Ormai i numeri non lasciano più dubbi: i dati parlano chiaramente. L’impennata di casi di Covid-19 e il registro di presenze nelle terapie intensive degli ospedali sono lampanti. Non torneremo più indietro.
In questi ultimi giorni si sta registrando un’impennata di casi di Covid-19 sul nostro territorio italiano. Non è come si pensava una “variazione dovuta al caso” o di una fruttazione, per usare le parole dell’esperto, il fisico Giorgio Sestili, fondatore e fra i curatori della pagina “Coronavirus: Dati e analisi scientifiche“, che ha seguito l’andamento dell’epidemia fin dagli inizi.
Aumentano i casi di Covid-19 in terapia intensiva, gli ospedali riusciranno a reggere prima di arrivare a saturazione ad un nuovo boom?
Leggiamo insieme le parole dell’esperto.
I dati sono allarmanti: non torneremo più indietro
“Non possiamo sapere che cosa accadrà, ma è certo – analizza Sestili – che i contagi non scenderanno più sotto quota 2.500, al netto delle fluttuazioni che dipendono dai tamponi, come accade nei fine settimana”.
Ci ritroviamo dunque di fronte a una situazione diversa rispetto a quella che si era registrata fino a qualche settimana fa per quanto riguarda il Covid-19. Ci troviamo di fronte a due possibili scenari: il più auspicabile prevede la stabilizzazione almeno per un determinato periodo sui valori recenti di oltre 2.500 casi positivi; il più catastrofico di contro, prevede l’inizio della risalita.
Purtroppo la situazione è piuttosto recente e il cambiamento potrà ricevere risposta nei prossimi giorni o addirittura nelle prossime settimane.
In attesa di capire come si evolverà la situazione Covid-19, un dato da non perdere di vista è quello sui ricoveri nelle strutture di terapia intensiva.
Al momento è evidente che la crescita attuale è molto più lenta di quella avvenuta in febbraio-marzo, ma “ci troviamo in una situazione in totale evoluzione e da monitorare. Il problema – afferma il fisico – è capire quanto il Servizio sanitario nazionale reggerà prima di arrivare a saturazione”.
Indubbiamente per prevenire (sempre meglio di curare) e tenere la situazione sotto controllo sono quanto mai necessarie le tre misure cardine di prevenzione per il Covi-19:
- indossare le mascherine (la parola del giorno del sindaco di Milano è “mascherina”)
- rispettare il distanziamento (evitare assembramenti)
- lavare spessissimo le mani.
Ritorneremo come agosto?
Sicuramente lo scenario futuro sarà molto simile e per certi versi analogo a quello di agosto. Quando, come osserva il fisico Giorgio Sestili “avevano inciso moltissimo i contagi importati dall’estero e l’affollamento dei luoghi della movida estiva“. Anche il virologo Roberto Burioni aveva recentemente dichiarato con un tweet la sua preoccupazione e perplessità riguardo lo scenario futuro italiano.
Dunque ad agosto vi erano state un insieme di cause che avevano contribuito al far salire rapidamente il numero dei casi da qualche centinaio a oltre mille. E adesso invece? Quali fattori inciderebbero sul’aumento del numero di casi di Covid-19?
Nel caso di questo inizio di autunno il salto potrebbe essere una conseguenza della “ripresa delle attività lavorative e scolastiche“.
In linea di massima – osserva Sestili – in autunno le nostre abitudini cambiano: si trascorre più tempo nei luoghi chiusi e si usano di più i mezzi pubblici” e non dimentichiamo l’arrivo del maltempo e del freddo che potrebbero avere un ruolo determinante.
“Benvenga anche l’obbligo di indossare le mascherine all’aperto per evitare contagi in situazioni di assembramento, come all’ingresso e all’uscita dalle scuole o nelle strade della movida”.
Ma non c’è dubbio – conclude Sestili – che se le regole sono rispettate non servono ulteriori restrizioni.”
(ANSA)