Nuove misure anti Coronavirus: tre stadi di allerta fino al lockdown

Il Governo Italiano è pronto a emanare un nuovo DPCM con nuove misure anti Coronavirus: il progetto di misure “a semaforo” a seconda del quadro sanitario.

Giuseppe Conte Facebook
Foto da Facebook @GiuseppeConte64

L’obiettivo è, ancora una volta, quello di bloccare i contagi evitando il lockdown. Il secondo governo Conte è stato assolutamente chiaro su questo proposito negli scorsi giorni. L’obiettivo è quindi quello di attivare misure di contenimento mirate, intensificando l’utilizzo dei dispositivi di protezione personale e attivando chiusure di attività specifiche al fine di salvaguardare le attività necessarie al Paese, esattamente come accadde a Marzo.

Sul tavolo del Governo in queste ore la bozza di un nuovo DPCM che prende in considerazione tre possibili scenari di differente gravità, a ognuno dei quali corrisponderanno delle particolari misure di sicurezza da attivare “a macchia di leopardo”.

15 Ottobre: le probabili nuove misure anti Coronavirus

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Il Comitato Scientifico fortemente voluto dal Presidente Conte per affiancare il governo nella definizione delle misure anti Coronavirus ha presentato in queste ore una bozza di decreto in cui si ipotizzano misure di sicurezza modulate a seconda della gravità del numero di contagi che saranno rilevati in Italia nelle prossime settimane, al fine di ricorrere al lockdown nazionale solo e soltanto se non ci sarà altra soluzione.

In particolare sono stati delineati tre possibili scenari: quello giallo (di bassa gravità), quello arancione (uno stato di medio allarme) e quello rosso (che porterebbe inevitabilmente a un secondo lockdown di cui non si può attualmente prevedere la durata).

Lo scenario giallo è definito a livello scientifico da un tasso di contagiosità del virus pari o poco superiore a 1. Si tratta di una situazione in cui, a livello statistico, ogni infetto si limita a contagiare una sola altra persona. In questo caso il Sistema Sanitario Nazionale sarebbe ancora in grado di far fronte all’emergenza con grazie alle nuove strutture, alle nuove assunzioni e soprattutto grazie alle nuove prassi messe a punto durante la prima ondata. A questo livello di “bassa pericolosità” corrisponderebbero misure di sicurezza molto lievi, con semplici chiusure anticipate di bar e palestre.

Lo scenario arancione si basa sulla possibilità che il tasso di contagiosità nelle prossime settimane salga tra 1,25 e 1,5, mettendo a rischio su vasta scala la tenuta degli ospedali italiani e, in particolare, di quelli deputati alla gestione dell’emergenza Coronavirus. A questo livello scatterebbe di nuovo la chiusura delle regioni, il blocco di attività ad alto rischio contagio e la definizione di zone rosse localizzate nelle città e nei quartieri in cui sono stati individuati nuovi focolai di Coronavirus. In quelle zone – e solo in quelle – potrebbe essere imposto un lockdown totale o parziale per una durata di tempo variabile, al fine di evitare la propagazione del contagio in altre aree. Quel che è certo è che la durata minima di un eventuale lockdown sarà di due settimane, mentre non è possibile prevedere la durata massima. Si tratta di misure di sicurezza applicate parzialmente già nella Provincia di Latina per volere del Governatore Zingarelli su suggerimento dell’Azienda Sanitaria Locale.

Naturalmente lo scenario rosso è quello più grave in assoluto, con un tasso di contagio che superi l’1,5 portando in brevissimo tempo alla saturazione e al collasso gli ospedali italiani. A quel punto non ci sarà alcuna scelta: scuole e università saranno chiuse e sarà imposto un nuovo lockdown. Anche in questo caso la durata minima di un simile provvedimento sarà di due settimane, ma con ogni probabilità le misure di sicurezza sarebbero estese a un periodo di tempo molto più lungo.

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Nel frattempo rimangono in vigore tutte le misure emanate negli scorsi giorni in merito all’utilizzo prolungato e continuo dei sistemi di protezione individuale: la mascherina dovrà essere portata sempre con sé.

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