Turismo responsabile: gli orrori nascosti dietro al turismo faunistico

In molti paesi del mondo gli animali sono una delle principali attrazioni turistiche, i quali sono costretti a subire indicibili torture solo per il piacere dell’essere umano.

Turismo responsabile Turismo responsabile: evita di andare allo zoo – Fonte: Pixabay

Quando arriva l’ora di andare in vacanza e sappiamo che la nostra destinazione è famosa per alcuni tipi di animali, ci interessiamo ad essi e paghiamo per poterli vedere da vicino, toccarli e scattare delle fotografie.

Questo fenomeno accade soprattutto presso le destinazioni più esotiche del mondo: elefanti, tigri, orsi e scimmie sono i preferiti dai turisti. Tutti loro sono costretti a subire pene terribili, senza sosta, 24 ore al giorno, solo per il gusto di scattarci una foto insieme e postarla sui social.
Sfortunatamente la maggior parte dei turisti non si rende conto di quanto sia nocivo alimentare questo tipo di turismo, infondo se si chiamano animali selvatici ci sarà un motivo. Se si paga qualcuno per poter fare una foto con loro si contribuisce allo stesso maltrattamento delle bestie, e non sarete certo migliori di coloro che li tengono in gabbia tutto il giorno sotto il sole, sedati e senza potersi muovere.

Viaggiare e conoscere nuove culture è meraviglioso, ma è ancora meglio essere turisti responsabili ed aiutare ad abolire il turismo degli animali.

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Turismo responsabile: ecco cosa devi evitare di fare per rispettare la vita degli animali durante le tue prossime vacanze

turismo responsabile Turismo responsabile: non scattare foto con gli animali – Fonte: Pixabay

Scappa dagli spettacoli con animali selvatici

Andare allo zoo o assistere a spettacoli marini di animali come delfini e foche, non fa altro che alimentare un tipo di turismo sbagliato che usa gli animali come fonte di denaro. Gli animali che troviamo negli zoo non sono altro che povere bestie costrette a vivere la propria vita in gabbia, incatenati e sotto i riflettori. Non è questo il modo di avvicinarsi ad essi, perché così non si vive la vera essenza dell’animale, ma solo quel che ne resta.

Evita di pagare per scattare foto con tigri, scimmie o elefanti

Se stai pagando del denaro c’è un motivo, ed è che quelli animali sono lì contro la loro volontà. Molti sono nati in cattività, altri ancora sono stati catturati. Fatto sta che se hai voglia di scattare una foto ad un leone o ad una tigre, puoi sempre decidere di andare a fare un safari in Africa. Lì gli animali sono felici perché liberi di correre nel proprio habitat naturale.

Non accettare di farti trasportare dagli animali

È vero, farsi trasportare da un elefante in India o da un cammello nel deserto del Marocco, possono sembrare le cose più naturali del mondo. In passato lo si faceva, ma perché non esistevano ancora mezzi di trasporto come automobili ed autobus. Se stai pagando per poter fare un giro sul cammello allora molto probabilmente staranno sfruttando quell’animale, perché in un giorno avrà già trasportato centinaia di persone. E tutto questo per che cosa? Per un mucchio di like sui social, infondo dentro di te sai che non ne vale la pena.

Impara a dire di no

Chi lavora per le agenzie di viaggio di questo genere sa essere molto persuasivo e non sa neanche cosa sia il turismo responsabile. Proveranno a convincerti di accettare il tour o di pagare per scattare una foto con un animale, impara a dirgli di no anche se insistono.
Può inoltre capitare che, avendo comprato un pacchetto di escursioni organizzate, tu non ti sia reso conto del fatto che erano inclusi degli spettacoli con gli animali. Non sei costretto a parteciparvisi, evita di farlo, sii un turista responsabile.

Infine, bisogna sempre ricordare che il nostro viaggiare, anche se sostenibile e responsabile, ha sempre un impatto su qualcun altro, come in questi caso sugli animali.

Se più persone si uniscono alla causa, poco a poco si riesce a mettere fine a questa triste tradizione di sfruttare gli animali per il piacere dell’essere umano. Infondo, come diceva Gandhi, ognuno dovrebbe essere il cambiamento che vuole vedere nel mondo.

Scritto da: LUCIA SCHETTINO

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