Covid, caos scuola. Si ritorna in classe a gennaio sì o no? Tutte le ipotesi

L’emergenza sanitaria dovuta al Covid getta la scuola sempre più nel caos. Sul tavolo del Governo ci sono tante ipotesi per il ritorno in classe ma ancora nessuna certezza

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L’emergenza sanitaria dovuta al Covid non risparmia niente e nessuno, neppure la scuola. E’ dall’inizio della pandemia che docenti e studenti sono impegnati nella didattica a distanza (Dad) con non poche difficoltà. Gli ostacoli sono tanti. Non tutte le famiglie posso seguire adeguatamente i figli, in questa nuova modalità di apprendimento. Ci sono alunni che non dispongono di una rete internet sufficientemente veloce o, in alcuni casi, non ce l’hanno proprio. Alcuni nuclei familiari meno abbienti non dispongono di un computer o di un tablet.

Insomma per molti, quando si parla di Dad, è più facile a dirsi che a farsi. E’ utile e accessibile sì, ma non per tutti. Bisogna avere il coraggio di dirlo. L’ultimo rapporto dell’Istat parla chiaro: c’è una bella fetta di studenti con disabilità, che non trova un’adeguata collocazione nelle aule virtuali. La pandemia ha acuito le disparità sociali e questo vale anche per la didattica a distanza. Non tutti possono usufruire del servizio allo stesso modo, per mille motivi.

Da mesi gli studenti si battono per chiedere il ritorno alla didattica in presenza. Non sono mancate le proteste di piazza e gli appelli rivolti alla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina. Solo pochi giorni fa sembrava che la riapertura delle scuole subito dopo l’Epifania fosse cosa certa. Ora, invece, questa ipotesi sembra sfumare. Il Governo frena i facili entusiasmi, e valuta diverse ipotesi.

Al momento, comunque, in base agli indicatori disponibili, la scuola non è uno dei luoghi con maggiore rischio di contagio per il Coronavirus. Almeno non lo è più di un ristorante o di un bar. Ma allora, cos’è che spaventa? Se lo chiedono un po’ tutti: genitori, studenti e professori.

Covid, è caos sul ritorno a scuola. Le ipotesi del Governo

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La didattica a distanza non soddisfa tutti e gli studenti premono per il ritorno a quella in presenza. Anche la ministra Azzolina è tra coloro che, fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria, sostengono che le aule siano sicure o, comunque, non più pericolose di altri luoghi. E’ pressing sul Governo che, però, sembra orientato a proseguire sulla linea del rigore ma, a quanto sembra, solo per la scuola. Eh sì, viene da pensarlo, perché quasi tutto è stato riaperto, si medita persino la ripartenza a gennaio di palestre e piscine ma per la scuola, invece, lo scenario è ancora incerto.

Da palazzo Chigi, alle prese con ulteriori divieti da introdurre per le imminenti festività (da sommare alle limitazioni già previste però dal Dpcm Natale) trapela anche una nuova ipotesi che riguarda la scuola. Si vorrebbero anticipare le vacanze di Natale, chiudendo le scuole non più mercoledì 23 dicembre, ma sabato 19. 

Non è più certo neppure il rientro a scuola dopo l’Epifania, ovvero il 7 gennaio, degli studenti delle scuole superiori. Spaventa ancora l’andamento della curva epidemiologica, con un numero giornaliero di nuovi decessi che non passa inosservato. In tal senso, il Veneto ha raggiunto un primato listato a lutto, registrando un record di 164 morti in appena 24 ore.

Per il rientro in classe, con conseguente ritorno alla più tradizionale didattica in presenza, verrà deciso qualcosa, forse, nella settimana a cavallo tra Natale e Capodanno. Stando alle indiscrezioni di palazzo, però, nonostante la caparbietà della ministra Lucia Azzolina, la prospettiva di ritornare in classe dopo l’Epifania rischia davvero di sfumare.

Gli studenti delle superiori, forti del sostegno dei genitori e di molti professori, minacciano già di proteste. Per loro, è impensabile continuare ad oltranza con la Dad perché i risvolti negativi sono tanti, anche di natura psicologica, e spesso sottovalutati. Insomma, se le cose non dovessero cambiare dopo il 7 gennaio, ci sarà una vera e propria levata di scudi.

Scuole aperte dopo la Befana sì o no? Non è dato saperlo (ancora). Intanto la Azzolina annuncia su Twitter che il 2021 regalerà alla Scuola una piattaforma unica per i servizi integrati.

Agli studenti, quindi non resta che attendere, e anche genitori e docenti incrociano le dita affinché, il nuovo anno, possa iniziare nel verso giusto. I prossimi giorni saranno decisivi per capire in che direzione si andrà.

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Per il momento tutti gli italiani, alunni inclusi, si preparano a vivere un Natale un po’ sbiadito, in tono minore. Un po’ di magia potrebbe però arrivare dal cielo, ammirando magari la bellissima “Stella di Betlemme”.

 

 

 

 

 

 

 

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