Caterina Balivo | Dopo la gaffe su Occhi di Gatto, piange in diretta

Caterina Balivo, a Vieni da me, dopo la gaffe hot su Occhi di Gatto con Cristina D’Avena, piange in diretta ascoltando il fotoreporter Gabriele Micalizzi.

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Caterina Balivo (Foto: Instagram)

Caterina Balivo si mostra senza censura al pubblico di Vieni da me conquistando il pubblico che la apprezza ogni giorno di più. Nel corso della puntata dell’8 maggio, la Balivo si è prima lasciata andare ad un commento hot sulla sigla di Occhi di gatto durante l’intervista con Cristina D’Avena e poi si è commossa ascoltando i racconti del foto reporter Gabriele Micalizzi che ha immortalato nelle sue foto il dramma del coronavirus.

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Caterina Balivo: “la sigla di Occhi di gatto è hot”. Poi piange per le vittime del coronavirus

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Caterina Balivo ha ospitato a Vieni da me Cristina D’Avena che dopo essere crollata in studio, che si è collegata dalla sua casa di Bologna. Nel ricordare le varie sigle dei cartoni animati cantate dalla D’Avena, la Balivo si è soffermata su quella di Occhi di gatto che, stando a quello che racconta la conduttrice che ha rivisto il cartone animato ora che è diventata mamma, si è accorta degli elementi hot presenti nella sigla.

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“Quella sigla è hot. Io ho rivisto il cartone animato e queste ragazzine erano tutte fasciate con il seno a punto e il sedere alto come le Kardashian“, ha detto la Balivo che vorrebbe il terzo figlio.

Durante l’intervista con il fotoreporter Gabriele Micalizzi che lo scorso febbraio è stato ferito in Siria rischiando la vita, ha parlato del dramma che vede quando va nei luoghi in cui c’è la guerra, ma di aver visto il dramma anche negli ospedali dove è stato per immortalare il dramma dell’emergenza coronavirus.

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«Un momento che mi ha colpito molto – ha raccontato Micalizzi – è stato un signore che chiedeva al medico di avere almeno il suo pigiama, ma anche quello gli è stato negato, perché ovviamente la figlia non poteva entrare», ha detto facendo emozionare la conduttrice.

«Nelle guerre, le vittime muoiono stringendo la mano di qualcuno, che sia il commilitone o il medico. Nel caso del Covid, chi non ce l’ha fatta, è morto da solo…», ha aggiunto.

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