“Ecco come riesco ad affrontare la malattia di mio figlio”: lo sfogo di Elena Santarelli

Elena Santarelli, in una lunga intervista rilasciata ai microfoni de Il Messaggero, racconta come riesce ad affrontare ogni giorno il tumore del figlio.

elena santarelli

Non è facile per una mamma affrontare la maattia di un figlio. o sa bene Elena Santarelli che, un anno e mezzo fa ha ricevuto la notizia che nessun genitore vorrebbe mai ricevere: suo figlio Giacomo, oggi 10 anni, aveva un tumore cerebrale. Da quel giorno, la vita di Elena Santareli è cambiata. Ha detto addio alla sua celebrita sfruttandondola per sensibilizzare l’opinione pubblica a sostenere la ricerca, ma come riesce ad affrontare la malattia del figlio? La Santarelli è diventata un esempio di positività per tutte quelle persone che affrontano la sua stessa battaglia, ma le critiche sono sempre dietro l’angolo. Elena, però, continua per la sua strada e, in una lunga intervista rilasciata ai microfoni de Il Messaggero, racconta come riesce ad affrontare con positività la malattia del figlio.

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Elena Santarelli: “Molti mi prendono per pazza, non capiscono da dove arrivi la mia positività di fronte al tumore di mio figlio”

elena santarelli sbotta su instagram

Elena Santarelli ha deciso di sfruttare la propria notorietà per far conoscere il Progetto Heal, onlus fondata da famiglie di bambini colpiti da tumori cerebrali, medici, infermieri e biologi che lavorano nea ricerca della neuro-oncologia pediatrica. Un progetto che si occupa di raccogliere fondi e che offre anche borse di studio. Fondamentale, per le famigie che affrontano questo tipo di malattia, è il sostegno della psicologa.

«A me è servita per avere il giusto comportamento con mio figlio, nella comunicazione, nel controllo dei momenti più critici come la perdita di capelli, la rabbia: i bambini sono tutti molto arrabbiati, sa? A 4, 5 anni non capiscono ancora, la prendono quasi come un gioco. Ma a 10, per quanto la vita che facciamo sia la più bella e normale possibile, è comunque la vita di un bambino malato, e non posso negare che sia arrabbiato» – racconta la Santarelli che non nasconde che, spesso, per suo figlio è difficile capire quello che è costretto ad affrontare – «A me è servita per avere il giusto comportamento con mio figlio, nella comunicazione, nel controllo dei momenti più critici come la perdita di capelli, la rabbia: i bambini sono tutti molto arrabbiati, sa? A 4, 5 anni non capiscono ancora, la prendono quasi come un gioco. Ma a 10, per quanto la vita che facciamo sia la più bella e normale possibile, è comunque la vita di un bambino malato, e non posso negare che sia arrabbiato».

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Nell’ultimo anno e mezzo, otre ad affrontare il tumore del figlio, Elena ha ricevuto anche diverse critiche, ma oggi, al Messaggero, spiega da dove arriva la sua positività: «Lo so. Molti mi prendono per pazza, non capiscono da dove arrivi la mia positività. Ma dietro di me ci sono mamme che, in silenzio – perché non sono famose e non possono dare voce a quello che stanno vivendo – affrontano cose che io avevo visto solo nei film o nelle peggiori puntate di E. R».

La Santarelli che confessa di non essere una donna che si piange addosso al punto che in pochi hanno visto le sue lacrime, racconta d’indossare spesso la “maschera del va tutto bene” per non creare preoccupazione nelle persone che le sono intorno. «La maschera del va tutto bene è pesante ma la devi portare per forza. A che serve condividere il fatto di avere una risonanza domani? Non lo dico neanche ai miei genitori. Basto io a non dormire da 7 giorni prima, perché dovrei essere egoista e fare stare male anche gli altri?».

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Ad aiutarla, in questo periodo, è anche il lavoro. Da settembre, Elena Santarelli, ogni sabato, fa parte del cast della trasmissione di Raiuno condotta da Marco Liorni “Italia sì”. Una scelta, questa, che in tanti hanno criticato, ma che serve ad Elena a rigenerarsi di nuovo energie. «Per me è anche una distrazione. Ho ricominciato solo quando le chemio sono entrate in regime di day hospital e non in ricovero. Lo posso fare perché è il sabato, in diretta, e Giacomo non ha mai la chemio quel giorno. Se no, col cavolo che lo facevo», conclude.

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