Scorciatoia cognitiva | Eurismi, quelle regole per risparmiare energie

Sapevi che la nostra mente mette in atto regole e procedure per risparmiare le energie che impiegherebbe ragionando? Scoprire cosa sono le scorciatoie cognitive.

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Perché ti siedi sempre a tavola allo stesso posto? Perché i grandi come Steve Jobs o Mark Zuckerberg vestono sempre nello stesso modo? Abitudine? Molto di più.

In gergo si chiamano euristiche o scorciatoie cognitive, schemi mentali che noi esseri umani attuiamo per una e una sola ragione: risparmiare energia.

Già, la parsimonia sembra guidare la nostra mente e i sui meccanismi. A quanto sembra il cervello non è in grado di distinguere tra decisioni importanti e decisioni banali e, in entrambi i casi, investe una gran dose di energia per rispondere. Del resto vi avevamo già spiegato come se pensiamo troppo si rischia il sovrappeso mentale ,che essa dunque può affaticarsi era cosa nota.

Ecco allora che, ogni qual volta si presenta l’occasione, la nostra mente fa scendere in campo schemi, regole e meccanismi che si limita a replicare, senza alcun ragionamento e, dunque, senza alcun dispendio di energia. Queste sono le euristiche o scorciatoie cognitive.

Proviamo allora a capire meglio come lavora la nostra mente in simili circostanze.

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Scorciatoia cognitiva, come risparmia energia la nostra mente?

scorciatoie cognitive
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Si chiamano euristiche o scorciatoie cognitive. Il termine deriva dalla parola greca “heurískō” che significa “trovo” e indica una strategia cognitiva in grado di attivare la mente più rapidamente. Grazie a essa i soggetti possono elaborare giudizi, formulare inferenze e analogie, dotare di significato le esperienze e  prendere determinate decisioni in vista del raggiungimento di obiettivi a fronte di problemi complessi o di informazioni situazionali spesso incomplete. Il tutto con il minor dispendio possibile di energie.

Lamentemeravigliosa.it spiega tutto ciò con grande chiarezza:

“Le euristiche sono scorciatoie mentali che utilizziamo per semplificare la soluzione di problemi cognitivi complessi. Sono regole inconsce per riformulare i problemi e trasformarli in operazioni più semplici e quasi automatiche. Grazie a esse non dobbiamo fare un ragionamento profondo ogni volta che si presenta un problema. Sono scorciatoie non assolutamente precise, questo sì, e talvolta ci inducono in errore.”

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Nella nostra quotidianità, diverse situazioni possono naturalmente attivare tali processi meccanici automatizzati.

Quelle che utilizziamo più spesso sono:

L’euristica della rappresentatività – Si basa sulla probabilità che uno stimolo (persona, evento, oggetto…) possa inserirsi all’interno di una determinata categoria. Ecco allora che quando notiamo una determinata caratteristica corrispondente a una data categoria associamo automaticamente il soggetto analizzato a quel gruppo. Si tratta di un meccanismo sempre di successo? Assolutamente no.

L’euristica della disponibilità – E’ quel meccanismo che entra in gioco quando cerchiamo di realizzare delle stime, quando proviamo ad associare diversi fenomeni per stabilire una probabilità di maggior successo. Un esempio? Per dirla ancora con Lamentemeravigliosa.it:

“Quando facciamo domande del tipo: ‘ci sono più psicologi uomini o donne?’ Per rispondere a questa domanda, possiamo fare uso di questa euristica e vedere quale dei due casi ci risulta più frequente. Se ci vengono in mente più psicologi donne che uomini, risponderemo che ci sono più psicologi donne.”

Inutile dire che, anche in questo caso, non è detto che l’associazione porti a risultati corretti.

L’euristica dell’ancoraggio – Questo meccanismo si attiva quando cerchiamo un “punto di ancoraggio”. Ci troviamo inuma situazione ignota, della quale non abbiamo alcuna pregressa esperienza e così, per orientarci e trovare la soluzione, cerchiamo di ricondurci a un punto di riferimento da cui partire per poi attivare una serie di collegamenti intuitivi e risolvere la situazione di incertezza.

Proprio da questa euristica si può però generare l’effetto del falso consenso, quei casi in cui associamo agli alti idee, pensieri e opinioni che in realtà appartengono solo a noi stessi.

L’euristica della simulazione – Quando ci troviamo a dover valutare con quale probabilità un evento potrà verificarsi tendiamo a ritenerlo tanto più probabile quanto ci viene facile immaginarlo. Per la serie “se puoi immaginarlo puoi farlo” decidiamo liberamente di ritenere probabile qualcosa che riusciamo a figurarci nella nostra mente. Naturalmente tali valutazioni non sono sempre precise.

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Le euristiche sono dunque meccanismo importanti, regole che hanno a lungo rappresentato vere e proprie armi evolutive, capaci di farci affrontare i problemi in modo semplice e risolutivo.

Attenzione però: simili scorciatoie cognitive possono essere applicate senza timore per problematiche di basso profilo ma certo non possiamo fidare loro le decisioni importanti. La nostra mente forse non è in grado di distinguere tra problemi di peso e marginali ma noi sì.

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