Allattamento al seno: attaccamento, problemi e soluzioni utili

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Allattamento al seno: tutto quello che devi sapere (Istock Photos)

Allattamento al seno: informazioni e consigli su come iniziare un buon allattamento per il neonato. Inizio dell’allattamento, come attaccarlo al seno, i problemi da allattamento

Con l’arrivo di un bebè tutto diventa magico, i primi attimi di intensa emozione quando lo prendi in braccio per la prima volta, i primi sguardi carichi di amore, quello puro, tutti per lui. Le prime ore sono meravigliose dopo la nascita del bimbo, ma subito dopo sorgono i primi dubbi, incertezze e ti chiedi: come devo fare? Ti senti inesperta, e questo è normalissimo, specie se sei alla tua prima esperienza da mamma. Ma tutto migliorerà con il tempo. D’altronde tu e il tuo piccolo esserino non vi conoscete e anche se lo ami da impazzire, come in tutti i rapporti d’amore, anche con questo si deve avere pazienza e coltivare giorno dopo giorno tutto l’amore che si prova. L’unica cosa che si può fare e si deve fare appena si ha tra le braccia un neonato è accudirlo. Come? Dandogli i nutrimenti necessari alla sua crescita. Il latte materno. Il tuo latte che gli fornirà la giusta quantità di nutrienti e anche di anticorpi, acidi grassi, acqua e aminoacidi necessari per la digestione e la crescita e lo sviluppo del cervello.

Per molte donne l’allattamento al seno, una volta avviato dà una sensazione meravigliosa, perché crea una grande intimità fra madre e figlio.  Ma se siete solo all’inizio e non avete dimestichezza con l’allattamento oppure avete qualche problema a riguardo, non preoccupatevi, leggiamo insieme come poter rimediare e iniziare un allattamento soddisfacente per te e per il tuo bimbo.

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L’inizio dell’allattamento: consigli e accessori

allattamento al seno: l’inizio, consigli e accessori (Istock Photos)

Benché l’allattamento sia un processo naturale, qualche accessorio contribuirà a rendere l’operazione più semplice possibile sia per la neomamma sia per il neonato. Un buon allattamento inizia sempre dalla prevenzione e dagli accessori idonei a rendere la mamma a suo agio. Perché una mamma a proprio agio e serena avrà un bimbo sereno e tranquillo. Alcuni consigli dunque da tenere in forte considerazione per l’allattamento saranno:

  • Un buon sostegno: vi occorreranno almeno due reggiseni per l’allattamento. Cercate reggiseni che sostengano  bene e si possano aprire con una mano sola.
  • Tiralatte: esiste una grande varietà di modelli tra cui scegliere. I tiralatte elettrici sono efficienti, ma alcune mamme li trovano eccessivamente invasivi. Io consiglio il classico tiralatte manuale, più facile da usare e più veloce di quello elettrico.
  • Coppette paracapezzoli: indispensabili all’inizio dell’allattamento se avete i capezzoli doloranti, introflessi o  con ragadi. In commercio ne esistono di diversi, io consiglio sempre di usare i paracapezzoli in argento vivo. Potete acquistarli in farmacia. Hanno un costo un po’ più elevati di quelli in lattice ma, sicuramente sono più efficaci e contribuiranno a migliorare l’attaccamento al seno del bimbo. Un consiglio, se utilizzate questo tipo di paracapezzoli, dopo la poppata lavate semplicemente il capezzolo con acqua e non usate nessun tipo di crema o altro. L’argento vivo deve stare a contatto diretto con la pelle del seno per avere un’azione attiva.
  • Cuscinetti di gel: i cuscinetti gel assorbenti leniscono l’area del capezzolo. Teneteli nel congelatore o frigorifero e infilateli nel reggiseno dopo la poppata.
  • Coppette assorbilatte e creme: evitate le coppette foderate di plastica, potenzialmente irritanti. Le creme a base di lanolina danno sollievo ai capezzoli dolenti.
  • Cuscino per allattamento: un buon cuscino sostiene la schiena, le braccia e il bambino. Poiché i pasti possono durare a lungo (mediamente 30 minuti ) la comodità è d’obbligo!

Il contatto pelle a pelle è un contatto tra la mamma ed il bambino diretto. Questo contatto contribuirà a creare attaccamento e a favorire l’allattamento al seno. Stabilizza anche la temperatura, la respirazione, il ritmo cardiaco e il livello glicemico del bambino. Quando iniziate la poppata, ricordatevi sempre di tenere a portata di mano un bicchiere d’acqua o succo per mantenere l’idratazione mentre allattate. L’allattamento solitamente stimola la sete.

Per ciò che riguarda i pasti notturni indipendentemente da ciò che dicono alcune mamme, tutti i neonati hanno bisogno di mangiare di notte, almeno per i primi mesi. Tenere la luce bassa e cambiare il pannolino prima favorisce il ritorno del sonno.

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I miti da sfatare sull’allattamento al seno

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allattamento al seno: quello che devi sapere (Istock Photos) 

La quantità di consigli che riceverete a proposito dell’allattamento tenderà a confondervi, per cui è importante saper distinguere fra realtà e invenzione. Ecco alcune false credenze diffuse nel mondo della maternità e dell’allattamento al seno.

Mito: molte donne non producono latte a sufficienza. In realtà, poche donne non hanno latte abbastanza e la maggioranza ne produce più di quanto occorra. Il motivo più frequente per cui i bambini non prendono il latte è che non si attaccano bene.

Mito: è normale che l’allattamento sia doloroso. Una certa sensibilità è frequente nei primi giorni o settimane, perché i capezzoli non sono abituati alla suzione, ma è una condizione temporanea e comunque non troppo dolorosa. Se sentite male, la causa è quasi sempre che il bambino non si attacca bene.

Mito: occorre il latte artificiale per integrare il colostro. Prima della montata lattea, il colostro o “primo latte”, fornisce nutrimenti, anticorpi e batteri benefici: al neonato non occorre altro.

Mito: i bambini nutriti al seno devono bere più acqua, soprattutto d’estate. Il latte materno contiene tutto il liquido necessario al bambino in qualsiasi stagione dell’anno. Dunque questo mito è, ovviamente, un falso.

Mito: il latte materno non contiene abbastanza ferro. I bambini nati a termine ricevono dalla madre una riserva di ferro sufficiente per almeno sei mesi. Inoltre, il ferro presente nel latte materno è “biodisponibile”, vale a dire che il bambino lo assimila più facilmente di quello contenuto nel latte artificiale.

Mito: allattare con il biberon è più facile. L’allattamento al seno è percepito come difficile all’inizio, ma poi non potrebbe essere più comodo.

Mito: i bambini allattati al seno non dormono bene. Se è vero che possono svegliarsi per i pasti più spesso nei primi tempi, quando hanno imparato ad attaccarsi bene e a fare una bella poppata prima di andare a letto, dormono come tutti gli altri bambini.

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Come attaccarlo al seno in modo corretto

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allattamento: come attaccarlo al seno in modo corretto (istock Photos)

Accertarsi che la bocca di vostro figlio sia nella posizione giusta e attaccata correttamente al seno è la chiave per la riuscita dell’allattamento. Ci vuole una certa tecnica per attaccare il bambino correttamente ma poi sarete a vostro agio e sicure che riceverà tutto il latte di cui ha bisogno.

Vediamo nello specifico i passaggi fondamentali per una buona riuscita all’attaccamento al seno.

  • Sedetevi: e appoggiate la schiena dritta, ad angolo retto rispetto alle gambe. Rivolgete il bambino verso di voi e sostenetegli la testa e la schiena con una mano, mettendo il pollice e l’indice intorno al collo e le altre dita sotto l’ascella.
  • Spostate il peso del bambino: sull’avambraccio e, con l’altra mano, passate le sue gambe sotto il gomito opposto alla parte dalla quale mangerà. Ora il suo addome è contro il vostro, nella posizione “pancia a pancia”.
  • Portate il naso del bimbo: di fronte al capezzolo. Controllate che porti il braccio intorno al vostro corpo, e non ripiegato sotto il seno, poi lasciate che la testa gli cada un poco indietro e aspettate che apra bene la bocca.
  • Quando ha la bocca bene aperta: con la lingua abbassata in fuori e il palato allineato con il capezzolo, sollevatelo portandolo rapidamente verso il seno.
  • Ora vostro figlio ha la mammella bene in bocca. Il labbro inferiore è rivolto in fuori, il mento è a contatto con il seno e il naso libero. Cullatelo mentre fa poppate lente e profonde.

segni che sta mangiando bene:

  • ha un bel colorito, prende peso, è vivace e si guarda intorno.
  • bagna almeno sei pannolini al giorno.
  • le feci dopo il quarto giorno sono da morbide a liquide e possono comparire due volte nella giornata. Se sono meno frequenti, ma tutto il resto è a posto, è improbabile che ci sia un problema.
  • lo sentite deglutire più che succhiare, mentre mangia.
  • è appagato e soddisfatto dopo i pasti e si stacca da solo.
  • seno e capezzoli non vi fanno male.

All’inizio dovete attaccare il bambino da entrambe le parti a ogni pasto, per stimolare tutte e due le mammelle a produrre il latte sufficiente a soddisfare le sue necessità. Cercate di rilassarvi mentre allattate. Pensate al flusso del latte e guardate il bambino: un atteggiamento che sa solo stimola il riflesso di eiezione e l’emissione del latte.

Le 3 posizioni dell’allattamento al seno

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Allattamento al seno, le 3 posizioni dell’allattamento (Istock Photos)

Benché l’allattamento sia uno degli atti più naturali può richiedere un poco di pratica. Sia voi sia vostro figlio dovete abituarvi a diverse posizioni. Finché la sua pancia è contro di voi ed è attaccato bene, sperimentare va bene. Di seguito descriviamo 3 tipi di posizioni comode per l’allattamento al seno.

  1. Posizione a culla: dopo aver portato vostro figlio al seno, abbracciatelo tenendo la sua pancia contro la vostra e la testa nell’incavo del vostro braccio. Tenete allineati l’orecchio, la spalla e l’anca del bambino. Accompagnate il braccio che sta sotto attorno al vostro corpo, come un abbraccio.
  2. Posizione fianco a fianco: questa è utile di notte, quando si è assonnate e stare sedute diventa davvero difficile. In questa posizione sdraiate sul letto, attaccate al seno il bambino, poi giratevi su un fianco, tenendo la sua pancia contro la vostra, e proseguite la poppata. Per stare comode e appoggiarvi, piegate la gamba che sta sopra e infilate un cuscino sotto il ginocchio.
  3. Posizione della presa a pallone da rugby: mettete le gambe e il corpo del vostro bambino sotto il braccio, passandogli la mano sotto la testa e il collo. Attaccatelo al seno mentre lo avvicinate a voi, sempre tenendogli la testa, con il naso e il mento a contatto del seno.

Ricordatevi che il latte di solito arriva da due a sei giorni dopo il parto. Se ritarda non preoccupatevi. Attaccate spesso vostro figlio al seno lo stesso. La suzione stimolerà l’arrivo del latte. L’ostetrica o l’assistente domiciliare controlleranno la sua crescita.

Alcune donne, invece, trovano faticoso allattare dopo un parto cesareo, per il disagio della posizione o per i punti. Anche in questo caso è d’obbligo la comodità, quindi mettetevi comode, la montata lattea potrebbe tardare ad arrivare per mancanza dello stimolo costituito dal parto naturale, ma vostro figlio avrà dal colostro tutto ciò che gli occorre. Potrebbe essere necessario attaccarlo al seno ogni due ore per stimolare la produzione del latte. Un cuscino per sorreggere il bambino o stare distese su un fianco evita di caricare il peso sull’addome. E se avete necessità di un antidolorifico, chiedete sempre quello compatibile con l’allattamento.

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Problemi di allattamento: disagi e cura

allattamento al seno: problemi di allattamento (Istock Photos)

Ogni mamma ha un’esperienza diversa con il suo bambino; alcune faticano ad attaccare bene il neonato e l’allattamento diventa doloroso. Se avete qualche problema parlatene all’ostetrica o a una consulente per l’allattamento.

Uno dei “disagi” che possono provocare problemi nell’allattamento è dovuto al male attaccamento del neonato. In questo caso, provate ad infilare un dito pulito all’angolo della bocca del bimbo per interrompere la suzione.

Un altro disagio può sorgere dalla scomodità in cui il vostro bambino si trova. Quindi, in tal caso riposizionatelo con attenzione: deve avere la bocca bene aperta e prendere tutto il capezzolo e parte dell’areola. Avvicinate il bambino al seno, non il seno al bambino!

Un ulteriore disagio può riguardare la mamma e, in questo caso, la prevenzione e la cura della mastite. Per quelle mamme che non hanno ben chiaro cosa sia la mastite, cerchiamo di fare luce. La mastite è un’infiammazione del tessuto della mammella, solitamente causata da un forte ingorgo. Normalmente vene colpito solamente un seno, che diventa rosso, dolente e gonfio. Potreste notare striature rossastre e calde sul seno e un rialzo febbrile.

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Come rimediare a questa infiammazione? La prima cosa da fare è sicuramente svuotare la mammella infiammata. Poiché la mastite segue un ingorgo, è importante assicurarsi che il bambino si attacchi bene e svuoti completamente il seno. Se occorre, prendete nota tra un pasto e l’altro in modo che entrambe le mammelle possano essere svuotate del tutto, anche se non in una sola seduta. I sintomi possono essere fastidiosi, tanto da indurvi a interrompere l’allattamento; eppure è importante continuare. Allattare regolarmente libererà la mammella dal ristagno di latte e contribuirà a risolvere i sintomi e a evitare complicazioni. In alcuni casi una mastite non curata bene può degenerare in infezione. Non ci sono comunque rischi ad allattare con la mastite. Cuscinetti di gel o foglie di cavolo fresche nel reggiseno danno sollievo. Queste ultime (le foglie di cavolo fresche) sono eccezionali da adoperare poiché gli enzimi che contengono le foglie di cavolo, sembrano ridurre il gonfiore ed evitare l’eccessiva produzione di latte. In più funzionano bene anche per calmare il dolore della mastite.

Se sospettate un ingorgo mammario o problemi di flusso, badate che il bambino si attacchi bene e che svuoti la mammella. Massaggiate il seno dalla parte più dura verso il capezzolo, per favorire la discesa del latte. Se invece, vostro figlio fatica ad attaccarsi al seno ingorgato, spremete un poco di latte prima della poppata. Continuate ad allattare dalla parte interessata, perché la suzione vi darà sollievo. Cercate, soprattutto di rimanere rilassate.

Chiedete aiuto se i sintomi non migliorano entro le 24 ore, andate dal medico, perché potrebbe essere necessario un antibiotico.

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