Governo Conte: chi è Giulia Grillo, il nuovo ministro della Salute

Giulia Grillo
(VINCENZO PINTO/AFP/Getty Images)

Governo Conte, chi è Giulia Grillo, il nuovo ministro della Salute: le sue battaglie per la sanità pubblica, contro i vaccini obbligatori e per liste d’attesa ridotte.

Pronta la squadra di governo frutto dell’accordo politico tra Movimento 5 Stelle e Lega, che ha giurato al Quirinale. Dei 18 ministri, cinque sono le donne: a una di loro, Giulia Grillo, è stato assegnato il ministero della Salute. Classe 1975, al secondo mandato da parlamentare, Giulia Grillo – che non ha alcun rapporto di parentela con il comico e fondatore del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo – fino alla sua nomina a ministro è stata capogruppo alla Camera per il M5S. In questa veste ha partecipato alle consultazioni con il presidente Sergio Mattarella, insieme al capo politico del M5S, Luigi Di Maio, e al capogruppo al Senato, Danilo Toninelli.

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Tutto su Giulia Grillo, nuovo ministro della Salute

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Ma chi è Giulia Grillo? Politicamente, l’esponente pentastellata nasce nei Meet Up siciliani; candidata alle elezioni regionali in Sicilia del 13-14 aprile 2008 con la lista “Amici di Beppe Grillo con Sonia Alfano Presidente”, non viene eletta. Nel 2013, invece, arriva l’elezione alla Camera dei Deputati, dopo essere stata candidata come capolista alla Camera dei deputati nella circoscrizione Sicilia 2 con il Movimento 5 Stelle. Si ripresenta nel 2018 all’uninominale alla Camera, al collegio di Acireale, e viene rieletta. Nella scorsa legislatura, è stata già capogruppo alla Camera dal 30 settembre 2016 a fine anno.

Le battaglie di Giulia Grillo

(foto Presidenza della Repubblica)

Giulia Grillo, originaria di Catania, laureata in Medicina, con una specializzazione in Medicina legale, è stata tra i più convinti oppositori del cosiddetto “decreto Lorenzin”: pur essendo favorevole ai vaccini, infatti, sostiene che non avrebbero dovuto essere resi obbligatori. Inoltre, ha criticato la Lorenzin e il governo, accusandoli di non avere fatto abbastanza per evitare la riduzione delle coperture vaccinali. Si diceva in sostanza favorevole alla “raccomandazione” e non all’obbligatorietà e scriveva a tal proposito: “Raccomandazione significa aumentare l’adesione consapevole della popolazione alle vaccinazioni, attraverso campagne di vaccinazione ed efficaci programmi di comunicazione tra medici e genitori, in modo da sviluppare un senso più alto di partecipazione dell’individuo alla gestione della salute pubblica”.

Tra le sue battaglie politiche per la sanità, c’è quella dello sblocco del turnover, con nuove assunzioni nelle agenzie sanitarie, un punto contenuto anche nel contratto di governo. Nel corso della scorsa legislatura, inoltre, si è battuta per garantire l’erogazione dei servizi sanitari entro i limiti massimi stabiliti e per rendere più organizzato e tracciabile il sistema delle prenotazioni delle visite, accorciando contestualmente le liste d’attesa. Favorevole a un sistema di sanità pubblico, è anche molto critica nei confronti dell’Agenzia Italiana del Farmaco. Anche rispetto all’aborto, le sue prese di posizione sono sempre state favorevoli alla piena attuazione della legge 194/78.

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