Olio di palma vs olio di colza: le differenze per vivere meglio

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Olio di palma vs Olio di colza (Istock Photos)

Olio di Plama o Olio di Colza? Le differenze per vivere meglio, la verità per capire

Ci siamo spesso chiesti cosa fossero davvero questi olii. Perchè facessero tanto male alla nostra salute e, cosa più importante, qual è davvero la differenza tra un olio di palma e un olio di colza. Vivremmo decisamente meglio se solo sapessimo davvero cosa possono procurare questi olii se ingeriti quotidianamente. L’olio di palma, per esempio è uno tra gli ingredienti che vanno a comporre la Nutella, tutti lo sanno ma tutti (o una percentuale maggiore) continua a farne uso. Forse per dipendenza dal cioccolato? o forse perché davvero non si conoscono le  proprietà intrinseche in quest’olio? Ma anche l’altro, l’olio di colza, è altrettanto pericoloso ma comunque sempre presente negli ingredienti di biscotti e alimenti confezionati. Cos’è nello specifico? e davvero fa male alla salute? Proviamo a capirlo insieme iniziando dalle origini.

Le origini: tutto ebbe inizio così…

In origine l’olio di colza era prodotto dalla Brassica napus oleifera e negli anni ’70 la concentrazione di acido erucico in essa presente fu messa sotto accusa, in quanto ritenuta responsabile di aumentare il rischio cardiocircolatorio. A quel punto, venne operata una selezione delle colture che  permise di ottenere una varietà, quella attualmente coltivata Canadian Brassica o Canola, con un contenuto di acido erucico al di sotto del 5%. Una delle cose che poche persone sanno è che la composizione chimica dell’olio di colza è simile a quella dell’olio di oliva, perché i semi di canola sono particolarmente ricchi di acido oleico. E’ vero, sono ancora coltivate varietà di colza ad elevato contenuto di acido erucico, ma il prodotto è destinato ad usi industriali, soprattutto nei carburanti. L’olio di colza – proprio come l’olio di palma – è pienissimo di acidi grassi saturi – rischiosi, come detto prima, per l’apparato cardiovascolare. La colza, inoltre, fa parte di quegli alimenti geneticamente modificati che sono sempre più spesso immessi sul mercato.

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E’ sulla bocca di tutti perché è il più usato degli oli vegetali nell’industria alimentare, ma ciò presenta dei risvolti non sempre positivi. È l’olio di palma. Innanzitutto, questo olio è ricavato dai frutti, anche conosciuto come olio di dendè; a differenza degli altri oli, questi sono solidi o semi solidi a temperatura ambiente. In diversi paesi africani, come poi in Brasile e in alcune aree dell’Asia l’uso dell’olio di dendè, ovvero dell’olio di palma è tradizione.

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La tradizione in Italia, però, è diversa. E menomale! Poiché si è scoperto che l’olio di palma, usato in maniera costante, non è propriamente salutare al nostro organismo. Le principali cause sono da cercare nei problemi cardiocircolatori, e aumento del colesterolo. Anche se per quest’ultimo ci sono dibattiti aperti, tra coloro che sostengono che, anzi l’olio di palma diminuirebbe i livelli di colesterolo in circolo, grazie alla presenza di particolari composti dal nome difficilissimo: tocotrienoli e, altri che bocciano assolutamente l’olio di palma, sostenendo che aumenterebbe i livelli di colesterolo nel sangue.

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Tutti contro l’olio di palma: le motivazioni

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Olio di palma (Istock Photos)

Il fatto che l’olio di palma sia cancerogeno non ha evidenze scientifiche, semmai è vero il contrario, ha anche un elevato punto di fumo (240 °C), all’industria alimentare costa poco. Allora perché tutti contro l’olio di palma?

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Una delle possibili risposte a questa domanda è il tanto trascurato fattore ambiente. Attualmente, le palme da olio sono coltivate in larga parte in Indonesia e Malesia, pur provenendo la pianta originariamente dall’Africa. Per far fronte alla crescente domanda di olio di palma, non solo per l’industria alimentare, ma anche per il biodiesel, interi ettari di foresta pluviale sono spariti e stanno sparendo; ciò implica la sparizione di habitat per diverse specie vegetali ed animali. Anche l’olio di colza ha delle problematiche ambientali a riguardo, anche se in misura ridotta. Infatti, per la coltura delle piante di canola sono richieste ampie superfici di terreno, che è sottratto dalla coltivazione del frumento per uso alimentare.

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Olio di colza e olio di palma, due oli a confronto, che sembrano non avere nulla di buono, o quasi, come la nutella. Ma quella è un’altra storia.

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