Junior Cally a Sanremo, preside lancia petizione:

La partecipazione del rapper Junior Cally a Sanremo ha ha scatenato un vero e proprio polverone e il colpo di grazia arrivs ora con una petizione dal mondo della scuola.

Junior Cally a Sanremo
Foto da Instagram @juniorcally

Da quando Amadeus ha annunciato l’elenco degli artisti attesi per questo Sanremo 2020 le polemiche non si sono più fermate.

Tra i nomi citati dal presentatore spicca infatti quello del rapper nostrano Junior Cally.

Il cantante romano si è esibito sempre con la maschera e vi ha rinunciato dopo ben due anni, il 30 agosto 2019, nel videoclip del singolo Tutti con me, nei primi secondi del quale ha deciso di rivelare la sua identità mostrandosi al pubblico.

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Ora tutti sanno chi è Antonio Signore, vero nome del rapper, ma ancor prima tutti ne conoscono i brani decisamente sopra le righe.

I suoi testi non spiccano certo per un approccio politically correct e anzi, spesso si mettono in luce per un lessico spiccatamente anti-femminile.

Un modo di porsi che certo non poteva che destare polemiche nell’epoca in cui la lotta per i diritti del gentil sesso si fa sempre più agguerrita e sempre più attenta.

L’idea di vedere Junior Cally sul palcoscenico di Sanremo non piace a molti e così è iniziata una polemica che sembra non voler avere sosta.

In prima linea si schierano ora gli insegnanti, coloro che più di tutti ritengono inappropriato l’arrivo in prima serata di un personaggio tanto controverso.

“Mina l’educazione che cerchiamo di dare ai ragazzi” tuonano i docenti e il rapper cerca di rispondere a suo modo.

La petizione contro Junior Cally a Sanremo

petizione contro Junior Cally
Foto da petizione.com

Presidi, professori e genitori si sono riuniti per firmare una petizione per pronunciarsi a gran voce contro la partecipazione del rapper Junior Cally al Festival della canzone italiana. 

Sul sito petizione.com è stato così pubblicato a firma di Angela Rosauro, dirigente scolastico dell IC Donizetti di Pollena Trocchia, il testo della petizione che hanno già sottoscritto in più di 21mila firmatari.

Nel breve brano si riportano le motivazioni per cui la chiamata dal parte del servizio pubblico del rapper risulterebbe inopportuna. Si cita uno dei brani che hanno reso (tristemente o meno) famoso Junior Cally, evidenziando come la sua misoginia lo renda un cattivo esempio per le giovani generazioni.

Basterà tutto ciò per far tornare mamma Rai sulle proprie scelte? Ci risulta difficile crederlo ma intanto rileggiamo insieme la petizione che ha fatto discutere almeno quanto la scelta contro cui si pronuncia.

“Spett.le       
commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
commvigilanzarai@pec.senato.it                                 

I sottoscritti dirigenti scolastici, docenti di scuola dell’infanzia, di scuola primaria, di scuola di primo e secondo grado, assistenti amministrativi, collaboratori scolastici, genitori degli alunni di ogni ordine e grado delle scuole pubbliche d’ Italia,

a nome di tutti i bambini e  le bambine e di tutti i ragazzi e le ragazze a cui ci rivolgiamo ogni giorno affinché costruiscano un armonico progetto di vita personale e sociale,

ritengono che sia vergognoso nonché pericolosissimo, in termini educativi e formativi, che sia concessa la partecipazione al festival della canzone italiana di Sanremo, al rapper Junior Cally che non disdegna nelle sue canzoni definire le donne e il rapporto con esse attraverso i seguenti ” versi”:

“Lei si chiama Gioia , beve e poi ingoia.
Balla mezza nuda, dopo te la da.
Sì chiam Gioia, perché fa la tro*ia,sí, per la gioia di mamma e papà.
Questa non sa cosa dice, porca tro*ia, quanto chiacchiera? L’ ho ammazzata, le ho strappato la borsa, c’ ho rivestito la maschera.
State buoni, a queste donne alzo le minigonne
me la chi*vo di brutto mentre legge Nietzsche
Ci scopi*mo Giusy Ferreri ( la cantante)
lo sai che fotti*mo Greta Menchi ( una influencer)
lo sai voglio fott*re con la Canalis ( la conduttrice)
queste putt*ne con le Lelly Kelly non sanno che fotto*no con Junior Cally”

I sottoscritti ritengono che la Rai in quanto servizio pubblico non debba consentire che questo tipo di messaggi possano raggiungere e nemmeno sfiorare il Festival della canzone italiana, pena un’accusa infamante di complicità e favoreggiamento della violenza sulle donne.
Nel convincimento di un’immediata e chiara presa di posizione si porgono distinti saluti

Angela Rosauro dirigente scolastico IC Donizetti Pollena Trocchia”

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La risposta del rapper Junior Cally

Junior Cally Instagram
Foto da Instagram @juniorcally

Non potevano però certo cadere nel vuoto le accuse mosse dagli avversari di Junior Cally e così il rapper ha voluto far sentire anche la sua voce.

La primissima risposta è giunta attraverso il suo manager, autore di un lungo comunicato che vi riportiamo qui di seguito:

“In merito alle polemiche sui presunti contenuti sessisti dei testi di Junior Cally precisiamo che la posizione dell’artista è contro il sessismo, i passi avanti o indietro, e ovviamente – sembra banale dirlo, ma non lo è – contro la violenza sulle donne. Non capiamo, inoltre, se la polemica sia di carattere musicale o politica: della partecipazione di Junior Cally a Sanremo si ha notizia dal 31 dicembre e tutti i suoi testi sono disponibili sul web. Mentre del testo di ‘No grazie’ selezionato al Festival di Sanremo e delle sue rime antipopuliste si è venuti a conoscenza solo il 16 gennaio da un’intervista al Corriere della Sera. Il giorno dopo, per pura coincidenza, si accendono polemiche legate a canzoni pubblicate da anni in un età in cui Junior Cally era più giovane e le sue barre erano su temi diversi da quelli di oggi. […] Lungi da Junior Cally, artista antipopulista oggi ad inizio carriera, scomodare i grandi nomi del cinema, della letteratura e della storia dell’arte da Tarantino e Kubrick, da Gomorra a Caravaggio e scrittori come Nabokov e Bret Easton Ellis: l’arte può avere un linguaggio esplicito e il rap, da sempre, fa grande uso di elementi narrativi di finzione e immaginazione che non rappresentano il pensiero dell’artista. Nessuno penserebbe di attaccare Stanley Kubrick (o Stephen King) per le scene in cui Jack Nicholson rincorre Shelley Duvall in Shining, perché si tratta di fiction. Raccontare la realtà attraverso la fiction è la grammatica del rap. E non solo del rap: la storia della musica ha tantissimi esempi di racconto del mondo attraverso immagini esplicite, esagerate e spesso allegoriche. Volendo rimanere circoscritti al Festival di Sanremo, molti artisti che hanno calcato il palco dell’Ariston (in gara o come ospiti) hanno usato frasi più che esplicite: ‘È andata a casa con il negro la troia’ o ‘Ti taglio la gola…ti taglio la gola….appena ti prendo da sola ti taglio la gola!!!’ oppure ‘Sei più bella vestita di lividi’ o ancora: ‘Bella stronza, che hai chiamato la volante quella notte… Mi verrebbe di strapparti, quei vestiti da puttana e tenerti a gambe aperte, finché viene domattina’. O addirittura artisti in gara quest’anno: ‘L’amore è un po’ ossessione, un po’ possesso, carichi la pistola e poi ti sparo in testa’ o co-conduttori al prossimo Altro Festival della Rai: ‘Toccami la gamba, Passami la bamba, Kyto, Poporoya, Jo sono la tua troia, Milano, coca, sushi, moda’. Sempre a Sanremo, negli anni scorsi, venne invitato Eminem come ospite internazionale. Sin dagli inizi della sua carriera è stato accusato di scrivere testi inneggianti alla violenza sulle donne, in ‘Kill You’, canzone d’apertura dell’album ‘The Marshall Mathers LP’, uno degli album più venduti al mondo, con protagonista un Eminem iracondo: “Shut up, slut, you’re causing too much chaos, Just bend over and take it like a slut, okay, Ma? ‘Oh, now he’s raping his own mother, Abusing a whore, snorting coke, And we gave him the Rolling Stone cover?” (“Sta zitta, zoccola, stai causando troppo caos, Piegati e prendilo come una troia, okay, Ma?, ‘Oh, ora sta stuprando sua madre, Abusando di una troia, sniffando coca, e noi l’abbiamo messo sulla copertina di Rolling Stone?”). E’ evidente dunque che su questa polemica non solo Junior Cally e le sue rime, ma anche le donne e il sessismo non c’entrano nulla. Due sono le cose: o si accetta l’arte del rap, e probabilmente l’arte in generale, che deve essere libera di esprimersi, e si ride delle polemiche. Oppure si faccia del Festival di Sanremo un’ ipocrita vetrina del buonismo, lontana dalla realtà e succursale del Parlamento italiano”

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Ora però è il diretto interessato a prendere la parola. Attraverso il suo profilo Instagram, sfruttando tre stories separate, Junior Cally chiarisce il proprio punto di vista sul turbinio di polemiche che lo ha travolto dopo l’annuncio della sua partecipazione a Sanremo:

“Moltissime persone, forse che si avvicinano al rap per la prima volta, si sono sentite ferite. Me ne dispiaccio profondamente, non era e non sarà mai mia intenzione ferire qualcuno. La cosa più importante che voglio ribadire è che la musica mi ha dato una speranza e mi ha salvato la vita in un momento in cui avevo una marea di problemi ed è solo la musica che voglio portare sul palco di Sanremo”.

“È da qualche giorno che rifletto su quanto sta accadendo intorno a me. Quello che accade è che moltissime persone si sono sentite offese da alcuni testi da me composti in passato e dalle immagini che li hanno accompagnati. Ho provato a spiegare che era un altro periodo della mia vita e che il rap ha un linguaggio descrittivo nel bene e nel male e rappresenta la cruda realtà come fosse un film.”

“Per questo ad Amadeus ho proposto un brano che non ha quei testi e quelle immagini, che non avrà accanto la parola ‘Explicit’. Trovo insopportabile la sola idea della violenza contro le donne, in ogni sua forma. Sono un ragazzo, un uomo che fa del rispetto, non solo delle donne, ma degli esseri umani uno dei suoi valori cardine. Mamma Flora è la persona più importante della mia vita e da qualche mese c’è Valentina al mio fianco: siamo complici, amici, ci amiamo e rispettiamo. Questa è la mia vita e questo spero sarà il mio Sanremo.”

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Un Junior Cally dunque tutto nuovo è pronto a salire sul palcoscenico del Teatro Ariston o almeno così il rapper sembra voler garantire.

Sarà però una rassicurazione sufficiente per presidi, insegnanti e altri suoi avversori? Anche questo ci sembra difficile crederlo.

La querelle dunque continua.

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