L’infermiera Michela Venturi risponde a Conte: “Mi ha fatto piangere”

Il Presidente Conte la cita nel suo discorso alla Camera e lei, Michela Venturi, infermiera, risponde a sua volta via Facebook ammettendo: “mi sono commossa”

infermiera Conte
Foto da https://www.facebook.com/miventuri

“ok. emh…ora…facciamo che parto dalla prima parola che mi viene in mente:
GRAZIE.
GRAZE A VOI! Io ho solo scritto una lettera dopo essere smontata da un turno di notte terribile. Ero stanca, avvilita e dolente, con l’adrenalina che mi manda avanti per un turno intero, prima di crollare e addormentarmi sul computer, mi è venuto fuori tutto quello che provavo, poi il resto lo avete fatto VOI.
VOI avete letto la lettera.
VOI avete capito i miei pensieri.
VOI vi siete commossi.
VOI avete diffuso il messaggio, diffuso così tanto da averlo fatto diventare virale, da averlo fatto arrivare a colui a cui io mi ero rivolta ed oggi…..oggi Il nostro Presidente ha risposto non a me ma a tutti NOI.
Oggi abbiamo fatto una cosa tutti insieme e insieme possiamo fare molto altro. E’ tanto tanto bella questa cosa. Dio solo sa quanto sono fiera in questo momento di far parte di questo popolo.”

Inizia così un post pubblicato da Michela Venturi, infermiera di Senigallia, lei che aveva scritto via Facebook al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte senza ricevere risposta o, meglio, ricevendola con un po’ di ritardo.

Giuseppe Conte infatti si è ricordato di lei durante il suo discorso alla Camera, quando ha citato proprio la lettera di Michela per affermare che no, il Governo non si dimenticherà di chi oggi è in prima linea.

Così ora Michela Venturi risponde a sua volta: lo fa sempre via Facebook, sempre rivolgendosi al Presidente del Consiglio.

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Conte la cita e l’infermiera risponde

infermiera Michela Venturi
Foto da https://www.facebook.com/miventuri

Michela Venturi vuole condividere il suo successo. In primis ringrazia dunque chi l’ha aiutata a dare tanta risonanza a quelle parole scritte su un social dopo un turno lungo e difficile.

Poi però è di nuovo il momento di rivolgersi a lui, a Presidente Conte, suo oramai principale interlocutore

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“GRAZIE A LEI SIGNOR PRESIDENTE ! Ok, lo ammetto , mi ha fatto piangere, mi sono commossa quando Le ho sentito pronunciare la promessa che Le avevo chiesto di farmi.
E’ vero, verrà il tempo dei bilanci, del potevamo fare questo invece di quello, ma ha ragione quando dice che adesso è il tempo di agire. Io non mollo, i miei colleghi non mollano, il suo popolo non molla. Siamo qui inseme, insieme ce la faremo e insieme usciremo da questo casino e poi ci rialzeremo e poi ricominceremo.
Intanto buon lavoro Signor Presidente.

P.S. Signor Presidente…ha fatto una promessa, io mi fido di
Lei!

GRAZIE”

C’è dunque gratitudine nelle parole di questa giovane infermiera ma anche tanta speranza, la fiducia in un futuro migliore in cui gli sforzi verranno ripagati e il sorriso potrà essere ritrovato.

Ma come era iniziato questo scambio di messaggi tra Michela Venturi e il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte?

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Infermiera scrive a Conte: “non voglio 100 euro”

infermiera e coronavirus
Foto da https://www.facebook.com/miventuri

Era il 19 marzo quando sul profilo Facebook di Michela Venturi compariva un lungo post, una lettera aperta indirizzata al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Riportando una serie di immagini che ripercorrano il prima e dopo della sua vita, la se stessa sportiva in bicicletta a confronto con la sua attuale versione di infermiera consumata dal lavoro, Michela scrive al Presidente del Consiglio.

Il suo estenuante turno di lavoro si è concluso e, tra lo stanco, l’angosciato e l’irritato, le parole escono come un fiume in piena.

Il fiume deve aver travolto molti, perché il post è stato così condiviso, riproposto e diffuso da arrivare proprio al diretto interessato.

Rileggiamo allora insieme queste parole, tanto vere quanto toccanti, meritevoli di molto più di una semplice lettura.

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“Buongiorno Signor Presidente Conte
Sono un’infermiera di 39 anni e attualmete lavoro presso il reparto covid positivi dell’Ospedale di Senigallia.
Ho termianto da poco il turno della notte che ho trascorso con i miei pazienti purtroppo infettatti da questo maledetto virus.
Sa Signor Presidente Conte, ho letto la bozza del decreto emanata in questi giorni per far fronte a questa maxi emergenza e mi ha colpito molto la parte dei 100 euro di premio agli operatori sanitari, 100 euro esentasse.
Sa Signor Presidente Conte, io ringrazio Lei e il Governo tutto ma vorrei dirle che io NON LI VOGLIO…..NO NO DAVVERO GRAZIE MILLE MA NON LI VOGLIO
Sa Signor Presidente Conte, i miei turni vanno dalle 7 alle 10 ore.
Sa Signor Presidente Conte, nonostante la popolazione di Senigallia continui a portarci doni culinari per ringraziarci, io, durante i miei turni, NON BEVO E NON MANGIO perchè HO PAURA che con un solo gesto sbagliato e fatto in un piccolo mometo di distrazione, io possa infettarmi e di consegueza infettare altre persone di questa nazione. E allora ogni tanto ho un calo di zuccheri e di pressione ma rimango comunque in piedi a fare il mio lavoro e non mollo
Sa Signor Presidente Conte, io durante i miei turni NON VADO IN BAGNO perchè HO PAURA che con un solo gesto sbagliato e fatto in un picoolo momento di distrazione causato da stanchezza lavorativa e mancanza di acqua e cibo, io possa infettarmi e di consegueza infettare altre persone di questa nazione. E allora ogni tanto mi scappa qualche goccia di pipì e mi bagno gli slip ma rimango comunque in piedi a fare il mio lavoro e non mollo
Sa Signor Presidente Conte, ovviamente,durante i miei turni MANTENGO E USO SCUPOLOSAMENTE I DPI perchè, nonostante facciano male, HO PAURA che solo spostandomi gli occhiali o la mascherina o togliendomi il primo paio di guanti causa dolore insopportabile al viso e alle mani, io possa infettarmi e di consegueza infettare altre persone di questa nazione. E allora ogni tanto mi prendono momenti i sconforto e mi si inubidiscono gli occhi con le lacrime ma rimango comunque in piedi a fare il mio lavoro e non mollo.
Sa Signor Presidente Conte, quando finisco il mio turno e finalmente mi svesto, esco fuori e ho cosi FAME DI ARIA che respiro troppo profondamente, i mie polmoni che per 7/10 ore non erano abituati a tutta quell’aria si riempiono affannosamente…lo so dovrei respirare più lentamete quando sento l’aria fresca ma forse HO PAURA che arrivi troppo presto il momento in cui dovrò rimettere la mascherina e di conseguenza dosare nuovamente ogni mio respriro per non andare in affano. Spesso quell’aria fresca, introdotta così voracemente, mi va anche nello stomaco. E allora spesso mi vengono un pochino di conati ma rimango in piedi perchè domani dovrò fare ancora il mio lavoro e non mollo.
Sa signor Presidente Conte, quando arrivo a casa entro dal garage, mi spoglio e appendo i vestiti lontano da tutto e tutti, mi faccio la doccia bene bene, mi metto una mascherina chirurgica che porterò sul viso per tutto il giorno e solo allora saluto i miei cari , poi non mangio a tavola con loro ma sulla penisola per mantenere la distanza di almeno un metro e poi viene la cosa più difficile: quando mia nipote mi si avvicina le devo dire “AMORE NON STARE ATTACCATA AL VISO DI ZIA!” e lei mi chiede “Perchè zia? Hai il coronavirus?” e io le rispondo “Non lo so, sai a me i tamponi non li fanno!”. Questo perchè HO PAURA che solo con un respiro troppo profondo o con una parola di troppo io possa infettare i miei cari. E allora spesso mi sento sola ma rimango in piedi perchè domani dovrò fare ancora il mio lavoro e non mollo.
Sa Signor Presidente Conte, prima del corona virus potevo definirmi una donnina carina e in ottima salute , sorridente, incazzosa (scusi il francesismo) ma sorridente e megapositiva grazie a sano sport, sano cibo, sane amicizie, con un pelo i acciacchi…sa quando uno si avvicina ai 40…., oggi ho il viso cadente dalla stanchezza, non sorrido più tanto e anzi sorridere mi costa fatica perchè mi fa male la faccia e il cuore,la fronte segnata dagli occhiali protettivi, il naso sormontato da una bozza rossa e dolente solo al più piccolo sfioramento, lo zigono sinistro edematoso che ha ormai preso il sopravvento sull’occhio sinistro e quando faccio la pipì bruia perchè ho la cistitite perchè sono stressata, disidratata e male alimentata.
Sa Signor Presidente Conte, al mometo la maggior parte degli operatori sanitari hanno le mie stesse DIFFICOLTA’, PAURE E SENSAZIONI.
Lo so Signor Presidente Conte che sono stata prolissa ma vorrei farle capire che lei si immagina quanto sia dura la vita degli operatori sanitari più che mai in questo mometo ma in realtà,con ripetto parlando LEI NON SA NIENTE, VOI NON SAPETE NIENTE perchè voi non fate il nostro lavoro E QUESTO LO DIMOSTRA IL FATTO CHE CI PROPONETE COME PREMIO 100 EURO PER IL MESE DI MARZO.
Sa Signor Presidente Conte, io non li voglio questi 100 euro, non perchè non ne abbia bisogno (in fin dei conti prendo 1500 euro al mese notti e festività comprese da ormai 20 anni di lavoro) ma perchè le dirò una sonora verità: IL MIO LAVORO VALE MOLTO DI PIù DI 100 EURO, DIGIUNARE DA CIBO E ACQUA VALE MOLTO DI PIù DI 100 EURO, BAGNARSI LE MUTANDE DI PIPì E DOVERSELE TENERE COMUNQUE ADDOSSO VALE MOLTO DI PIù DI 100 EURO, RINUNCIARE A GUARDARE I MIEI CARI NEGLI OCCHI ANCHE MENTRE MANGIO VALE MOLTO DI PIù DI 100 EURO, RINUNCIARE AGLI ABBRACCI DI MIA NIPOTE DI 4 ANNI E INSISTERE A DIRLE DI STARMI LONTANO ANCHE SE LEI PIANGE PERCHE’ VUOLE ZIA VALE MOLTO DI PIù DI 100 EURO.QUESTA ROBA TI SPACCA IL CUORE!
Signor Presidente Conte io La ringrazio davvero della sua proposta ma rinuncio volentieri ai miei 100 euro e le dico di tenerseli, non per essere maleducata ma perchè vorrei che lei, portandomi veramente rispetto, usasse quei soldi per farmi una promessa, vorrei che Lei, dall’alto del suo ruolo che io rispetto e che credo lei stia ricoprendo con onore e dedizione, mi dicesse: ” FINITO TUTTO QUESTO, NON CI SCORDEREMO DI VOI COME SPESSO ACCADE, DI VOI CHE OGGI AVETE DATO TUTTO E DI PIù PER QUESTO POPOLO CHE AMATE E SIETE RIMASTI IN PIEDI NONOSTANTE TUTTE LE DIFFICOLTA’ E NON AVETE MAI MOLLATO, E VI PROMETTO CHE FINITO TUTTO QUESTO, PRENDEREMO IL VOSTRO CONTRATTO COLLETTIVO NAZIONALE, LO MIGLIOREREMO METTENDO MANO SIA ALLA PARTE NORMATIVA CHE ALLA PARTE ECONOMICA, ASCOLTEREMO I VOSTRI SINDACATI CON I QUALI CONTRATTEREMO E CHE CI PORTERANNO LE VOSTRE RIMOSTRANZE. IO, IL SIGNOR PRESIDENTE VE LO PROMETTO!”
Sarebbe tanto bello, ma tanto tanto, quando tutto sarà finito….perchè TUTTO QUESTO FINIRA’ E ANDRA’ TUTTO BENE E SPERIAMO CHE CE LA CAVIAMO!

P.s. Solo un’ultima osservazione:i Suoi completi e le Sue cravatte sono spettacolari, complimenti per i Suoi dress code e per l’eleganza con cui li porta. Fiera di avere qualcuno al governo che si sa vestire bene!”

infermiere coronavirus
Foto da Instagram @ospedalebambinogesupaginafan

Parole toccanti, in cui la rabbia si mescola alla stanchezza ma anche a tanto orgoglio, senso del dovere e rispetto.

Speriamo dunque che a ricordarsi di tutte queste persone, medici e infermieri che oggi ergiamo a eroi, non sia domani solo Giuseppe Conte, solo il Governo ma anche ciascuno di noi, noi che li applaudiamo e dedichiamo loro striscioni oggi cerchiamo di ammirarli un po’ di più anche domani.

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