One World at Home | Come Lady Gaga ha cambiato il mondo in streaming

One World Together at Home è lo show in streaming che Lady Gaga ha organizzato il 18 Aprile, per sostenere l’Organizzazione Mondiale della Sanità e raccogliere fondi per combattere il Coronavirus. Cosa c’è di davvero innovativo nel suo streaming?

Lady Gaga One World at Home
Lady Gaga (Fonte: Instagram)

Cosa ricorderemo della lunga, lunghissima, asfissiante quarantena che stiamo attraversando da oltre un mese? Probabilmente i ricordi di molti italiani saranno relativi alle dirette di Giuseppe Conte, alle infinite ricette preparate in cucina, alla corsa alle mascherine.

Eppure, dal punto di vista della comunicazione e della tecnologia, la pandemia di Coronavirus ha obbligato il mondo a fare veri e propri passi da gigante per ripensare il futuro e le relazioni umane.

L’infrastruttura tecnologica, logistica e umana che Lady Gaga è stata in grado di mettere in piedi grazie all’appassionata collaborazione di moltissimi artisti e tecnici rappresenta, probabilmente, il punto più alto della nostra evoluzione tecnologica forzata.

One World Together at Home: Lady Gaga ricrea il Live Aid

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Lady Gaga (Fonte: Instagram)

L’evento mediatico, sociale e di solidarietà che può fare da termine di paragone per One World Together at Home è il Live Aid del 1985 a Wembley.

L’evento dell’85 vide lo svolgersi di due concerti in contemporanea da una parte e dall’altra dell’Oceano Atlantico. Uno si tenne al Wembley Stadium di Londra, l’altro al J.F. Kennedy Stadium di Philadelphia, negli Stati Uniti.

Tra l’uno e l’altro stadio i telespettatori furono oltre 160.000, senza contare i due miliardi di telespettatori che seguirono in diretta la trasmissione via satellite dell’evento. 

Quell’evento venne organizzato allo scopo di raccogliere aiuti economici per aiutare le popolazioni dell’Etiopia ad uscire dalla gravissima carestia che stava mietendo milioni di vittime.

I nomi degli artisti che parteciparono all’evento entrarono a far parte della storia della cultura mondiale: i Queen, David Bowie, gli U2 e Madonna all’inizio della loro carriera, Elthon John, Phil Collins (che si esibì in entrambi gli stadi volando da un continente all’altro a bordo di un aereo supersonico), i Led Zeppelin e moltissimi altri.

Gli obiettivi della raccolta fondi furono ampiamente superati dalle generose donazioni del pubblico, che potevano essere eseguite via telefono.

Quante cose sono cambiate dal 1985 al 2020? Moltissime, eppure l’idea che ha portato alla nascita del One World Together at Home è la stessa che animò gli organizzatori del Live Aid.

A fare la differenza sono soltanto le distanze e la molteplicità di punti di vista da cui l’evento è stato realizzato: tutti gli artisti che hanno dato la propria disponibilità ad esibirsi lo hanno fatto dalle proprie case, attraverso i mezzi tecnici a loro disposizione e affidandosi alla piattaforma streaming Zoom.

Per quanto riguarda i nomi, ad aver accettato l’invito della Germanotta sono stati nomi assolutamente stellari dello spettacolo mondiale: Paul McCartney, Elton John (di nuovo), i Rolling Stones ma anche Billie Elliot e Taylor Swift, che rappresentano le più recenti evoluzioni della scena pop, l’italianissimo Andrea Bocelli (che non si sta risparmiando dal punto di vista artistico e umano in queste settimane), Celine Dion, John Legend e moltissimi altri.

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presentare lo show e a proporre una serie di interventi non strettamente artistici sono arrivati i presentatori del Late Show, tra cui Jimmy Fellon, figure politiche di enorme rilievo, come Michelle Obama e anche personaggi del Jet Set come Beyonce Knowles, David e Victoria Beckham.

Tutti naturalmente hanno espresso la propria vicinanza alle figure del mondo sanitario che stanno combattendo la propria guerra contro il virus per salvare milioni di vite e hanno invitato la gente a donare quanto possibile.

La raccolta fondi ha portato a devolvere nelle casse dell’Organizzazione Mondiale della Sanità 127,9 milioni di Dollari. Si tratta di una cifra gigantesca, che restituisce un’immagine precisa della dimensione che assumerà la pandemia nella storia del XXI secolo.

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Cosa rimarrà in futuro del One World at Home? Moltissimi video, tutti caricati su diverse piattaforme di streaming on line come Youtube, Amazon Prime e, per l’Italia, RAI Play.

Rimarrà però soprattutto la sensazione che la socialità si può reinventare, che la capacità di adattarsi ai vari cambiamenti è l’unica arma davvero efficace per la sopravvivenza, non soltanto dal punto di vista biologico ma anche dal punto di vista sociale e culturale.

La pandemia di Coronavirus ha cambiato tutto e continuerà a farlo anche in futuro: quanti altri concerti da casa vedremo nei prossimi mesi, nei prossimi anni? Dopo aver visto che si può, non ci saranno più concerti impossibili o, forse, non ci sarà più l’arte impossibile.

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