Vita su Marte? Nel team di ricerca c’è la prima scienziata italiana

Si chiama Teresa Fornaro ed è stata scelta dalla Nasa per guidare uno dei tre team di ricerca che dovranno stabilire se c’è vita su Marte. “Il mio gruppo studierà i dati provenienti dal Rover” – ha spiegato la studiosa napoletana

Teresa Fornaro
(Instagram @insiemeperledonne)

E’ la stagione d’oro delle donne, non solo in politica ma anche nello Spazio. Dopo il bando dell’Esa più inclusivo per selezionare nuovi cosmonauti, ora c’è il gruppo di ricerca di 13 scienziati, che dovranno stabilire se c’è vita su Marte. Nel team c’è anche la prima scienziata italiana, direttamente selezionata dalla Nasa. Si chiama Teresa Fornaro ed è ricercatrice dell’Inaf, Osservatorio astrofisico di Arcetri a Firenze.

Si tratta della prima scienziata italiana selezionata per guidare uno dei tre gruppi di studio che avranno il compito di analizzare i dati inviati da Perseverance, il Rover della Nasa che, con la missione Mars 2020, si è posato sul pianeta rosso lo scorso 18 febbraio.

La ricercatrice italiana e la sua equipe cercheranno di rispondere alla domanda che tutti ci siamo posti almeno una volta nella vita. C’è vita su Marte? Lo scopriremo, definitivamente, grazie agli sforzi e alla tenacia dei valenti scienziati. Intanto, scopriamo più da vicino chi è Teresa Fornaro e quale sarà, nei dettagli, la sua mission.

Vita su Marte? La Nasa chiama la napoletana Fornaro

Perseverance
(Instagram @perseverance.mars)

E’ corsa mondiale allo Spazio. Il Rover Perseverance è atterrato su Marte il 18 febbraio scorso, dopo sette mesi di viaggio. Sono già virali, sui social, le foto del pianeta rosso. C’è vita su Marte? I marziani sono una realtà o esistono soltanto nell’immaginario collettivo? Lo sapremo presto grazie ai ricercatori impegnati nella missione tra i quali spicca la napoletana Teresa Fornaro, giovane scienziata originaria di Brusciano. 

Il curriculum della ricercatrice è piuttosto nutrito. Nel 2011 ha conseguito la laurea magistrale in Chimica con lode all’Università Federico II di Napoli e, nel 2016, un dottorato di ricerca all’Università Normale di Pisa. Dopo il dottorato è iniziata la sua collaborazione con l’Osservatorio di Arcetri dell’Inaf di Firenze. La Fornaro ha ottenuto anche un postdoctoral research fellow al Geophysical Laboratory del Carnegie Institution for Science di Washington. E’ rientrata in Italia soltanto nel 2019, per iniziare la sua collaborazione con l’Inaf.

Ora un’altra tappa professionale s’aggiunge al lungo curriculum della scienziata. La Nasa le ha affidato uno dei tre gruppi di ricerca collegati alla missione Mars 2020. “Il mio gruppo di ricerca – ha spiegato Fornaro – studierà i dati provenienti dal Rover e cercheremo di rivelare molecole organiche che possano essere considerate come indicatori di vita passata“.

La vita su Marte potrebbe esserci stata in un passato assai remoto. Lo spiega la scienziata come si legge nell’articolo di Repubblica. “Se si è sviluppata vita su Marte, ci aspettiamo che sia stata unicellulare, microbica. Il pianeta, 4,1 – 3,7 miliardi di anni fa, aveva condizioni favorevoli: più caldo, acqua allo stato liquido e un’atmosfera spessa. Ma poi ha subito una transizione verso l’attuale deserto arido e gelido. Potremmo individuare tracce di vita passata, dei microrganismi fossilizzati”.

Intanto anche la SSC Napoli si è complimentata con la scienziata di Brusciano. La società sportiva le ha dedicato un tweet carico di entusiasmo.

Il Rover dal quale arriveranno i dati da analizzare resterà sul pianeta almeno per un anno marziano, che corrisponde a 687 giorni. L’obiettivo è quello di cercare tracce di vita. “Buongiorno mondo” questo il primo tweet apparso sull’account ufficiale di Preseverance, a sbarco effettuato.

Perseverance
(Getty Images)

Non resta che attendere gli sviluppi della missione su Marte. Intanto il Rover della Nasa si è posato nel cratere Jazero e invierà, costantemente, dati utili agli scienziati.

 

 

 

 

 

 

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