Il tempo da sola | Perché fare qualcosa da soli è considerato bizzarro?

Trascorrere il tempo da soli è un qualcosa che solitamente releghiamo alla casa. Ma perché invece non si può uscire da sole?

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Vi è mai capitato di vedere una ragazza che cena sola al ristorante? Magari era seduta al tavolo accanto al vostro, quello che condividevate con un’orda di amici, e a differenza vi è subito saltata agli occhi. Vome l’avete giudicata? Vi è sembrata un po’ fuori dall’ordinario?

Probabilmente sì. Alcune tra voi l’avranno giudicata coraggiosa la maggioranza però avrà semplicemente pensato che ci fosse qualcosa di un po’ poco normale, magari si sarà anche rattristata per quella ragazza e il suo solitario calice di vino.

Ma perché? Perché riteniamo accettabile vedere un film sole a casa ma non al cinema o mangiare una pizza nel proprio salone ma non al ristorante?

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Viviamo in una società che ritiene la solitudine qualcosa di imbarazzante, da cui stare alla larga e alla quale, in generale, si guarda con diffidenza.

Siamo abituati a pensare che una vita che valga la pena di esser vissuta sia una vita in condivisione e, senza dubbio, ciò corrisponde in buona parte al vero ma vuole anche dire che non c’è spazio per un po’ di sana solitudine?

I momenti che condividiamo con noi stesse sono quelli in cui risolviamo problemi, prendiamo decisioni, riflettiamo sulle nostre scelte e facciamo il punto sulla nostra vita. Che sia proprio questo a spaventarci? Tutto questo tempo per pensare ci mette a disagio ben più della solitudine di per sé?

Difficile capire ma certo sarebbe importante farlo. Già perché un po’ di sana condivisione con se stesse è spesa un dono a cui rinunciamo mentre che invece dovremmo coglierlo al volo.

Proviamo allora a comprendere meglio di che cosa si stia parlando.

Fare qualcosa da sola sembra una follia ma perché?

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Trascorrere del tempo con noi stesse è un’occasione ma, al tempo stesso, uno scoglio da superare.

Non stiamo parlando semplicemente di una serata casalinga in cui fare maschere viso fai da te, godersi una serie tv e mangiare patatine ma di visitare un museo da sole, godersi una cena in solitaria al vostro ristorante giapponese preferito oppure vedere un bel film a cinema senza accompagnatore.

Ci sono donne che scelgono anche di viaggiare da sole, una minoranza sicuramente ma capaci di vivere sole con se stesse l’esperienza che di solito, per eccellenza, si arricchisce del fattore condivisione. Dove è allora il pro di fare tutto ciò da sole? Perché vivere in solitaria esperienze che chiunque sceglierebbe di vivere in coppia?

Se l’è chiesto l’autrice del post che condividiamo oggi con voi, una riflessione comparsa sulla versione americana dell’HuffPost e che ci invita a cercare di comprendere i pro della solitudine e che cosa di invece ci allontana da essa.

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“L’altro giorno, stavo condividendo con alcune persone i miei progetti di viaggio, quando una ragazza, dopo aver detto di voler visitare Lione, ha osservato “Devo trovare qualcuno con cui andarci, non viaggio mica da sola. È qualcosa che mai nessuno vorrebbe fare”.

Quel giorno stesso sono andata a pranzo con una mia amica. Dopo aver visto una conoscente pranzare da sola nel nostro stesso bar, la mia amica ha commentato: “Oh, è sola. Forse dovremmo andare a salutarla. Nessuno dovrebbe mangiare da solo. È una cosa tristissima”.

Queste affermazioni hanno tirato fuori alcuni pensieri sui quali mi ero soffermata varie volte in passato:

Perché fare qualcosa per conto proprio si considera ancora socialmente inaccettabile? E perché si presume che le persone non vogliano fare le cose da sole?

So bene da dove nascono queste convinzioni. Noi umani siamo esseri sociali. Siamo intrinsecamente inclini a circondarci di gente e a vivere nella comunità; è naturale voler condividere le nostre esperienze con gli altri. Socializzare e conversare rappresentano il nostro modo di forgiare l’amicizia e di contribuire alla crescita mutua.

Tuttavia, mi sconcerta pensare che fare qualcosa da soli sia considerato bizzarro. È evidente che esistono norme sociali per le quali il mangiare fuori o il guardare un film da soli sono attività alle quali si partecipa in compagnia degli altri.(Certo, a volte quando svolgo da sola una di queste cose, potrebbe capitarmi di sentirmi un po’ sola, forse perché non ho trovato nessuno disponibile o interessato ad accompagnarmi ma questo non significa che ho bisogno o che merito la pietà altrui). La cosa ancora più importante è che noi tutti abbiamo il diritto di non voler rapportarci con gli altri durante una qualsiasi attività.

È davvero così assurdo pensare che qualcuno possa uscire da solo una sera o gustarsi una cena per conto proprio? Vivere in un paese avanzato implica un’immersione considerevole nei posti dell’intrattenimento e della distrazione. Durante le nostre giornate non facciamo altro che fissare schermi di ogni forma e dimensione che ci bombardano di stimoli. Allo stesso modo, siamo anche tenuti a interagire quotidianamente con gli altri, il che potrebbe risultare qualcosa di estenuante sia per gli introversi sia per gli estroversi. Abbiamo tutti bisogno di un po’ di tempo da dedicare solo a noi stessi.

Ma chi ha stabilito che questo tempo da dedicare a noi debba essere rilegato all’interno dei confini domestici e tradotto poi in una domenica trascorsa in deshabillé a guardare Netflix e ad abbuffarsi di pizza? Perché una serata così è accettabile mentre non lo è una serata trascorsa fuori casa? Il tempo che trascorro con me stessa è un tempo che passo con i miei pensieri, nei quali mi rifugio, lontano da un mondo pieno di distrazioni. Quando sono sola, ho la possibilità di riflettere su questioni che necessitano un’attenzione particolare oppure non penso a nulla e mi godo il momento.”

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“Suppongo che ci sia anche un’altra ragione che spiega perché passare del tempo da soli è considerato uno stigma sociale. Abbiamo l’abitudine di proiettare sugli altri le nostre tendenze, soprattutto nelle situazioni che consideriamo negative e credo che le persone che non sono in grado di trascorrere del tempo con se stesse, e sono particolarmente disgustate e spaventate da tale possibilità, siano incapaci di ascoltare la propria mente. A prescindere dalle ragioni, che disconosco, sembrano indaffarati a condurre la propria vita da una distrazione all’altra e da uno schermo all’altro.

Trascorrere un po’ di tempo ad ascoltare la propria mente è una delle cose migliori per l’anima.

Per me, trascorrere del tempo da sola è uno dei piaceri più grandi. A seguire c’è naturalmente la libertà di muovermi come voglio e secondo i miei tempi. Posso stare ore a provare i vestiti nei negozi (cosa che mi capita spesso…) senza la pressione di avere qualcuno che mi aspetta, oppure so che posso godermi un museo con tutta calma perché non ho nessuno al mio fianco che lo trova noioso. Se devo tornare indietro o voglio fermarmi a fare una foto, so che ho a disposizione tutto il tempo che voglio.

Viaggiare per conto proprio non fa sentire soli?

Be’, sì e non potrei dire il contrario. Una delle più grandi emozioni legate a un viaggio è conoscere da vicino le meraviglie storiche e artistiche e condividere con qualcuno tale incanto. Mi è capitato di aver desiderato di aver qualcuno al mio fianco in uno dei miei viaggi, a osservare quello osservavo, a mangiare quello che mangiavo e a parlare di quello che stavo vivendo. È bello condividere con qualcuno un’emozione che non può essere ripetuta in un’altra forma o in un altro posto.

Questo mi porta dritto al punto successivo: a prescindere da tutto questo, non voglio che questi fattori sociali o emotivi mi facciano desistere da fare quello che desidero e ti invito a fare lo stesso. Se hai voglia di fare qualcosa, perché la possibilità di farlo da solo dovrebbe rappresentare un ostacolo? In fin dei conti, quello che è importante è il valore che ha per te quell’attività o il suo scopo.

Tutto ciò non ha l’obiettivo di denigrare chi non ama stare da solo. Ognuno è libero di fare come crede.

Ma la soddisfazione giace nello svolgere una qualsiasi attività che si reputa piacevole e se hai trovato ciò che ti piace fare, allora dovresti semplicemente farlo.

Vai a Lione. Vai a quell’evento di musica underground al quale nessuno dei tuoi amici vuole partecipare. Goditi una cenetta. Probabilmente ci sarà qualcuno a giudicarti perché vorrai trascorre del tempo da solo, ma che importa?

Con il tempo imparerai a non accorgerti di essere solo quando frequenti locali pubblici e, contemporaneamente, imparerai a conoscerti meglio. Servono una certa dose di fiducia e spirito di iniziativa per trascorrere del tempo con se stessi e c’è da esserne orgogliosi. Se sono criticata perché sto mangiando un dessert per i fatti miei, allora sono felice di essere comparata al tipico bambino cicciottello dei telefilm che se ne sta in disparte a mangiare da solo.”

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Qual è allora la risposta? Non vogliamo viaggiare, uscire o, in generale, fare cose da sole perché ci sentiamo a disagio con chi ci osserva o perché la nostra natura ci impone di vivere come “animali sociali” o, ancora, perché ci spaventa rimaner sole con noi stesse?

In ogni caso si parla di paura, una paura che sarebbe bene superare perché, come spesso accade, ciò che ci spaventa nasconde spesso grandi opportunità, occasioni che sarebbe bene cogliere a patto di trovare il coraggio di fare quel passo in più.

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