Conte-bis, crisi di Governo a un passo: le ipotesi in caso di rottura

Il Conte-bis sarebbe arrivato al capolinea. Questo è quanto trapela dall’Esecutivo con Renzi pronto a staccare la spina se il Premier non dovesse rivedere alcune sue posizioni prima del 7 gennaio (data in cui dovrebbe tenersi il Cdm per il via libera al Recovery Plan).

Conte-bis verso la crisi di Governo (Getty Images)
Conte-bis verso la crisi di Governo (Getty Images)

Crisi di Governo, lo scontro Conte-Renzi si fa sempre più acceso. C’è bagarre nella maggioranza, il Premier è chiamato a rivedere qualcosa se vuole evitare la spaccatura con Italia Viva e di conseguenza staccare la spina all’Esecutivo. L’ex PD ha promesso di andare fino in fondo: significa che Renzi sta pensando seriamente di far scoccare la scintilla che possa mettere fine alla Legislatura di Conte. Oppure sarà possibile arrivare ad una terza fase politica, con il Presidente del Consiglio pronto a porre importanti modifiche per quel che riguarda il Piano di Ripresa e Resilienza: i punti base da rivedere, secondo Italia Viva, restano la delega ai Servizi Segreti – nella cybersecurity – che dovrà essere ceduta dal Primo Ministro a una personalità terza di propria fiducia.

Poi, secondo punto, c’è la questione Recovery Plan e la gestione dei fondi per la ripartenza del Paese: duole ancora il tasto Mes che Italia Viva vorrebbe provare a scardinare, insieme a un’altra serie di provvedimenti di comune accordo. Quadra che, purtroppo, ancora non si trova: per questo il Governo Conte avrebbe le ore contate, poiché il Premier starebbe provando a mediare le posizioni di dissenso ma senza successo.

Crisi di Governo possibile: tutti gli scenari

Conte-bis, Renzi pronto a staccare la spina al Governo (Getty Images)
Conte-bis, Renzi pronto a staccare la spina al Governo (Getty Images)

Fiducia che, però, la maggioranza dovrà ritrovare – se vuole evitare la spaccatura definitiva – fra il 6 e 7 gennaio. Intanto PD e Movimento 5 Stelle attendono la decisione del Premier ipotizzando un Conte ter con qualche rimpasto e determinate concessioni al leader di Italia Viva. Restano sullo sfondo le parole di fine anno del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Il 2021 deve essere nel segno della ripartenza, serve unità e responsabilità senza cedere il passo a interessi personali. Solo così usciremo fuori dalla pandemia e dalla crisi che ha generato”.

Un mantra a cui molti vorrebbero tenere fede, ma sembrerebbero non esserci più le condizioni (a meno che non avvenga un ripensamento a ridosso del Cdm per il via libera al Recovery Plan) affinché l’Esecutivo resti solido e unito. In caso di rottura, possibile Governo di scopo senza, però, arrivare al 2023: nuove elezioni politiche dovrebbero tenersi prima di luglio. Strada che Conte non esclude per ripresentarsi con una propria lista o addirittura come leader dei pentastellati, al momento siamo sul piano delle ipotesi. Così come probabile – tutt’altro che confermato per ora – un impiego di Marco Cartabia: nome caldo per guidare, eventualmente, un Governo tecnico. La prima alternativa è Mario Draghi. I rumors sul post-Conte sono già cominciati.

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