Cinema | Oscar 2020, cosa aspettarsi da quest’edizione

L’arrivo di febbraio segna, in America, un evento cruciale: la notte degli Oscar. La manifestazione, anche quest’anno, riserverà sorprese. Anche se i Golden Globes hanno già tracciato un possibile esito.

Oscar 2020, cosa aspettarsi
Oscar 2020, cosa aspettarsi (Istock)

Febbraio si avvicina e, da sempre, è un mese importante – sebbene sia così corto – per quel che riguarda le arti: in Italia fa, ormai, rima con Sanremo e la canzone nostrana. Anche se le polemiche sull’edizione – quest’anno la numero settanta – del Festival iniziano molto prima. Lo stesso può dirsi, in parte, per gli Oscar: se nello Stivale, infatti, la musica prende il sopravvento, in America il mese più breve dell’anno presta il fianco al cinema.

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Gli Oscar sono il premio cinematografico per antonomasia: le nomination, di cui iniziamo a farci un’idea già con i Golden Globes, restano un perfetto e infallibile termometro dell’aria che tira nel mondo (sempre più vasto, esigente e controverso) della celluloide. Quattro opere guidano la classifica dei papabili vincitori, aspettando il 9 febbraio è partito il toto-scommesse. In testa c’è “Joker”: il film di Todd Phillips, che ha emozionato e diviso nel recente passato, vanta ben undici nomination. Segue il trittico composto da “The Irishman”, “Once Upon a Time in Hollywood” e “1917” con dieci candidature.

Oscar 2020: nessuna donna candidata regista, doppia candidatura per Scarlett Johannson fra le attrici

Doppia candidatura agli Oscar per Scarlett Johansson
Doppia candidatura agli Oscar per Scarlett Johansson (Getty Images)

I favori del pronostico – pronti eventualmente ad essere smentiti o ribaltati – conservano l’ombra dei Golden Globes e danno vittoriosi “1917” e Sam Mendes per film e regia. La mancanza di candidature attoriali, comunque, ne limita il potenziale. Idem per quel che riguarda l’altrettanto discusso e coinvolgente “Parasite”, in grado di conquistare sei candidature tra cui film e regia.

In merito alla distribuzione, invece, ha già vinto (e si sapeva) Netflix offrendo al grande pubblico capolavori che saranno – in qualche maniera – protagonisti anche alla cerimonia delle Statuette. “Marriage Story”, “Two Popes”, “Klaus” e “Lost my Body” sono solo alcuni esempi dell’influenza che il colosso dello streaming sta avendo nelle manifestazioni di settore, con buona pace dei detrattori: ringraziano, al contrario, Adam Driver, Scarlett Johannson e Laura Dern. Candidati principali alla vittoria fra gli attori.

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C’è ancora molto da fare, anche questo non lo scopriamo oggi, sulla parità di genere: nessuna regista donna in lizza e solo Cynthia Erivo a contrastare la supremazia caucasica fra gli interpreti. Infine, un occhio ai numeri: cinquantaduesima nomination in carriera per il compositore John Williams, quarta candidatura per Renee Zellweger (“Judy”) e la sorpresa Scarlett Johannson candidata sia come miglior attrice protagonista che come miglior attrice non protagonista. Rispettivamente per le interpretazioni in “A Marriage Story” e in “Jojo Rabbit”. Anche quest’anno, dunque, gli spunti per alimentare il dibattito non mancano. E gli attori non hanno ancora detto la propria, con l’avvicinarsi della premiazione, però, siamo certi che anche qualche dichiarazione su candidati, rimpianti e qualche rimorso farà la differenza. Soprattutto fra gli addetti ai lavori.

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