Europei 2021, perché i giocatori si inginocchiano dopo il fischio d’inizio?

Sai perché durante questi Europei i giocatori si inginocchiano dopo il fischio d’inizio? Non tutti i tifosi apprezzano.

Un gesto che non è nuovo e, soprattutto in Inghilterra, è divenuto una consuetudine.

Ci si inginocchia per manifestare solidarietà e supporto, per lanciare un messaggio intenso e molto emotivo.

Se seguendo questi Europei 2021 vi state chiedendo come mai i giocatori si inginocchino a ogni fischio d’inizio oggi vi chiariremo le motivazioni, mettendo però anche in luce come non tutti apprezzino questo momento simbolico.

I giocatori si inginocchiano a inizio partita

giocatore in ginocchio
Foto da GettyImages

Mettiamo subito in chiaro: il gesto di inginocchiarsi a inizio partita è pienamente volontario, portato avanti dai singoli giocatori e dalle singole nazionali senza alcuna indicazione specifica da parte della Uefa.

Croazia e Russia hanno ad esempio scelto di non aderire mentre l’Inghilterra da sempre si fa bandiera di tale gesto nonostante i tifosi non propriamente complici.

Ma che cosa significa inginocchiarsi a inizio partita? È il richiamo simbolico al Black Lives Matter, movimento da sempre impegnato nella lotta contro il razzismo, in particolare quello perpetuato nei confronti delle persone nere. Il movimento è tornato alla ribalta anche per l’omicidio di George Floyd commesso da un agente della polizia di Minneapolis.

Ma perché allora non tutti supportano tale iniziativa? Il pubblico Inglese fischia la propria nazionale, i giocatori del Belgio sono stati fischiati a San Pietroburgo mentre i francesi sembrano aver cambiato idea dopo le proteste aizzate in patria dall’estrema destra.

I tifosi spagnoli hanno addirittura lanciato l’hashtag #SiSeArrodillanAPagaLaTele ( «Se vi inginocchiate, spegniamo la televisione»).

Tra gli episodi che poi mettono in luce tale controversa situazione si annovera da ieri anche la nazionale italiana divisa: durante i precedenti match gli azzurri non avevano aderito all’iniziativa ma durante l’ultima partita con il Galles, di fronte alla nazionale avversaria completamente inginocchiata, cinque giocatori italiani (Pessina si è unito in un secondo momento) si sono inginocchiati. Sui cinque rimasti in piedi l’Italia si è divisa: alcuni sottolineano la libertà di esprimersi come meglio si crede, altri criticano l’astensione.

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A non sostenere il gesto sono senza dubbio i gruppi di destra delle singole nazioni ma anche molti a cui appare come una inutile ostentazione di buonismo, non necessaria e forse controproducente per la causa antirazzista.

Diciamo che si ritiene che se il gesto ha senso in America, in Europa sia divenuto un po’ formale e poco realmente sentito. Cosa che si rispecchia poi anche nella nazionale azzurra che, più che divisa, è apparsa spaesata: si è visto come i giocatori siano stati presi un po’ in contropiede dagli avversari del Galles e hanno così aderito in “ordine sparso”.

Magari dalla prossima partita i nostri calciatori avranno più consapevolezza e vedremo la strada che si sceglierà di intraprendere. In generale comunque questo gesto di solidarietà sembra comunque destinato a rimanere combattuto un po’ in tutte le nazioni. Per una volta la confusione non è un male solo italiano.

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