È ripartito anche quest’anno, nonostante il Coronavirus, il festival di Yulin in Cina. Nell’arco di 10 giorni si stima che verranno torturati e uccisi circa 10mila animali tra cani e gatti.
Il 21 giugno dovrebbe essere una giornata felice perché rappresenta l’avvio dell’estate. Peccato che in Cina, a Yulin, si festeggi il massacro di cani e gatti.
È infatti ripartito anche quest’anno il festival di Yulin, una dieci giorni, in cui si assiste alle più disparate torture, fino all’uccisione di migliaia di animali da compagnia per poi essere cotti e consumati in loco.
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Nonostante il Coronavirus, il governo cinese non ha fermato lo scempio, che per loro è considerato una festa, e si stima che nel corso di questo evento moriranno ben 10mila animali.
Il festival della carne di cane di Yulin non si ferma nonostante il Covid-19
Nonostante il governo cinese abbia rimosso i cani dalla lista degli animali commestibili, per includerli tra quelli considerati da compagnia, il festival di Yulin non si è fermato.
E puntuale come un orologio svizzero, da ormai 10 anni a questa parte, è ripartita il 21 giugno questa festa tradizionale che tutto ha fuorché le sembianze di un evento gioioso. Anzi, definirlo macabro è dir poco.
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Tenuti in gabbie strettissime ai limiti della sopravvivenza, spesso questi poveri animali, arrivano già morti prima di essere macellati.
E da diversi anni gli animalisti chiedono con forza che cessi questo scempio. Tanto più che quest’anno arriva in un momento di piena pandemia mondiale da Covid-19 che proprio in Cina ha avuto inizio.
In particolare dagli ‘wet market’ dove diversi tipi di animali vengono uccisi in loco e dove si mischiano i vari tipi di sangue di animali. In questo modo è facile comprendere come infezioni e batteri possano prolificare.
Ed è proprio in situazioni come queste che i virus possono compiere quel salto di specie per arrivare fino all’uomo. Come del resto è accaduto quando si è sviluppato il Coronavirus.
L’unica cosa ad essere cambiata quest’anno a Yulin pare siano i luoghi e i metodi di vendita al mercato.
La maggior parte dei venditori si è infatti concentrata in una singola area alla periferia della città, in particolare nel mercato di Nanchao. Mentre il noto mercato di Dongkou, che nelle precedenti edizioni era il centro del festival, ora è relativamente vuoto.
Questo potrebbe essere un tentativo di raggruppare le attività per permettere alle autorità di controllare meglio.
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E se da un lato non si vendono più animali vivi al mercato, a causa del Covid-19, dall’altro il festival di Yulin si fa lo stesso con cani e gatti che arrivano già macellati.
La speranza è che se anche il festival non cesserà dall’oggi al domani i primi segnali ci siano. Buone speranze arrivano dalle due città di Shenzhen e Zhuhai dove hanno già vietato il commercio della carne di cane. Si spera dunque che le altre seguano questo esempio. Leggi anche Stop al consumo di cani e gatti in Cina – VIDEO
Inoltre, dall’associazione americana Human Society International è arrivata la notizia che sono stati salvati 10 cuccioli ancora vivi e destinati ad essere venduti e uccisi.