Covid, Campania: i sindaci del Casertano vogliono l’Esercito

Emergenza Covid, situazione complessa in Campania. Gli ospedali sono sotto pressione e servono più controlli in strada. Alcuni sindaci del Casertano vogliono l’invio dell’Esercito

Covid Campania, situazione delicata. Nel Casertano vogliono l'Esercito
L’Esercito Italiano è in prima linea per la lotta al Covid (Getty Images)

Campania, emergenza Covid: corre veloce la diffusione del contagio. E’ questione di ore e la regione amministrata da Vincenzo De Luca saprà se resterà ancora o meno in zona gialla.

Stamane c’è stato il sopralluogo in due ospedali dei tecnici accompagnati dai carabinieri del Nas per la raccolta dei dati epidemiologici da analizzare. Dai risultati, si deciderà il futuro prossimo della Campania che, secondo alcuni, potrebbe passare direttamente alla zona rossa, saltando quella arancione.

La situazione è complessa a Napoli e nelle sue province. E le cose non vanno meglio nel Casertano e in alcuni comuni del suo hinterland (agro-aversano) dove, un gruppo di 19 sindaci, guidati dal quello di Casal di Principe, ha lanciato un appello per ottenere subito l’invio dell’ Esercito.

I militari sono specializzati nella gestione delle emergenze di ogni tipo, incluse quelle sanitarie. Già da settimane stanno dando un aiuto concreto alla lotta al Covid, effettuando tamponi in 200 installazioni sparse per tutta l’Italia.

Tutto questo è ben noto ai sindaci del Casertano che vogliono più controlli per il rispetto delle restrizioni ma, anche, più personale medico per curare i pazienti.

“Chiediamo l’aiuto dell’Esercito per i controlli in strada ma abbiamo bisogno anche della sanità militare” – ha dichiarato Renato Franco Natale sindaco di Casal di Principe.

La zona dell’agro-aversano è tra le più colpite dall’emergenza sanitaria. I numeri sono preoccupanti. Qui si riscontra quasi il 40% de casi totali dell’intera provincia. Una situazione difficile per la quale i sindaci chiedono – hanno detto all’Ansa – “che Regione e Asl attuino protocolli di comunicazione chiari e soprattutto tempestivi”.

Intanto proprio dal presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca, arriva l’aggiornamento sul dato delle terapie intensive che, al momento, sono occupate al 27%.

Ma il cruccio del governatore sono anche gli assembramenti, da evitare a tutti i costi per bloccare la corsa del virus.

De Luca annuncia sui social di voler ricorrere “subito a un piano di interventi di contrasto agli assembramenti”. Di fatto, l’esponente del Pd sfrutterà gli strumenti messi a disposizione dall’ultimo Dpcm, che prevede la possibilità di anticipare rapidamente le misure previste per il livello di rischio alto”.

Il Governatore potrebbe far scattare zone rosse prima che lo decida il Governo centrale? E’ una delle possibilità.

Covid, tensione in Campania. Preoccupa anche Palermo

Emergenza Covid, cresce la paura anche a Palermo
Reparto Covid (Getty Images)

E non è solo la Campania ad essere preoccupata. Sale la tensione anche in altre regioni d’Italia. Particolare è il caso della Sicilia dove, a Palermo, il sindaco Leoluca Orlando, ha introdotto nuovi divieti per contrastare quella che definisce “una vera e propria calamità naturale” ovvero la pandemia da coronavirus.

Lo scorso weekend si sono viste piazze e strade troppo affollate. Persino la spiaggia di Mondello è stata presa d’assalto da giovani e bagnanti fuori stagione.

Il sindaco non ci sta e introduce nuove regole. Non è possibile stazionare in centro dalle 16 alle 22 e, per l’intera giornata, sia sabato che domenica. Nelle isole pedonali è consentito soltanto camminare oppure mettersi in fila per entrare nei negozi. Inoltre, è fatto divieto di sostare in spiaggia in tutto il litorale di Palermo, sia di sabato  che di domenica.

Continuano le proteste in tutta Italia
Tassisti in piazza (Getty Images)

Divieti su divieti, restrizioni su restrizioni. Si inizia a percepire un senso di stanchezza diffuso che parte dalla pancia e arriva nelle piazze. La speranza è che tutti questi sacrifici portino ad un buon risultato.

L’attesa è tutta per domenica 15 novembre, quando i tecnici del Governo valuteranno i primi risultai ottenuti dall’istituzione delle tre aree di rischio.

 

 

 

 

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