e graduale ritorno alla normalità: viene da chiedersi in questi casi cosa sia davvero normale, ma in un periodo di privazioni e sgomento come quello che stiamo vivendo, anche poter tornare liberamente a fare una passeggiata senza avere il dubbio di commettere una pericolosa infrazione è già un traguardo. Da oggi, infatti, possono riaprire volendo librerie e negozi d’abbigliamento per bambini. Oltre alle attività riguardanti la cura del verde, le forestali, l’industria del legno, la produzione di computer e le opere idrauliche insieme al commercio all’ingrosso di carta e cartone. Il Governo ha dato il via, ma ha lasciato anche libertà di scelta alle singole Regioni di poter procedere oppure no.

Italia, fase due: si lavora per salvare la stagione estiva

Coronavirus, la riapertura sarà graduale regione per regione
Coronavirus, la riapertura sarà graduale regione per regione (Getty Images)

Infatti, in Italia, il provvedimento verrà seguito in ordine sparso: qualcuno si fida ad alzare nuovamente alcune saracinesche, qualcun altro invece è più titubante e preferisce – quando in ballo c’è la salute – restar chiuso ancora un po’. Con tutte le conseguenze economiche che quest’ultima scelta comporta.

Tuttavia, lo Stato non intende lasciare indietro nessuno: “Uniti ce la faremo”, si ripete da settimane. Su questo leitmotiv si andrà avanti: la vera e propria fase due dovrebbe cominciare, se i numeri e le statistiche riguardo i contagi saranno incoraggianti, dal prossimo 4 maggio. Prima di quella data si compiranno, sul territorio nazionale, piccoli e determinanti passi verso un nuovo ordine civico.

Priorità la avranno – necessariamente – alcuni settori industriali: quelli della moda e delle auto, sempre mantenendo regole ferree, come insegnano Ferrari e Ducati che già sono alle prese con determinati test per sanificare e rendere adeguati gli ambienti di lavoro. Medico sempre presente non solo negli ambienti di produzione, test sierologici, distanziamento sociale nelle fabbriche e costanti controlli della temperatura.

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Questi i requisiti essenziali, con relativi accorgimenti, affinché ogni attività possa essere riaperta gradualmente. L’iter degli scaglioni, che potrebbe verificarsi su larga scala dal 4 maggio, riguarderà anche l’allentamento dei divieti di circolazione: gli ultimi a poter uscire di casa nuovamente (senza restrizioni particolari) saranno i cittadini con più di 70 anni. La mappatura della popolazione, per verificare le condizioni generali, verrà fatta attraverso test sierologici prevista anche una app che dovrebbe monitorare gli spostamenti affinché si possa ricostruire l’eventuale vicinanza con una persona positiva. Così facendo ciascun cittadino avrà la propria situazione sanitaria completamente a portata di mano e perennemente sotto controllo.

Anche durante la ripresa graduale, chi potrà dovrà continuare a lavorare in smart working. Questo significa che, se dovesse effettivamente concretizzarsi la possibilità di circolare tranquillamente in strada con la bella stagione, alcune attività lavorative dovranno comunque esser portate avanti da casa. A scopo precauzionale. Gli impieghi che, invece, avranno bisogno per forza di personale in loco potranno ricorrere ad ingressi scaglionati e orari differenziati. Sui mezzi di trasporto, in particolare autobus, tram e metro, dovranno esserci soltanto persone a sedere e a distanza per evitare futili assembramenti.

La proporzionale riconquista della nostra routine dovrebbe far sì che sia possibile concepire persino una ripartenza – progressiva e profondamente labile – dell’industria turistica: l’obiettivo resta quello – almeno secondo il Governo che ci sta lavorando – di poter tornare a spostarsi d’estate. Difficile pensare di potersi recare all’estero con quarantene e blocchi, tuttavia dovrebbe essere possibile nuovamente visitare i luoghi aperti (turistici e culturali) del nostro Paese. Il distanziamento sociale sarà comunque la regola principe, ma le ferie italiche potrebbero salvarsi all’insegna di una stagione estiva particolarmente strana ma realizzabile.

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