Elisabetta Trenta: una donna alla guida del ministero della Difesa

Elisabetta Trenta
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Elisabetta Trenta, classe 1967: dopo Roberta Pinotti, ancora una donna alla guida del ministero della Difesa, ecco chi è.

Sono cinque i ministri donne del governo Conte, nato dall’accordo Lega-Movimento 5 Stelle. Tra loro c’è Elisabetta Trenta, nata il 4 giugno 1967, a capo del Ministero della Difesa. Ancora una donna, dunque, come ministro della Difesa, dopo Roberta Pinotti. Elisabetta Trenta, laureata in Scienze Politiche indirizzo economico alla Sapienza di Roma, ha una lunga esperienza nell’intelligence.

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Chi è il nuovo ministro della Difesa Elisabetta Trenta

(screenshot Youtube)

Il neo ministro della Difesa, infatti, ha operato nel corso degli anni nell’ambito della sicurezza militare internazionale in Iraq, Libano e Libia. Inoltre, è stata consigliere politico della Farnesina in Iraq quando ministro degli Esteri era Gianfranco Fini. Ha quindi avuto un ruolo di rilievo nella missione italiana in Libano ed è stata analista al Centro militare di studi strategici. Attualmente era vicedirettore del Master in Intelligence and Security presso la Link Campus di Roma. Al suo impegno nell’intelligence, ha unito quello nel sociale: collabora con l’associazione “I bambini di Nassiryia Onlus” e con il “Flauto Magico”. Il suo impegno politico l’ha portata a candidarsi nel Movimento 5 Stelle al Senato alle elezioni del 4 marzo 2018, senza però essere eletta.

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Elisabetta Trenta accusata di conflitto di interessi

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Il neo ministro della Difesa Elisabetta Trenta è stato accusato di conflitto di interessi: da quando si apprende, al momento del giuramento, sarebbe stata ancora presidente della Sudgest Aid. Si tratta di una struttura impegnata nelle missioni in zone calde del mondo per le quali la società reclutava contractor da inviare. Il ruolo di Elisabetta Trenta ha creato diverse polemiche. Il presidente Pd Matteo Orfini ha accusato: “Governo del cambiamento significa mettere al ministero della Difesa la presidente di una struttura che reclutava mercenari. Ovviamente scordandosi di dirlo”.

Sulla questione è stata fatta anche una interrogazione parlamentare da parte dei senatori del Pd Eugenio Comincini, Simona Malpezzi e Valeria Sudano, che sottolineano: “Sarebbe importante che la ministra Trenta chiarisca quali sono oggi i suoi rapporti con quella società”. Stando a sentire la società al centro della vicenda, non si tratta di “una struttura che reclutava mercenari”: “La nostra azione, in questi ambiti, riguarda la qualificazione delle risorse umane; la pianificazione e programmazione socio-economica e territoriale; la difesa e valorizzazione delle risorse ambientali, idriche, del suolo e sottosuolo; l’innovazione tecnologica; il recupero della legalità e della coesione sociale; il rispetto e valorizzazione delle culture e delle pari opportunità”.

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