“Ed io ti penso ma non ti cerco”, poesia di Charles Bukowsi: testo

Una poesia per descrivere l’amore, quello passionale, profondo ma al tempo stesso impossibile da vivere, che vede i due amanti separati da un’incolmabile distanza ma non per questo meno innamorati. Questa è “Ed io ti penso ma non ti cerco” di Charles Bukowski

Charles Bukovski testo
Foto da Instagram @roadshowrigoletto

C’è chi lo descrive come “l’ultimo poeta maledetto“, un uomo che nelle sue poesie ha raccontato una vita vissuta tra droga, alcol e solitudine, in perenne compagnia di un vuoto quasi impossibile da colmare.

Sarà forse questo il fascino di Charles Bukovski, quel vivere al margine di una società sapendone proprio per questo raccontare il lato più intimo e torbido, quello che nessuno riesce pienamente a confessare ma che in molti (o quasi tutti) vivono almeno in parte.

Ed io ti penso ma non ti cerco declina tutto ciò nel mondo amoroso, narrando la difficoltà di un sentimento intenso ma ostacolato dalla distanza, forse più interiore che esteriore, che sfocia in un’impossibilità di condivisione e comunicazione.

Sono sentimenti solo apparentemente complessi ma in realtà, vicini a tutti noi, sperimentati da tutti noi e proprio così narrati dal poeta che impiega frasi decise, concrete, che chiunque avrebbe potuto utilizzare per descrivere questo amore.

Proprio questa concretezza e profondità ha colpito i lettori di anni e anni, trasformando Ed io ti penso ma non ti cerco in una delle poesie più amate, condivise e lette di sempre.

Anche noi ve la riproponiamo per riassaporarla tutte insieme.

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Ed io ti penso ma non ti cerco, Charles Bukowsi

Charles Bukovski poesia
Foto da Instagram @stormmusings 

Tra romanticismo e passività ondeggia la poesia di Charles Bukovski, un testo che racconta un amore immortale che fa sognare ma che, al tempo stesso, insinua un po’ di amaro nel cuore del lettore vanificando questo stesso amore con un eccessiva passività.

E’ vero amore quello a cui non fa seguito un agire concreto? Giriamo a tutte voi questo spinoso quesito.

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“Non ho smesso di pensarti,

vorrei tanto dirtelo.

Vorrei scriverti che mi piacerebbe tornare,

che mi manchi  e che ti penso.

Ma non ti cerco.

Non ti scrivo neppure ciao.

Non so come stai.

E mi manca saperlo”.

“Hai progetti?

Hai sorriso oggi?

Cos’hai sognato?

Esci?

Dove vai?

Hai dei sogni?

Hai mangiato?”.

“Mi piacerebbe riuscire a cercarti .

Ma non ne ho la forza.

E neanche tu ne hai.

Ed allora restiamo ad aspettarci invano”.

“E pensiamoci. E ricordami. E ricordati che ti penso, che non lo sai ma ti vivo ogni giorno,

che scrivo di te.

E ricordati che cercare e pensare son due cose diverse.

Ed io ti penso ma non ti cerco”.

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