Allarme terrorismo, cresce la paura dopo i fatti di Parigi, Nizza, Vienna e Lione. Pugno duro dell’Unione europea: in arrivo più accessi alle chat dei telefoni e controlli serrati alle frontiere
Terrorismo, cresce la paura dopo i terribili fatti di Nizza e Vienna. In arrivo misure più severe dall’Unione europea. Ci saranno più accessi alle chat dei telefoni e controlli capillari alle frontiere.
Sono queste alcune delle misure che l’Ue intende adottare a stretto giro. Si corre veloce. E’ fissata infatti già per venerdì 13 novembre l’adozione di una dichiarazione congiunta da parte dei ministri Ue dell’Interno. Il documento sarà indirizzato ai “fanatici e alla violenza in generale” – fanno sapere dagli ambienti. Dunque, nessun riferimento specifico all’Islam.
E’ una vera e propria stretta quella in arrivo dall’Unione europea. Sono previste, anzitutto, sanzioni severe per tutte quelle organizzazioni (ma anche per singoli migranti) che si rifiuteranno di aderire a percorsi di integrazione e di educazione religiosa pluralista.
Ma c’è di più. L’Ue è pronta a dichiarare guerra ai contenuti pubblicati online che possano incitare al terrorismo e all’odio. Al riguardo, sono previste multe salate per i gestori dei social media che non provvederanno, prontamente, a rimuovere i post segnalati con contenuti violenti.
Sono queste le linee guida per la lotta al terrorismo discusse in un mini vertice virtuale tenutosi nella giornata di ieri. Ad esso hanno partecipato: Emmanuel Macron, Angela Merkel, Mark Rutte, Sebastian Kurz e i capi delle istituzioni europee Charles Michel e Ursula von der Leyen.
Finiscono quindi nel mirino dell’Unione Europea tutte le forme di estremismo e di violenza, a prescindere dalla matrice. Lo scopo è quello di salvaguardare, il più possibile, lo “stile di vita europeo”, unitamente a tutto il pacchetto di tradizioni, usi e costumi. La parola d’ordine è: integrazione.
Terrorismo: l’Ue rimarca la difesa della libertà religiosa
Nella bozza della dichiarazione congiunta c’è quindi la volontà precisa di salvaguardare il modello di vita europeo, che è poi quello occidentale. L’Unione europea torna a difenderlo strenuamente, quasi a spada tratta, anche in ragione dell’escalation di violenza dell’ultimo periodo (attentati di Parigi, Nizza, Lione e Vienna).
Sul tema religioso, i ministri ribadiscono la difesa della libertà di fede, unitamente al rispetto di tutti coloro che hanno una visione laica. Tutela anche per la libertà di culto, che è un diritto irrinunciabile per tutti, purché non diventi il “pretesto” per inneggiare all’odio, alla discriminazione.
Dall’Ue fanno sapere che “si continuerà a combattere con forza ogni forma di violenza perpetrata sulla base del credo religioso, dell’origine etnica o di qualsiasi altra forma di pregiudizio“.
Le società europee sono pluraliste, il dato è oggettivo. Con l’allarme terrorismo, però, diventa più difficile tutelare e difendere il principio di libera circolazione garantito dal trattato di Schengen a tutti i cittadini dei paesi firmatari, a quelli di altri paesi dell’Unione europea nonché a quelli di alcuni paesi terzi.
Per i ministri europei la priorità resta rispettare il trattato ma, in caso di serio pericolo, non escludono che possano essere ripristinati i controlli interni alle frontiere.
C’è poi il tema dei Foreign Fighters da non sottovalutare. Combattenti indottrinati, spesso giovanissimi, responsabili di attentati che poi, a distanza di poco tempo, vengono rivendicati dalle organizzazioni d’appartenenza.
Entro un mese l’Unione europea renderà definitive le nuove linee guida comuni per la lotta al terrorismo. Intanto, in tutti i paesi membri, sono stati già intensificati i controlli.
In Italia, il Viminale ha varato un nuovo pacchetto di misure, che prevedono un continuo aggiornamento della mappa dei luoghi “sensibili”. Più attenzione per strade, piazze, soprattutto in prossimità di luoghi di culto e sedi istituzionali.