Cosa sai sulla salute mentale? Ecco tutti i falsi miti

Tanti sono i modi dire e tante le patologie, così come tanti sono i falsi miti che circolano attorno alla nostra salute mentale. Scopri come riconoscerli..

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Donna che piange, Getty Images

Il nostro vocabolario comprende al suo interno moltissimi termini per indicare gli status di malessere e di alcune patologie che possiamo ritrovarci a vivere, specialmente in ambito psicologico e/o mentale.

Anche se non lo sappiamo, spesso però queste parole vengono utilizzate in maniera impropria: a svelarlo e a voler fare chiarezza è quindi stato il portale “ISSalute“.

Il primo mito da sfatare è sicuramente quello del cosiddetto esaurimento nervoso, che in realtà dobbiamo fare attenzione a non considerare come una malattia. Con questo termine infatti ci si può solo riferire a determinati disturbi negativi dell’umore dopo un affaticamento eccessivo sia fisico che mentale.

Altra spiegazione necessaria è quella che riguarda il gioco d’azzardo, che spesso viene chiamato “vizio”, ma che invece è da riconoscere come una vera e propria malattia. Questa patologia interessa sempre di più adulti e giovani, e può essere letale.

I miti riguardano anche la vita di chi è affetto da problemi di salute mentale. Spesso infatti, si tende a credere che queste persone non siano in grado di poter lavorare, mentre molti studi hanno dimostrato che con un miglioramento della malattia si può tornare al proprio stato di benessere psicofisico.

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Salute mentale, scopri quali sono i falsi miti che credevi fossero veri

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Uomo di spalle, Getty Images

Un’altra idea che sta attorno al mondo degli affetti da queste patologie, è quella secondo cui gli psicofarmaci creino sempre e comunque uno status di dipendenza.

Questo però accade soltanto quando il farmaco viene assunto in maniera scorretta, ovvero senza un adeguato controllo medico, con un dosaggio elevato e, ancor peggio, con l’autosomministrazione prima e con l’interruzione della cura improvvisa poi.

Un altro falso mito riguarda sicuramente il problema della depressione: secondo il pensiero comune infatti, questo problema non è una vera e propria patologia e si può superare con la propria volontà, senza rivolgersi a uno specialista.

Niente di più falso: la depressione è, purtroppo, una vera e propria malattia, in quanto dipende anche da fattori genetici, sociali, biologici e ambientali. Proprio per questo c’è bisogno, in questi casi, di interventi specifici.

Necessario fare chiarezza anche sulla terminologia che si riferisce proprio agli specialisti: quelle di psichiatra, neurologo e psicologo infatti, non possono essere considerate come professioni identiche e con scopi equiparabili. E’ fondamentale fare attenzione anche per comprendere al meglio a chi rivolgersi in caso di necessità.

A proposito di specialisti, a essere forte è anche l’idea secondo cui andare dallo psicologo possa essere considerato come un segno di debolezza: questa scelta invece può rivelarsi fondamentale per una nuova gestione della nostra vita e dello stress che viviamo, fondamentali per non incappare in disturbi mentali più gravi.

Ultima, ma non per importanza, è una credenza che riguarda l’anoressia. Si tende infatti a credere che questa malattia interessi soltanto le donne, mentre in realtà il numero di uomini è in crescita, soprattutto tra i giovani e giovanissimi in età preadolescenziale o in adolescenza piena.

Dal Corriere della Sera

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