Continua a salire la curva dei contagi da Coronavirus in Italia: i dati aggiornati forniti dalla protezione civile offrono un quadro del 10 Novembre estremamente drammatico.
Le misure di contenimento messe in atto dal governo Conte per ridimensionare la diffusione del virus in tutta Italia non hanno ancora dato i loro frutti. Appena ieri sono state approvati alcuni cambiamenti nella divisione delle regioni a seconda della fasciai di rischio, con alcune regioni che diventeranno arancioni a partire da domani 11 Novembre. Nelle ultime ore il numero dei contagi ha continuato a salire.
La Lombardia rimane purtroppo la prima regione italiana per il numero di nuovi positivi al Coronavirus individuato attraverso le operazioni di screening a tappeto attuate attraverso i tamponi.
I casi di Coronavirus in Italia: i numeri del 10 Novembre 2020
Quasi 11.000 nuovi casi in Lombardia individuati grazie al tampone nelle ultime 24 ore. Al secondo posto della classifica il Piemonte, che risulta la seconda regione più colpita sia a livello di casi totali sia per i nuovi casi: ben 3.659 nell’arco dell’ultima giornata. Fortunatamente in Piemonte i deceduti dall’inizio della pandemia sono “soltanto” 4.742, contro i 18.571 registrati dalla Lombardia.
La regione con il numero di decessi più alto dopo la Lombardia è invece l’Emilia Romagna, che ha fatto registrare ben 4.845 morti.
L’Emilia Romagna però rimane regione gialla, mentre secondo le indicazioni del Governo, a partire da domani saranno dichiarate regioni rosse la Lombardia, la Calabria, il Piemonte e la Val d’Aosta.
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Va ricordato che i criteri per assegnare il “colore” alla regioni sono oltre 20 e che il tasso di contagio è uno dei fattori determinanti. Nelle regioni di colore rosso il tasso di contagio (cioè il numero di persone che vengono contagiate in media da ogni singola persona infetta) è considerato troppo alto per consentire la libera circolazione dei cittadini.
In regioni che hanno contato comunque un enorme incremento dei positivi ma il cui tasso di contagio è ancora sotto i livelli di guardia, si è preferito mantenere norme non eccessivamente restrittive. Si tratta in particolare del caso della Campania, che nella sola giornata di oggi ha fatto registrare 2.716 nuovi casi positivi.
Proprio in Campania nelle scorse settimane si erano generate delle spontanee proteste di piazza, organizzate dai cittadini per richiedere nuove misure di sostegno economico da parte del governo, soprattutto nei confronti dei lavoratori delle categorie più colpite dalla crisi. Quelle proteste erano poi degenerate in scontri di guerriglia urbana che avevano richiesto una forte presa di posizione da parte del Ministro degli interni Lamorgese, ma erano riuscite a dare il via a una serie di proteste che si sono rapidamente diffuse in tutta Italia.