L’aumento dei contagi a Milano ha esercitato non poche pressioni sui governi di ogni settore. Il silenzio che c’è ora porta alla mente ricordi dolorosi.
Da come possiamo vedere tramite il profilo social del Governatore Fontana, con un aumento dei contagi alto in tutta Italia alcune decisioni prese sono state molto pesanti ed importanti da parte sia del Governo che delle Regioni, soprattutto in Lombardia.
Per quanto riguarda la Lombardia, se solo volessimo prendere ad esempio il giorno 19 ottobre già da allora vedevamo contagi a dir poco preoccupanti.
Ovviamente se già vogliamo prendere il considerazione la giornata di ieri, lo stesso non troviamo notizie positive.
Milano nello specifico sta attraversando un pessimo periodo a causa della situazione contagi e le purtroppo la situazione non accenna ad avere significativi miglioramenti.
Il coprifuoco è stato pertanto considerata una decisione drastica, ma necessaria.
Il coprifuoco a Milano porta il silenzio del lockdown

A seguito del nuovo DPCM è stata lasciata molta rilevanza alle decisioni dei governi delle regioni e delle province.
Per quanto riguarda quindi le decisioni della Regione Lombardia sono state molto pesanti per la cittadinanza.
Il coprifuoco, che è stato imposto su Milano, ha portato un silenzio tombale sulla città assolutamente tipico delle settimane del lockdown della scorsa primavera.
Precisamente, alle ore 23, appena quindi è scattato il divieto di spostamenti sul territorio della Lombardia deciso dalla nuova ordinanza di Governo e Regione per limitare il coronavirus, le strade intorno a piazza XXIV Maggio non erano ancora deserte ma percorse da un paio di tram, qualche auto, qualche motorino, un paio di taxi ed alcuni rider in bici.
Una storiella riportata dall’ANSA è molto significativa su questa faccenda.
Poco distante dalla piazza sopracitata, lungo i Navigli, infatti le pattuglie della Polizia locale hanno verificato che tutti i locali fossero chiusi. I camerieri avevano iniziato a ritirare sedie e tavolini già da mezz’ora.
Caso singolare è stato quello di due amiche che sono state fra gli ultimi clienti ad alzarsi da un locale a metà del Naviglio Grande.
Le due persone in questione, finendo i loro cocktail, hanno definito “una dittatura” il sistema di norme anti-Covid: “Ce la godiamo fino all’ultimo, tanto abitiamo a duecento metri da qua”.
Dopo ciò, nel giro di un quarto d’ora sul quartiere è poi calato il silenzio.
Milano però, nel parere degli esperti presenterebbe davvero una situazione molto più preoccupante.
Il tutto però non si è svolto senza giri di polemiche.
Infatti davanti a Palazzo Lombardia si è tenuta una nuova protesta contro l’ordinanza, dopo quella del pomeriggio che ha coinvolto alcune centinaia di imprenditori di ristoranti, bar e locali notturni.
Quella di ieri infatti è diventata virale nel giro di poco tempo.
Secondo quanto riportato, hanno manifestato una decina di ristoratori, fra cui un gruppo di Codogno, il centro del Lodigiano che in primavera è stato inserito nella prima zona rossa. “Codogno non ci sta più”, lo striscione con cui si sono presentati sotto la sede della Regione.
Assieme a questi ultimi c’era anche un gruppo di tassisti.
La situazione insomma sembra essere davvero delicata e potrebbero esserci equilibri precari che potrebbero portare ad una rottura ancor più totale della fiducia fra cittadini e regione.
In queste ore di difficoltà, Fontana ha optato per un ulteriore appello tramite i social che riportiamo di seguito.
Seguiranno ulteriori aggiornamenti sugli sviluppi a Milano ed in generale nella Regione Lombardia.