Covid, il vice direttore dell’OMS: “Non credo sarà necessario il 2022”

Il vice direttore dell’OMS, Ranieri Guerra, si è lasciato ad alcune dichiarazioni molto importanti circa la produzione del vaccino anti covid.

Covid-19 un gruppo sanguigno meno a rischio
la ricerca sul vaccino contro il covid continua, from Pixabay

In piena pandemia mondiale ovviamente le parole di un esponente dell’ Organizzazione Mondiale della Sanità, in questo caso il vice direttore, non passano di certo inosservate.

Giusto a rigor di precisione, premettiamo che, per chi ancora non ne avesse avuto modo di saperlo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS-istituita nel 1948 con sede a Ginevra) è una delle Agenzie delle Nazioni Unite, specializzata in questo caso per le questioni sanitarie.

All’OMS aderiscono 194 Stati Membri di tutto il mondo divisi in 6 regioni (Europa, Americhe, Africa, Mediterraneo Orientale, Pacifico Occidentale e Sud-Est Asiatico).

Fatta questa giusta premessa, dobbiamo ora approfondire quelle che sono state le dichiarazione di Ranieri Guerra, vice direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e componente del Comitato tecnico scientifico (Cts).

Ranieri Guerra ed i tempi del vaccino anti covid

tampone covid-19 bambini rischioso
Tampone per Covid-19 sui bambini (Adobe Stock)

I dati aggiornati al 20 ottobre riflettono una situazione non positiva per la nostra nazione e per noi cittadini.

In un clima così particolareggiato, in cui iniziano a venir chiuse le prime strade e piazze e fra le varie polemiche sul tavolo social e mediatico, le parole del vice direttore generale dell’OMS sono davvero ben accette.

Durante un suo intervento rilasciato durante la trasmissione Agorà su Rai Tre, Ranieri Guerra ha rilasciato alcune dichiarazioni molto importanti.

Il vice direttore infatti non crede che sarà necessario attendere il 2022 per avere un vaccino disponibile per tutta la popolazione italiana perché un prototipo sarà convalidato entro la fine di quest’anno.

Infatti secondo quanto da lui dichiarato, per la produzione del vaccino si sta guardando a grandi bacini produttivi che non sono solamente localizzati in Europa, come l’India a cui sarebbero già state avanzate una serie di proposte industriali.

Durante il suo intervento Ranieri Guerra si è espresso anche sulle terapie intensive, che in questo periodo sono fonte di forti preoccupazioni quasi in tutta Italia.

“Le terapie intensive – ha affermato – ancora non sono sature ma, salvo un paio di regioni, abbiamo livelli di occupazione inferiori al 30%, quindi trovo che la preparazione sia stata adeguata”.

Quello che invece ha dichiarato di non vedere molto adeguato, viceversa, è il territorio.

Secondo quanto dichiarato su Rai Tre e poi riportato dall’Ansa, il vice direttore dell’OMS avrebbe detto :”Ci siamo ripetuti che la prima linea deve essere rafforzata per gestire l’ondata ma è un settore che è stato relativamente ignorato, ovvero la medicina generale e i pediatri di libera scelta, ovvero personale che è a disposizione ma non viene coinvolto attivamente nella procedura di tracciamento“.

Quanto dichiarato dal vice direttore OMS sembra non essere passato inosservato nemmeno nella comunità scientifica, infatti prontamente c’è stata una risposta da parte di Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia all’Università di Padova a Buongiorno, su Sky TG24.

“Mandare messaggi dicendo che avremo il vaccino fra uno o due mesi sicuramente intercetta le aspettative di tutti quanti, ma lo vedo piuttosto irrealistico”. Ha dichiarato per poi aggiungere che “Forse fra due mesi qualcuno dirà che abbiamo un vaccino, ma tra dirlo e fare uno studio pilota e poi distribuirlo passano tanti mesi“.

Anche quindi nella comunità scientifica sembra non esserci molta chiarezza sui tempi, in questo clima di opinioni divergenti ci sarebbe bisogno di ricevere ulteriori chiarezze.

 

Nel frattempo rispettiamo i piccoli accorgimenti che bisogna avere.

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