Errori in tv | Da Blob a Striscia la Notizia, il valore aggiunto delle gaffe

La televisione ha imparato a fare successo anche dai propri errori. Un flop o una gaffe può diventare un valore aggiunto, chiedere a Blob e Striscia la Notizia che, da più di trent’anni, provano a strappare un sorriso con le gaffe più clamorose dell’etere radiotelevisivo nostrano.

Blob, fra i programmi più longevi della RAI (Twitter)
Blob, fra i programmi più longevi della RAI (Twitter)

Chi impara dai propri errori e sa riderne è il padrone del mondo. L’abbiamo capito anche grazie alla televisione: molte personalità dell’etere radiotelevisivo italiano sono passate alla storia per gaffe, più o meno clamorose, che hanno finito – loro malgrado – per caratterizzare una situazione in un determinato contesto. Mike Bongiorno fu uno dei primi ad aver capito che son proprio gli “errori”, dettati dalla spontaneità e la schiettezza di un metodo di conduzione e lavoro, a fare la differenza.

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Così, il celebre conduttore ha imparato a scherzarci su, senza mai prendersi troppo sul serio nonostante la sua caratura, quando ancora le gaffe non erano un ‘fenomeno da cavalcare’ né tantomeno un espediente per fare successo (soprattutto in Rete) come potrebbe accadere oggi. La televisione, in particolar modo all’inizio, era un “magnifico carrozzone” orchestrato da una tale diversità di maestranze che si arricchiva – non stiamo parlando semplicemente di fattori economici – persino con gli imprevisti e i fuori programma.

Gli “imprevisti” del successo: come valorizzare una gaffe in tv

Luca Giurato, giornalista RAI e inviato speciale (Getty Images)
Luca Giurato, giornalista RAI e inviato speciale (Getty Images)

C’è chi l’ha capito anticipatamente e ha cercato di metterli in risalto: ben noti sono gli esempi di Blob (uno dei programmi più longevi di Raitre, in onda dal 1989) che raccoglieva – e raccoglie – le situazioni più bizzarre della giornata radiotelevisiva per farne un “collage” subito prima del format serale. Lo stesso, a partire dal 1988 (su Mediaset), prima su Italia Uno e poi su Canale 5, ha cercato di fare Striscia la Notizia che trasmette – da oltre trent’anni – gli svarioni più eccellenti della televisione attraverso un vero e proprio tg satirico.

Il materiale raccolto, però, vanta alcuni capostipiti: avanguardisti della “papera” in diretta che hanno, a modo loro, dato sapore e colore ad un palinsesto già ricco che però sarebbe rimasto asettico senza la loro schiettezza. Talvolta pagata a caro prezzo. Uno di questi resta, senza dubbio alcuno, Luca Giurato: l’uomo, il cronista e inviato Rai che, per antonomasia, ha fatto del lapsus linguae un valore aggiunto.

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Celebri sono ormai le sue gaffe nel corso della storia della televisione, riprese e citate sia da Striscia la Notizia che da Blob, per non parlare della rubrica tenuta dalla Gialappa’s Band che, all’interno dei vari ‘Mai dire’, dedicava al giornalista un vero e proprio spazio che garantiva floridi ascolti. La forza di Giurato era, quando si trovava davanti al mezzo televisivo, di procedere con nonchalance convinto di fare – sempre e comunque – la cosa giusta.

Per questo gli scivoloni, laddove c’era l’opportunità per metterli in evidenza, risultavano così veri e facevano persino simpatia. Chiedere ai milioni di utenti che ancora oggi vanno a ricercarli su YouTube. Poi, con il tempo e il nuovo millennio che ha portato l’avvento del digitale e dei social media, si è andati sempre maggiormente alla ricerca del trash: siparietti, stavolta voluti e per niente spontanei, che spesso non hanno riscosso lo stesso successo. Proprio per l’assenza di quel “romanticismo” e quella genuinità che dovrebbero esser congeniali a chi commette lapsus o è in preda ad un momento di smarrimento. Il valore aggiunto rimane, appunto, la capacità di riprendersi: fattore che non può emergere quando, invece, la gaffe o singola gag è costruita. Insomma, sbagliando s’impara e, talvolta, si fa la storia: da un errore, spesso, può scaturire una virtù. Anni di fuori onda e imprevisti televisivi ne sono una fulgida prova.

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