“Downton Abbey”, l’aristocrazia inglese arriva sul grande schermo

Il 24 ottobre arriva in sala “Downton Abbey”, film basato sull’omonima serie. Michelle Dockerty, fra i protagonisti del girato, spiega cosa aspettarsi da questo lavoro cinematografico.

Michelle Dockety Festa del Cinema
Michelle Dockety alla Festa del Cinema di Roma (Twitter)

Il Regno Unito arriva, in qualche maniera, nella Capitale d’Italia per mettere in atto la “Brexit” del cinema italiano. La cultura britannica, fra vizi e virtù, approda alla quattordicesima Festa del Cinema di Roma con Downton Abbey. Film ispirato e tratto dall’omonima serie di successo.

Michael Engler si prende la briga di rimettere insieme i pezzi di un cult seriale – con tutti gli oneri ed onori del caso – per farne un film sequel nella speranza che gli affezionati possano giovarne: il valore aggiunto di Downton Abbey è la duttilità, peculiarità tanto familiare alla serie quanto imprescindibile nel film che vedremo nelle sale italiane dal 24 ottobre, in grado di condurci negli anfratti meno conosciuti del blasone nobiliare gettando uno sguardo indiscreto sulla nobiltà inglese e sulla ricchezza che tanto può dare ed ugualmente può togliere ai singoli fruitori, a seconda dei momenti.

Michelle Dockerty, Lady Mary ci accompagna in sala: “Questo film è un confronto fra passato e presente attraverso la nobiltà”

Michelle Dockerty presenta Downton Abbey
Michelle Dockerty presenta “Downton Abbey” (Twitter)

Prova a chiarirci meglio le idee la protagonista Michelle Dockerty che fa le pulci alla sua Lady Mary cercando di far luce su quello che vedremo in sala: “Un particolare che mi piace di Mary è che sente di non farcela più a lottare. Si chiede come faccia tutto ad essere così difficile da ottenere, per quale motivo bisogna lottare per tutto, e lo dice lei, che ha una domestica che l’aiuta a vestirsi tre volte al giorno, e tutto il personale che di fatto tiene in vita Downton Abbey! Mi fa chiedere se per lei le cose siano così difficili, dopotutto. Mi stupisce sempre quella scena del film, però è vero, per loro anche le cose più semplici sembravano una sfida, e quando fai un confronto fra la loro epoca e la nostra comprendi il motivo e il loro essere così nostalgici del passato che li aveva preceduti, dove le cose per i nobili erano decisamente più semplici”, ha ammesso.

In effetti, nel corso del girato, viene effettuata quasi una radiografia della nobiltà inglese dove emerge – quasi spontaneamente – il confronto con l’attualità: all’epoca la credibilità passava attraverso l’etichetta, oggi quella stessa etichetta è sinonimo di credibilità. Vuol dire che un tempo erano concessi meno scivoloni, mediatici e non, ai nobili. Oggi si tende a ‘perdonare’ tutto in nome dei natali illustri.

Infine tutti gli occhi saranno puntati sull’epico scontro, completamente involontario, tra Maggie Smith e Imelda Staunton: rispettivamente la professoressa Mc Grannit e Dolores Umbridge nella versione cinematografica di “Harry Potter e il Principe Mezzosangue”. Un mix di sensazioni e qualità contrastanti al servizio del glamour e dell’alta società, per farci comprendere – attraverso qualità sceniche e una grossa dose di artifici – quanto nonostante tutto il mondo (compreso quello blasonato) assomigli sempre più ad un paese ricco di voci, pettegolezzi, rimorsi e rimpianti.

Leggi anche –> “C’era una volta a Hollywood”: tutte le auto del film 

Chedonna.it è stato selezionato dal nuovo servizio di Google news, per restare sempre aggiornato dalle nostre notizie SEGUICI QUI

Impostazioni privacy