Una lettera d’amore affidata ai ragazzi di Pinocchio, Radio Deejay, e indirizzata alla moglie dell’autore che non ha potuto assitere alla nascita di suo figlio a causa del Covid-19.
![lettera moglie](https://www.chedonna.it/wp-content/uploads/2020/05/debby-hudson-DR31squbFoA-unsplash-2.jpg)
Sebastiano ci aveva pensato tante volte. Lui, fan sfegatato di Radio Deejay, avrebbe voluto scrivere a Pinocchio già da tempo ma poi i giorni passavano e quel messaggio non lo inviava mai.
Troppi impegni per scrivere a La Pina, Diego e La Vale, almeno fino a quando il tempo non lo ha trovato per forza.
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Il 12 maggio Sebastiano si trovava infatti bloccato in macchina davanti a una clinica di Roma. Lì dentro c’era Debora, sua moglie, intenta a vivere il travaglio che avrebbe regalato la vita al loro secondo genito.
Sebastiano però, a differenza della prima volta, non poteva stare con lei. Già perché questa volta a sbarrargli la strada era arrivato il Covid-19 e di entrare in clinica neanche se ne parlava.
Eccolo allora Sebastiano, solo nella sua auto mentre sta per diventare padre una seconda volta. Intanto ascolta Radio Deejay, naturalmente, e capisce che un’occasione così non capiterà più: l’occasione di esprimere tutto il suo amore per la donna che non vede l’ora di raggiungere e anche di scrivere quella lettera a pinocchio che oramai progettava da tempo.
Lettera d’amore per mia moglie
![lettera d'amore](https://www.chedonna.it/wp-content/uploads/2020/05/joanna-kosinska-oYrqISvCMLI-unsplash-2.jpg)
Debora è a casa con la sua migliore amica e i suoi figli, incluso Gabriele, appena sette giorni di vita.
Squilla il telefono e dall’altra parte c’è lei, La Pina. Debora la conosce bene e rimane subito di sasso ma lo stupore e nulla rispetto a quello di sapere che i ragazzi di Pinocchio hanno una lettera proprio per lei.
Ha scriverla è stato Sebastiano, suo marito pronto a gridare al mondo tutto il suo amore attraverso i microfoni di Radio DeeJay.
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“E’ successo tutto una sera di dieci anni fa, durante una festa inquietante del bar dove lavorava lui e dove vi eravate conosciuti. Era una festa di addio: il giorno dopo Sebastiano sarebbe dovuto partire con un gruppo di amici per andare a vivere a Madrid. Quella sera vi siete divertiti alla grande, alla grandissima, tra brindisi in rima e gare di shot. Sebastiano ti guardava ridere e pensava che non avrebbe voluto perdersi nemo o mezzo di quei sorrisi in tutto la sua vita.
Alle cinque del mattino, dopo aver chiuso il bar e salutato tutti, siete andati a casa sua e avete passato la notte più favolosa di tutte le note favolosi. Alle 8 arrivano sotto casa sua i suoi amici, carichi di aspettative per quel viaggio. Sebastian scende, li saluta, augura loro di spaccare tutto a Madrid, risale le scale torna a letto da te.
La vita gli ha dato ragione: vi siete divertiti come pochi, siete cresciuti, siete diventati genitori di due bambini stupendi, Alessandro e Gabriele, e questo soprattutto grazie a te: grazie Debora per aver sempre creduto in voi, grazie per esser sempre quella forte, la sua guerriera jhedi, grazie per quei sorrisi che continuano a scaldare il suo cuore.
Ti amo con tutto l’amore che c’è,
Seba”
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“Senza di lui non sarei niente” sono queste le prime parole che Debora riesce a pronunciare alla fine della lettura della Vale e tra i singhiozzi.
Del resto, però, non è l’unica a piangere. Con lei ci sono anche Diego, Pina e Vale ma, non stentiamo a crederlo, anche tanti ascoltatori che, proprio come lei, sono rimasti travolti dalla sincerità e dal puro amore che traspaiono dalle parole di Sebastiano.
![lettera](https://www.chedonna.it/wp-content/uploads/2020/05/annie-spratt-4Ujhq5_fJik-unsplash-2.jpg)
Una lettera che parla d’amore, scritta in un momento che è, senza dubbio, quello di massima espressione di questo sentimento in una coppia: la nascita di un figlio.
Sebastiano nella sua macchina, mentre attendeva che lo chiamassero per poter finalmente conoscere il piccolo Gabriele, ha saputo dare voce con grande sincerità e spontaneità a questo sentimento e noi, così come la sua Debora, non possiamo che essergliene grati.