Bronchiolite nel neonato | I primi sintomi a cui prestare attenzione!

Bronchiolite nel neonato | I sintomi a cui i genitori devono prestare attenzione. Quando è necessario il ricovero in Ospedale e quale la cura da fare a casa

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bronchiolite nel neonato (Istock Photos)

Con l’arrivo della stagione fredda i malanni sono all’ordine del giorno. Ci si ammala molto più facilmente e i casi peggiori colpiscono le fasce d’età maggiormente più delicate come bambini e anziani. In questo caso, oggi vogliamo parlarvi della Bronchiolite nel neonato. Capire bene i sintomi è indispensabile per una veloce diagnosi e, conseguentemente per una cura adeguata. Cos’è la bronchiolite? Quali sono i sintomi primari e come intervenire prontamente sono le prime mosse che mamma e papà devono capire. In più, vediamo quando il neonato necessita di ricovero ospedaliero e la cura da continuare a casa per una guarigione ottimale.

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Bronchiolite nel neonato | Come riconoscere la malattia

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bronchiolite nel neonato (Istock)

La prima cosa importante è quella di sapere nello specifico cos’è la bronchiolite. Essa è una malattia che colpisce i bimbi più piccoli, soprattutto quelli di pochi mesi, di solito causata da alcuni virus molto diffusi e poco pericolosi per i grandi. Spesso i genitori o i fratellini hanno solo il raffreddore. La bronchiolite è, dunque, un’infezione virale acuta che colpisce il sistema respiratorio dei bambini di età inferiore ad un anno con maggiore prevalenza nei primi 6 mesi di vita e maggiore incidenza tra novembre e marzo.
L’agente infettivo più coinvolto (nel 75% circa dei casi) è il virus respiratorio sinciziale (VRS) ma anche altri virus possono esserne la causa (metapneumovirus, coronavirus, rinovirus, adenovirus, virus influenzali e parainfluenzali). L’infezione è secondaria a una trasmissione che avviene primariamente per contatto diretto con le secrezioni infette. Questo virus si diffonde facilmente da persona a persona. Quando una persona affetta dal virus tossisce o starnutisce rilascia in aria delle minuscole particelle che contengono il virus. Se queste particelle vengono respirate o si depositano sulla bocca o sugli occhi si può essere contagiati. La stessa cosa accade se si toccano oggetti sui quali si sono deposte queste particelle e poi ci si tocca la bocca o il naso o gli occhi.

La fase di contagio dura tipicamente da 6 a 10 giorni. L’infezione interessa bronchi e bronchioli innescando un processo infiammatorio, aumento della produzione di muco e ostruzione delle vie aeree con possibile comparsa di difficoltà respiratoria.

I Fattori che aumentano il rischio di maggiore gravità sono la prematurità, l’età del bambino (< 12 settimane), le cardiopatie congenite, la displasia broncopolmonare, la fibrosi cistica, le anomalie congenite delle vie aeree e le immunodeficienze. L’infezione è più comune o grave nei lattanti di madri fumatrici, specie se hanno fumato in gravidanza. L’infezione sembra essere meno diffusa nei neonati allattati al seno. I genitori e i fratelli maggiori possono contrarre il virus, ma nel loro caso questo si esprime solo con un leggero raffreddore.

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I sintomi della Bronchiolite nel neonato

neonato starnuto
bronchiolite nel neonato sintomi (Istock Photos)

I sintomi iniziali della bronchiolite sono gli stessi di un raffreddore comune:

  • rinorrea,
  • starnuti,
  • febbre lieve
  • talvolta tosse.

Dopo diversi giorni, i bambini sviluppano difficoltà respiratoria, accompagnata da respiro accelerato e un aggravamento della tosse. In genere emettono un suono acuto all’espirazione (respiro sibilante). I sintomi sono lievi nella maggior parte dei lattanti. Anche se respirano velocemente e sono molto congestionati, rimangono vigili, felici e si alimentano bene.

I più malati respirano rapidamente e superficialmente, sforzando molto i muscoli respiratori, e mostrano alitamento delle narici durante l’inspirazione. Appaiono esigenti e ansiosi e rischiano di disidratarsi a causa del vomito e della difficoltà ad assumere liquidi. A volte vi è febbre, ma non sempre. Alcuni bambini sviluppano anche un’infezione dell’orecchio. I neonati prematuri o i neonati di età inferiore ai 2 mesi a volte hanno episodi durante i quali smettono brevemente di respirare (apnea). Nei casi molto gravi e insoliti, il bambino può diventare cianotico intorno alla bocca a causa della mancanza di ossigeno.  Il più delle volte si risolve spontaneamente e senza conseguenze. Tuttavia, in alcuni casi, può rendersi necessario il ricovero, specialmente al di sotto dei sei mesi di vita. In bambini così piccoli è spesso presente un calo dei livelli di saturimetria (ossigeno nel sangue) e può osservarsi una disidratazione causata dalla difficoltà di alimentazione e dell’aumentata perdita idrica determinata dal lavoro respiratorio.

Generalmente la malattia è benigna e si risolve spontaneamente in circa 12 giorni.

Come si fa la diagnosi di bronchiolite

neonato e dottore
bronchiolite nel neonato diagnosi (Istock)

La diagnosi di bronchiolite è clinica, basata sull’andamento dei sintomi e sulla visita pediatrica. Solo in casi particolari, ove ritenuto necessario dal medico, possono essere effettuati alcuni accertamenti di laboratorio e/o strumentali. Tra questi:

  • la ricerca dei virus respiratori sull’aspirato nasofaringeo,
  • la determinazione dell’ossigenazione tramite saturimetro (una saturazione arteriosa <92% è un indicatore di gravità e della necessità di ospedalizzazione),
  • l’emogasanalisi arteriosa (un esame che permette di valutare l’ossigenazione del sangue e, attraverso la misurazione dell’anidride carbonica, l’efficacia degli scambi gassosi).
  • Molto raramente si rende necessaria la radiografia del torace (si possono riscontrare addensamenti ed aree di assenza di aria in più zone dei polmoni dovute alla alterata ventilazione).

Quando il bambino deve essere ricoverato?
Quando ha difficoltà a respirare e quando non riesce a mangiare a sufficienza. Il ricovero in ospedale può servire a somministrare ossigeno e/o liquidi con una flebo o un sondino. Queste terapie sono dette “di supporto” perché non ci sono cure specifiche per la bronchiolite!

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Bronchiolite nel neonato | Come si cura

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bronchiolite nel neonato come si cura (Istock)

Un neonato senza difficoltà respiratoria e in grado di alimentarsi può essere trattato a domicilio sotto le attente cure del pediatra curante. Il paziente con bronchiolite viene in genere trattato con:

  • frequenti lavaggi nasali con aspirazione delle secrezioni e terapia aerosolica con soluzione ipertonica al 3%. Quest’ultima aiuta il piccolo a mobilizzare le abbondanti secrezioni mucose catarrali.
  • È possibile utilizzare broncodilatori (farmaci che dilatano i muscoli dei bronchi e quindi migliorano la respirazione) per via inalatoria per 3-4 volte al giorno se si è osservato un miglioramento clinico dopo una prima somministrazione “di prova” nell’ambulatorio pediatrico o a domicilio. La terapia va invece sospesa in mancanza di evidente efficacia.
  • Talvolta viene prescritto il cortisone per bocca ma la più recente letteratura scientifica non dimostra che i bambini sottoposti a questa terapia vanno incontro ad un miglioramento.
  • L’uso routinario degli antibiotici non è raccomandato, tranne in bambini immunocompromessi o in caso si sospetti un’infezione batterica concomitante.
  • È utile frazionare i pasti aumentandone la frequenza e diminuendo le quantità.

La maggior parte dei bambini è curata a casa con liquidi e misure di supporto. Durante la malattia, il bambino deve assumere frequentemente liquidi in piccole quantità. In caso di aumento della difficoltà respiratoria, colorito bluastro della pelle, stanchezza e disidratazione, il bambino deve essere portato in ospedale. I bambini affetti da cardiopatia congenita, pneumopatia o sistema immunitario compromesso devono essere ricoverati con urgenza e sono molto più a rischio di sviluppare una forma grave di bronchiolite.

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Bronchiolite | Il trattamento ospedaliero

neonato ospedale
bronchiolite nel neonato (Istock Photos)

In tutti i casi di cattiva ossigenazione o rifiuto dell’alimentazione il bambino, secondo le indicazioni del pediatra curante, dovrà essere valutato dal pediatra del Pronto Soccorso per un eventuale ricovero.

Quando occorre il ricovero ospedaliero, il bambino viene sottoposto ad una terapia di supporto per garantire:

  • Un’adeguata ossigenazione del sangue attraverso la somministrazione di ossigeno umidificato e riscaldato (solo nei casi più gravi si somministra ossigeno ad alti flussi);
  • Un’adeguata idratazione, qualora l’alimentazione risultasse difficoltosa, attraverso la somministrazione di soluzioni glucosaline per via endovenosa.

In ospedale il livello di ossigenazione è monitorato mediante un sensore posizionato su un dito della mano o del piede del bambino e, se necessario, viene somministrato ossigeno in tenda, con una sonda nasale (cannula) o una maschera. Raramente, può essere necessario un ventilatore meccanico (un’apparecchiatura che favorisce l’ingresso e l’espulsione dell’aria dai polmoni) per assistere la respirazione.

Possono essere tentati farmaci inalati che liberano le vie respiratorie (broncodilatatori). Sebbene questi farmaci allevino i sibili e il restringimento delle vie aeree causati dall’asma, la loro efficacia nel trattamento della bronchiolite è dubbia. I corticosteroidi (per sopprimere l’infiammazione) possono essere utili in alcuni bambini.

I medici non fanno più uso del farmaco antivirale ribavirina (somministrato mediante nebulizzatore) tranne che per i bambini che hanno il sistema immunitario estremamente debole. Gli antibiotici non servono a meno che il bambino abbia un’infezione batterica.

La maggior parte dei bambini guarisce a casa nell’arco di 3-5 giorni. Il respiro sibilante e la tosse possono tuttavia perdurare da 2 a 4 settimane. Con la terapia adeguata, la probabilità di sviluppare complicanze gravi è basso, anche nei bambini ricoverati.

Una volta guariti dalla bronchiolite, alcuni bambini soffrono di episodi ripetuti di respiro sibilante.

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Consigli per i genitori | Cosa controllare a casa e la prevenzione

madre e figlio
bronchiolite nel neonato (Istock)

La cosa più importante è controllare come il bambino respira: osservate se respira in modo molto veloce e se sono presenti dei “rientramenti” sotto il torace. Il pediatra durante la visita vi spiegherà come fare. Osservate anche il comportamento del vostro bimbo: è normale che sia meno vivace del solito, ma in caso di dubbio contattate il pediatra. Cercate di capire quanto mangia il vostro bambino. Se il bambino è allattato al seno può essere utile controllare il peso al mattino per verificare che non cali. A volte può servire tirare il latte della mamma e proporlo con il biberon per affaticare meno il bambino durante il pasto. Cosa molto importante risulta essere la prevenzione. Dunque dovete stare attenti ad eseguire determinati “rituali” igienici prima di avvicinarvi al neonato affetto da bronchiolite, come:

  • Lavatevi le mani prima di toccare o prendere in braccio il bambino e chiedete agli altri di fare lo stesso.
  • Non toccatevi gli occhi, la bocca o il naso mentre accudite il bambino.
  • Chiedete a chi starnutisce o ha la tosse di non avvicinarsi al bambino, di mettersi le mani davanti alla bocca e di lavarsi frequentemente le mani.
  • Pulite le superfici potenzialmente contaminate (seggiolone, giocattoli, maniglie delle porte).
  • Evitare il contatto dei bambini più piccoli con altri bambini o adulti affetti da infezioni delle vie aeree.
  • Favorire l’allattamento al seno e fornire una quantità adeguata di liquidi;
  • Fare frequenti lavaggi nasali con soluzione fisiologica o ipertonica;
  • Non fumare mai in casa, anche in ambienti diversi da quelli dove si trova il bambino.

(Fonti: Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – Sip.it)

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bronchiolite nel neonato (Istock Photos)

 

 

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