Sindrome del martire | Cos’è e come uscirne

La sindrome del martire è un problema molto diffuso. Scopriamone i sintomi in modo da riconoscerlo in noi o negli altri per trovarvi un rimedio.

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donna esausta – Fonte: Adobe Stock

Ognuno di noi ha avuto a che fare almeno una volta con qualcuno che pur offrendosi di fare sacrifici per gli altri, continua a lamentarsene ogni giorno. Dalla madre che lavora e tiene in ordine casa e figli salvo rinfacciarglielo di continuo a collega che si prendere tutti gli incarichi più difficili per poi mostrarsi sempre stanco e affranto.

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In alcuni casi è probabile riconoscere persino in se stessi atteggiamenti ricollegabili alla sindrome del martire. E visto che si tratta di un problema che porta a vivere male ogni momento della vita, è bene imparare a riconoscerlo. In questo modo, infatti, si potrà trovare anche un rimedio. Scopriamo quindi quali sono i sintomi di chi soffre della sindrome del martire e cosa è necessario farne per uscirne.

Sindrome del martire: i sintomi più comuni

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Donna esauta – Fonte: Stock Photos

Chi soffre della sindrome del martire, ha l’abitudine di mettere le esigenze degli altri davanti alle sue. Il problema è che non lo fa per un genuino bisogno di aiutare gli altri o di vederli felici ma per poter soffrire delle troppe incombenze e gioire di ciò. La particolarità di questa patologia è infatti quella di pensare erroneamente che facendo gli eroi e soffrendo per gli altri sia possibile ottenerne l’affetto incondizionati.

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Spesso a soffrire di questo problema sono persone che hanno avuto dei genitori freddi e distanti e pronti a prestargli attenzione solo se li vedevano allo stremo delle forze. La verità, però, è che questo atteggiamento, da adulti, porta a vivere una vita a metà e a rendere spiacevole anche quella di chi ci circonda. Ma quali sono esattamente i sintomi di chi soffre di questa sindrome? Scopriamo insieme i più importanti.

Lamentele continue. Chi soffre della sindrome del martire, si lamenta di continuo per ogni più piccola cosa. Pur scegliendo liberamente di aiutare gli altri o di svolgere determinate mansioni, continua a viverle come un peso. Ciò si traduce in umore pessimo, in stanchezza costante ed in lamentele continue con chi si ha intorno.

Tendenza ad auto elogiarsi. Tra i sintomi più comuni di chi soffre della sindrome del martire, c’è quella di associare alle tante lamentele diversi elogi verso la propria persona. Di solito la prassi è quella di decantare tutti gli sforzi che si fanno, criticando coloro che non li apprezzano ed evidenziando come senza gli sforzi fatti gli altri sarebbero incapaci di andare avanti. Ovviamente si tratta di cose non vere visto che nessuno è insostituibile per natura. Chi soffre della sindrome del martire, però, tende a crederci e a ripetere di continuo i suoi auto elogi.

Rabbia verso chi non ne riconosce i sacrifici. Chi ha la sindrome del martire vive con rabbia ogni possibile commento sul suo modo di essere. Così, se qualcuno osa farli notare che nessuno gli chiede di fare i sacrifici che si assume ogni volta, la sua prima reazione è la rabbia. Ragionare su questi aspetti è praticamente impossibile perché l’unica cosa riconosciuta è la riconoscenza.

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Incapacità di delegare. Anche quando qualcuno si offre di dare una mano, le cose non cambiano. Se di solito la risposta è negativa, quando si accetta il risultato è quello di lasciar andare qualcosa per prendersi un altro importante carico. Questo significa che stanchezza e lamentele continuano indipendentemente da come agiscono gli altri.

Rifiuto di ogni possibile soluzione. Spesso capita che le persone che frequentano chi soffre di questa sindrome, si trovino a cercare di dare una mano offrendo delle possibili soluzioni. La risposta però sarà sempre negativa o nulla e tutto perché in realtà la sofferenza fa parte del processo. In altre parole, chi soffre della sindrome del martire non desidera veramente uscirne perché ritiene che la sofferenza, in qualche modo, porti a star bene. Di solito ciò avviene perché si pensa di attirare l’attenzione degli altri. E farlo porta una gioia che supera la frustrazione auto imposta.

La sindrome del martire si può riscontrare sia nella vita di tutti i giorni che in determinati ambienti, come ad esempio, quello lavorativo. Quando si hanno sospetti in merito è bene ricordarsi che far ragionare chi soffre di questo problema è spesso impossibile e che solo uno psicoterapeuta può riuscirci. Ciò dipende dal background della persona affetta da questa patologia. Un background che andrebbe affrontato ed elaborato al fine di riappropriarsi della propria vita ed imparare a goderne sul serio.

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Donna triste che abbraccia il cuscino –  Fonte: Istock Photos

Lo stesso vale, ovviamente, se ci si riconosce in queste descrizioni. In tal caso, per quanto possa risultare difficile, la scelta migliore è sempre quella di rivolgersi a qualcuno in grado di aiutare. Spesso basta cambiare punto di vista sulle cose per scoprirsi “guariti” da questo problema. Per farlo, però, è indispensabile impegnarsi in tal senso e accettare la realtà che per ricevere amore e attenzioni non serve fare chissà quali sacrifici ma basta essere semplicemente se stessi. Una scoperta semplice ma che una volta metabolizzata e accettata per bene cambierà in meglio la vita.

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