Pepe Reina | L’ex portiere del Napoli positivo al COVID-19: “Sto bene ma che paura”

Pepe Reina, portiere spagnolo ex di Milan e Napoli, ha contratto il Coronavirus. L’estremo difensore dell’Aston Villa racconta la sua esperienza al Corriere dello Sport.

Reina positivo al Covid-19, il racconto
Reina positivo al Covid-19, il racconto (Getty Images)

Il Coronavirus ha sconvolto anche il calcio internazionale, la Serie A ne sta facendo le spese – fra positivi e giocatori in quarantena mentre è tutto fermo – ma non è la sola. Anche la Premier è nell’occhio del ciclone, il campionato inglese non si giocherà fino almeno al 30 aprile. Successivamente potrebbe prendere corpo un’idea che in molti definiscono “folle” per portarlo a termine: giocare le 92 partite mancanti nell’arco di un mese e mezzo, con le venti squadre in ritiro presso località isolate, a distanza ravvicinata l’una dall’altra. Burocrazia e scadenze a parte, in Premier – per il momento – preoccupa la questione contagi.

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Infatti, sono più di qualcuno i positivi al COVID-19. Dopo Arteta, allenatore dell’Arsenal, anche Reina – fra gli altri – ha contratto il Coronavirus: l’estremo difensore dell’Aston Villa ha raccontato la sua esperienza dopo aver saputo di essere positivo. L’ex portiere di Napoli e Milan descrive in maniera puntuale e circostanziata la situazione che sta vivendo sulle pagine del Corriere dello Sport:

Coronavirus, Reina: “In Inghilterra tamponi solo a malati gravi”

Reina racconta i sintomi del Coronavirus
Reina racconta i sintomi del Coronavirus (Getty Images)

I medici della Premier, mi hanno dato tutte le informazioni necessarie, oltre al protocollo da seguire. Qui in Inghilterra i tamponi li fanno esclusivamente ai malati gravi, nel mio caso non vi erano dubbi. Virus. Il fisico ha reagito bene. Ti dico la verità, a parte qualche momento non facile, è stato come se avessi avuto l’influenza, solo più pesante”, ammette il portiere.

Reina, poi, spende qualche parola sullo stile di vita che sta portando avanti per non nuocere ai propri cari. Un appunto anche sul futuro professionale che lo attende: “Isolato lo sono stato dopo aver accusato i primi sintomi del virus. Febbre, tosse secca, un mal di testa che non mi abbandonava mai, quel senso di spossatezza. L’unico spavento quando per venticinque minuti mi è mancato l’ossigeno, come se la gola si fosse improvvisamente ristretta e l’aria non riuscisse a passare… I primi sei, otto giorni li ho trascorsi chiuso in una stanza”. Infine le prospettive di carriera: “Sono in prestito fino a maggio. Ma quale maggio, forse giugno, luglio, agosto… ero venuto a Birmingham perché avevo bisogno di giocare ogni fine settimana, volevo sentirmi di nuovo protagonista e la sfida che mi aveva proposto l’Aston Villa era l’ideale. Adesso non so più quando, né come finirà”.

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Il calciatore naviga a vista, come molti colleghi in questa situazione. Ancora non è dato sapere quando si uscirà da quest’impasse, nel frattempo accortezza e speranza accompagnano anche i professionisti sportivi più noti.

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