Coronavirus, allarme degli anestesisti: “Terapie intensive in affanno”

Le terapie intensive non sono ancora piene ma lo saranno tra poco: la previsione degli anestesisti italiani dopo l’estate.

ospedali coronavirus
Ospedali da Covid-19 – Foto Instagram da https://www.instagram.com/protezionecivileit/

Durante la prima ondata della Pandemia in Italia è stato evidente che la saturazione delle terapie intensive costituisce il punto di non ritorno dalla crisi sanitaria.

Nel momento in cui le terapie intensive non fossero in numero sufficiente a garantire le cure a tutti i pazienti che ne avrebbero bisogno, sarà necessario scegliere quali pazienti curare e quali, invece, lasciare al loro destino.

Una scelta che i medici italiani non vogliono più trovarsi a fare, com’è capitato nei mesi in cui la Pandemia ha stravolto la vita dei cittadini di tutto il mondo.

Per questo motivo la sensibilizzazione dei cittadini e l’applicazione di misure di sicurezza sempre più rigorose diventano fondamentali, per evitare la crisi sanitaria.

Lo ha ricordato Flavia Petrini, Presidente della Società Italiana di Anestesia, Rianimazione e Terapia intensiva.

I numeri sul Coronavirus in Italia: le terapie intensive si stanno riempiendo

Coronavirus, UK infetterà persone sane per vaccino (Getty Images)
(Getty Images)

Secondo gli anestesisti italiani i cittadini e il sistema sanitario nazionale pagheranno pesantemente la leggerezza dell’estate, durante la quale gran parte della popolazione ha tenuto comportamenti poco prudenti e ha viaggiato in lungo e in largo in Italia contribuendo enormemente alla diffusione del virus.

“I numeri attuali sui positivi al Coronavirus sono ancora sostenibili” ha dichiarato Flavia Petrini ad Adkronos, sottolineando però che si tratta di una situazione estremamente instabile e che il ricorso agli ospedali dal campo dovrà essere presa in considerazione soltanto come ultima spiaggia.

“I numeri di ieri parlano di 323 pazienti in terapia intensiva, ma si tratta di dati fluidi. […] Dovremo essere pronti il più rapidamente possibile. Oltre a identificare i Covid Hospital in tutte le regioni vorremmo salvaguardare anche i percorsi non Covid” ha continuato la Portavoce dei medici che lavorano ogni giorno a stretto contatto con i pazienti delle intensive.

Il processo di riorganizzazione del sistema sanitario nazionale in virtù delle nuove necessità che si presenteranno nel momento in cui dovessimo trovarci nel pieno di una nuova ondata di contagi sarà difficile e laborioso, quindi dovrà essere avviato il più velocemente possibile.

“Si tratta di un’operazione complessa che non si esaurisce con la creazione di nuovi posti letti nelle terapie intensive, ma che deve tenere conto anche della necessità di formare e distribuire il personale” ha ricordato la Presidente.

Attualmente il pericolo maggiore è che ad andare in difficoltà siano le regioni del Sud Italia, che sono state toccate dal virus in maniera molto più lieve rispetto alle regioni del Nord, almeno durante la prima ondata.

L’estate però ha profondamente rimescolato le carte in tavola e attualmente la Campania detiene da diversi giorni il primato della regione in cui vengono scoperti più nuovi positivi al giorno. 

L’obiettivo, secondo Flavia Petrini, è coordinare gli sforzi affinché le regioni del Sud, anche quelle meno attrezzate dal punto di vista sanitario, siano pronte a gestire l’emergenza senza che l’intero sistema entri in affanno per un improvviso sovraccarico.

Anche i medici anestesisti si sono stretti intorno al Governo Italiano nell’abbracciare misure di sicurezza più stringenti, soprattutto in merito all’utilizzo più rigoroso ed esteso di mezzi di protezione individuali.

Infine, il consiglio della Petrini a tutti gli italiani è di affidarsi alla tecnologia per aiutare gli ospedali a sostenere l’impatto della seconda ondata: “Adesso è importante rispettare le misure come anche scaricare la App Immuni, per dare tempo agli ospedali di prepararsi”.

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Fortunatamente, dopo un primo momento di freddezza e di scetticismo in merito all’utilizzo della app per il tracciamento dei contagi, Immuni sta finalmente conoscendo un picco di download che potrebbe effettivamente migliorare molto i risultati della gestione dell’emergenza.

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